Prosegue la nostra caccia ai “mostri” architettonici in città.
Spesso l’architettura della ricostruzione e quella che è stata realizzata all’interno di contesti storici tra il 1930 e il 1970/80 ha prodotto dei “mostri” dei palazzi senza anima che nonostante siano passati oltre sessant’anni e più ancora non riescono a fondersi nel contesto e sembrano sempre degli algidi alieni.
E’ il caso del Verziere, quartiere ora sparito e ammodernato con le scatole moderne che nessuno si sogna di fotografare o immortalare in bei quadri come succedeva col vecchio Verziere.
Tra tutti questi nuovi edifici c’è soprattutto quello che si trova all’angolo tra via Verziere Via Merlo e via S. Bernardino che ha snaturato ancora di più quest’angolo milanese. Come la via San Bernardino, che dalle foto d’epoca era un grazioso vicolo chiamato anche la stretta del Cadenin (della catenella) per via di una catena tesa tra due colonnine di pietra che impediva l’accesso ai carretti del vicino mercato. Naturalmente catenella, acciottolato, casette pittoresche e botteghe sono state sostituite dal retro di un palazzo troppo grande per questo luogo, dagli archetti dissuasori del parcheggio, dall’asfalto e dai box del condominio. Diciamo pure non proprio che non è più un bell’angolo ora. Purtroppo il Verziere e tutto il quartiere circostante furono vittime di un piano regolatore portato avanti dagli anni Venti sino agli anni Ottanta e mai completato, anche in questo caso, per fortuna.
Il Verziere ora, visto da via Larga, a destra il tiburio della chiesa di San Bernardino alle Ossa.
La stessa vista negli anni della Seconda Guerra Mondiale 1941-1943, si vedono già i segni delle demolizioni
La via Merlo e San Bernardino, ora e com’era…
Largo Augusto e il Verziere , ora e com’era…
Stesso luogo com’era, immortalato in dipinti e in fotografie
In questo specifico caso, oltre al Piano Regolatore, han dato un bell’aiuto anche i Bombardieri Alleati nel 43/44…
Comunque, senza piangere troppo si quel che era e che non è più, secondo me questa zona potrebbe tornare ad essere gradevole (se non bella) se si ripensasse la viabilità, e si trasformasse compresa Via Larga in un asse verde o in qualcosa di concettualmente simile alle ramblas di Barcellona.
Approfittando della vicinanza col futuro Naviglio riaperto (si spera) e dell’Università.
Certo, sarebbe stato fondamentale avere una fermata della MM4 in Largo Augusto (magari chiamata VERZIERE), ma mica solo chi ha fatto il Piano Regolatore che ha abbattuto il Verziere era un Minus Habens… 🙂
La Milano popolare doveva sparire per fare posto alla Milano finanziaria e speculativa. Questa la verità !
Dall’Unita d’Italia proseguendo col fascismo e arrivando alla ricostruzione post bellica.
La guerra ha solo dato una mano al disegno. Ma gli abbattimenti sono continuati fino ai giorni nostri.
Una distruzione che non ha pari in Europa. Lì i centri storici sono stati ricostruiti e difesi dalla speculazione. Da noi NO.
Questa è la prova provata che il grigio topo per i palazzi ve lo hanno formattato nel cervello dopo gli anni 50.
Perché la piazza delle vecchie illustrazioni è un tripudio di ocra,crema,colori caldi più o meno accesi.
Si chiama programmazione neuro linguistica.
Ora nessuno mi parli più della sobrietà cromatica a Milano come un mantra please.
I palazzi in largo Augusto ormai ci sono e dobbiamo tenerceli, ma la situazione del suolo pubblico è indecorosa.