Circa alla fine di ottobre dello scorso anno, sono stati completati i lavori per il rifacimento del pavimento e i restauri al complesso monumentale della chiesa cinquecentesca di Santa Maria alla Fontana, a nord del quartiere Isola. I lavori hanno interessato soprattutto il pavimento, rinnovato in splendidi marmi policromi, e la copertura del tetto. La chiesa sorta sul luogo di una piccola cappella medievale costruita dove un piccolo avvallamento nel terreno raccoglieva le acque da una fonte di acqua sorgiva, ritenuta miracolosa. L’acqua di Santa Maria alla Fontana era particolarmente indicata per “curare” malattie come l’artrite o l’osteoporosi.
Nel 1507, per volontà del governatore francese di Milano Charles d’Amboise, fu eretta la nuova struttura. Il progetto della chiesa fu a lungo attribuito a Leonardo da Vinci, a causa della sua amicizia con il governatore – ma anche a Bramante e a Cristoforo Solari per la presenza di elementi architettonici ispirati dai monumenti classici – Questa credenza rimase irrisolta fino al 1982, quando l’archivista Grazioso Sironi ritrovò e pubblicò un contratto del 17 marzo 1508 in cui l’architetto Giovanni Antonio Amadeo appare come il vero progettista ed esecutore del santuario.
La chiesa nel corso dei secoli subì ogni sorta di modifica e situazione, anche perché dispersa nei boschi a nord del capoluogo. Così arrivò ancora incompleta all’inizio del 1900, quando si decise di completarla e definirla. L’aspetto odierno è per gran parte quello del primo Novecento ad eccezione della stupenda chiesa inferiore, dove si trova la fonte miracolosa.
Qui troverete la storia della chiesa e del santuario.
Di seguito tre immagini progressive che mostrano i progressi della facciata della chiesa, realizzati negli anni Venti.
Di seguito alcune immagini d’epoca della chiesa:
Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita,
il santuario con le 11 fontanelle e il chiostro è davvero molto bello, consiglio una visita (è aperto quasi tutti i giorni, mattino e pomeriggio).
della chiesa superiore invece la parte che preferisco è il coro ligneo (che manca in questo reportage fotografico)
E anche questo sagrato l’abbiamo trasformato in parcheggio privato…