Milano | Vigentino – Ciclabile di Viale Ortles, quasi ultimata

Il breve tratto di ciclabile realizzato in viale Ortles, tra via Adamello e via Orobia è ormai quasi ultimato con nuovi marciapiedi e nuove alberature.

Questo tratto di ciclabile, realizzato grazie agli oneri di urbanizzazione del complesso di Fondazione Prada e poi di Symbiosis, si unisce a quello di via Adamello che conduce agevolmente verso il parco sud e Vaiano Valle.

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24 commenti su “Milano | Vigentino – Ciclabile di Viale Ortles, quasi ultimata”

    • Grazie un corno…

      mica è un regalo, è a scomputo di oneri di urbanizzazione, sono soldi dovuti alla collettività, quindi soldi nostri.

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    • I privati non sono dei mecenati che visto che il Comune è così simpatico e meritorio, allora investono dei bei soldoni per far ciclabili e mettono alberi!

      Semplicemente i privati sono costretti da una legge della Repubblica Italiana (art. 16 comma 1 del Dpr 6 giugno 2001, n. 380) a corrispondere SOLDI ai Comuni quando costruiscono qualcosa.

      Il Comune può poi decidere di non farsi dare i soldi ma di fargli costruire qualcosa. Di solito il Comune sceglie di fargli fare qualcosa, anche perchè se se le ciclabili se le facesse da solo gli costerebbero probabilmente il triplo…

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      • Si ma io nono sto parlando di questo. Degli oneri di urbanizzazione, concordo con te e sono conscio di tutto quel che hai scritto. Vorrei solo dire che i progetti di investimento di Milano, continuano da molti anni perché le amministrazioni sono credibili e riescono ad interfacciarsi positivamente con gli investitori e delineano una strategia generale di sviluppo.

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        • ah ok. Ma a Milano è sempre stato così…ci siam fatti la M1 senza soldi dello Stato e messo in pista robe tipo Porta Nuova o il quartiere fieristico più grande d’Europa quando gli investitori esteri non venivano nemmeno per gli spettacoli alla Scala 🙂

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        • Viale Tunisia. 750 metri al costo di 800.000€?
          Poi ci saranno mille ottimi motivi ma se l’Amministrazione Pubblica fosse più efficiente del privato, si farebbe logicamente dare i soldi e si farebbe gli interventi da sola.

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          • Viale Tunisia non è stato fatto direttamente dall’Amministrazione pubblica ed è comunque e tutto da dimostrare che sia costata eccessivamente.
            1000 Euro al metro è quello che costa una pista ciclabile anche ad Amsterdam o Copenhaghen. Casomai è da chiedersi perché in viale Tunisia non hanno avuto il coraggio di ridurre la strada anziché il marciapiede.
            Comunque i motivi per cui le amministrazioni danno o non danno da fare i progetti all’esterno non sono mai legati ai costi che tendono ad essere sempre molto simili chiunque sia l’operatore.

          • Viale Tunisia è stata fatta da MM che è controllata al 100% dal Comune di Milano e quanto al costo le procedure per le gare d’appalto e relativi prezzi sono pubblici: http://www.metropolitanamilanese.it/contents/mm/Bandi/esito%20DEF2%20PISTE%20CICLABILI%20VLE%20TUNISIA.pdf

            Sui costi in altri paesi, ci son studi di tutti i tipi, come questo
            http://www.pedbikeinfo.org/cms/downloads/Countermeasure%20Costs_Report_Nov2013.pdf
            che (pag.12) ti da il costo minimo, medio e massimo per miglio (ossia il doppio di Viale Tunisia) in base a tipologia e complessità dei lavori.

            In ogni caso se compari i prezzi dei lavori pubblici in Italia con quelli di altri paesi trovi sempre discrepanze del genere quindi è probabilmente un problema strutturale (o di costi computati in modo diverso) e non necessariamente specifico del Comune di Milano. Che in ogni caso preferisce quasi sempre far sempre fare i lavori a scomputo dal privato e non direttamente.

  1. ma perché in Italia ci vuole tutto questo tempo anche per costruire una banale ciclabile?

    In qualsiasi altra parte d’Europa sarebbe stata pronta in 2-3 mesi.

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    • 2-3 mesi?
      Ha qualche dato in mano sul tempo necessario per costruire una ciclabile “in qualsiasi altra parte d’Europa” o parla solo per sentito dire?
      Se alcune città all’estero hanno estese e ben fatte reti ciclabili è perché hanno cominciato 40 anni fa e da allora hanno investito molto, con continuità, senza ideologizzazione e, soprattutto, senza mai sottovalutare o “banalizzare” la questione.

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        • Quelli del sito inglese che ha linkato non son sono dati ufficiali.
          Fonti più attendibili mi dicono che i lavori sugli Champ Elysees termineranno a Dicembre 2019. 14 Mesi di lavoro dunque e non 8.
          E’ comunque un tempo ridotto ma più realistico. Forse ce la faranno perché il lavoro è reso semplice dagli enormi spazi a disposizione, dalla totale assenza di veicoli in sosta e di incroci complessi lungo il percorso (questi lavori non includono i nodi terminali Etoile e Concorde).
          Forzare i tempi di lavorazione non è comunque sempre una scelta saggia. La velocità, anche nei cantieri, tende ad andare a scapito della sicurezza. Su quel cantiere parigino appena avviato hanno già avuto, dopo pochi giorni, un incidente gravissimo (mamma e un bimbo di 2 anni investiti da un mezzo del cantiere).
          Quanto infine a Corso Sempione il paragone è in questo caso davvero inutile perché non si possono confrontare da una parte i tempi di un cantiere dall’altra quelli dell’iter di condivisione e finanziamento di un progetto.

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      • infatti, manca tutto il tratto su via broni per collegarsi a via dell’assunta e via vaiano valle (sulle quali non c’è bisogno di una ciclabile).

        rimanendo su viale ortles, non so quanto avrà senso un tratto di ciclabile limitato a via adamello e via orobia. servirebbe su tutta la lunghezza da piazza bonomelli a via ripamonti.

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  2. Le ciclabili andrebbero fatte prima di tutto in centro o su rotte che portano al centro, non in mezzo al nulla. Possibile che in comune nessuno sia in grado di progettare un sistema di piste cilcabili interconnesse invece di costruire pezzi sparsi qua e là ?

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    • Il Comune ha in mano un sacco di ottimi progetti di piste ciclabili interconnesse che riguardano le radiali da e per il centro, qualcuno lo ha realizzato e altri li sta realizzando. Io penso che sia ancora troppo poco ma non è giusto dire che non si sta facendo nulla.
      Questa pista di viale Ortles è però realizzata a scomputo degli oneri dell’intervento della fondazione Prada e quindi non poteva che essere a servizio di questo nuovo insediamento.

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  3. Per l’anonimo che, giustamente, non vuole fake news e per tutti quelli che amano la precisione:
    1)Il comune di Parigi ha confermato che l’incidente sugli Champs Elysées è stato causato da una scavatrice impegnata sul cantiere della pista ciclabile.
    ” La mairie de Paris a indiqué à France Bleu que la pelleteuse appartient à une entreprise privée, qui est en charge de l’aménagement de la piste cyclable des Champs-Élysées. L’accident a eu lieu alors que le véhicule s’apprêtait à quitter le chantier”.
    2)14mesi invece di 8 vuol dire quasi il doppio del tempo: questo per un cantiere cambia davvero tutto.
    3)Il cantiere sugli Champs Elysées va da De Gaulle a Concorde (escluse) ed è lungo 1,84 Km e non 6,5 Km

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    • E’ vero, facendo una ricerca più approfondita si trovano dettagli più precisi. sull’incidente (e la Sindaca di Parigi mezza in lacrime), quindi visto che non sono trinariciuto, chiedo umilmente scusa :-).
      Non so quanto essere investiti da una scavatrice che fa retromarcia in una zona di lavoro sia sintomo di lavori fatti troppo in fretta ma questo commento agli articoli sull’incidente è interessante. Mi ha fatto sorridere perchè sembra di leggere i lettori di Urbanfile in versione francese 🙂

      Per chi lo capisce:

      Même si la responsabilité directe de ce drame semble incomber à la mère ou au chauffeur, c’est globalement cette hystérie maladive de travaux de voirie absurdes voulus par Hidalgo contre la volonté des Parisiens qui est à mettre en cause.

      Paris est devenu l’enfer.

      Combien de dizaines de places, carrefours et rues de Paris dans lesquelles le trafic automobile était parfaitement fluide autrefois et qui sont devenus des cauchemars à embouteillages depuis que Hidalgo a réaménagé ces places : voies de circulation restreintes pour rien, installation de feux inutiles qui bloquent ces voitures inutilement (on démarre d’un feu vert pour tomber sur un feu qui passe exactement au rouge) et aucun piéton n’en profite.
      C’est l’absurdité totale qui coute une fortune et génère une pollution gigantesque et hélas, indirectement, ces drames.

      La prochaine équipe municipale aura beaucoup de travail pour remettre Paris en état.

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