Milano | San Cristoforo – Via Watt, una strada in fermento…

Via Watt, in zona San Cristoforo, era una via decisamente di periferia. Aperta tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, venne intitolata all’inventore scozzese. Ancora oggi presenta un insieme di edifici ex-industriali e residenziali degni di nota.

Ad esempio, possiamo partire dagli stupendi edifici del primo Novecento che troviamo ai civici 2 e 4. Facciate decorate meravigliosamente in stile eclettico ma che tende già al Liberty. Dietro a queste stupende facciate rivestite in mattoni si celano quelle che erano le case di ringhiera degli operai delle fabbriche della zona.

Di fronte a questo gruppo di case si trova l’edificio liberty al civico 5.

L’edificio venne costruito un secolo fa come laboratorio per la scenografia “Bertini e Pressi”, proprio come fucina creativa delle quinte sceniche di molti teatri. In seguito è stato utilizzato dalla scenografia “Sormani”, nota per i suoi numerosi allestimenti (oltre duemila) che noleggiava previo adattamento a tutti i maggiori teatri del mondo.

Nel 1992 l’edificio è stato ristrutturato e oggi ospita aziende, artigiani e professionisti. La disposizione degli spazi di via Watt 5 ha permesso la convivenza di realtà molto diverse tra loro: corniciai, scuole di ballo, scuole di teatro, agenzie pubblicitarie, fotografi, scultori sono solo alcuni degli abitanti che animano questo luogo da anni (come recita il sito di via Watt5).

Tornando sul marciapiede pari, ecco il civico 6 che presto tornerà a nuova vita completamente risanato e ammodernato.

Infatti via Watt 6 diventerà Watt-Factory, un complesso residenziale molto interessante che conserva l’aspetto “industriale” che tanto piace e che in questa via trova le fondamenta.

Proseguendo verso Piazza Ohm, troviamo al numero 20 uno dei più brutti edifici della via, un pastrocchio (secondo noi) post-moderno realizzato però solo pochi anni or sono. Cornici in stile eclettico applicate su una facciata vetrata. Non ci convince.

A fianco è in corso un cantiere che trasformerà altri edifici ex-industriali con coperture a shed in nuove palazzine residenziali.

Si tratta di via Watt 22, dove la palazzina che affaccia sulla strada è stata appena completata e recuperata, mentre al momento sono ancora in corso i lavori alle palazzine della parte interna.

Sempre nel contesto dell’ex fabbrica Richard Ginori sulla Lodovico il Moro, si trova un edificio per uffici costruito negli anni Ottanta del Novecento che si aggiunsero al complesso ex industriale di via Watt 37. Oggi il tutto è stato convertito in spazi dinamici ad uso variegato e rinominato W37.

Dirimpetto ecco invece un edificio ex industriale costruito con ogni probabilità vero la fine degli anni Settanta del Novecento, oggi trasformato in fACTORy32. Anche questo spazio rigenerato come spazi per uffici e laboratori di nuova concezione, tutti immersi nel settore moda, fotografia e design.

La grande manifattura della Richard Ginori che impiegava anche un migliaio di operai/operaie, costruì nell’area circostante, oltre alle case per gli operai, anche un asilo, il Giardino d’infanzia Giulio Richard presente con la sua grazia di fine Ottocento in via Watt 39.

Qualche anno fa il piccolo edificio del primo Novecento è stato restaurato e riportato ai colori originali. Un vero gioiellino della prima Milano industriale.

Concludiamo la nostra esplorazione di via Watt con il complesso di via Watt 42, dove da qualche mese sono in corso le bonifiche al sito posto ad angolo tra le vie Watt e Morimondo con affaccio su piazza Ohm, per conto della Ashland Industries Italia Srl.

Alleghiamo anche due foto del confinante cantiere di via Pestalozzi 18 dove su progetto dello studio di Cino Zucchi Architetti, sta per sorgere un nuovo complesso residenziale.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

15 commenti su “Milano | San Cristoforo – Via Watt, una strada in fermento…”

  1. Ma davero costruire ancora condomini – per quanto carini e moderni – vuol dire riqualificare? In un quartiere dove non ci son piscine o campi da tennis, aree verdi o parcheggi, spazi per il tempo libero o teatri, si costruiscono altri comdomini.
    Che razza di imprevidenti e insulsi. E’ questa la riqualificazione delle periferie che la sinistra ha sbandierato come cavallo di battaglia prima delle elezioni?

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    • @Joe: Cioè tu hai a Milano una fra le migliori giunte di Italia per quanto riguarda riqualificazione, creazione del verde, sostenibilità dei trasporti. E ti lamenti.

      Se l’Italia fosse amministrata come Milano sarebbe prima in Europa e invece siamo il fanalino di coda grazie ai tuoi amichetti che ci amministrano così bene.

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      • Il tuo è un commento politico di parte senza alcun fondamento.

        Ad essere obiettivi, senza pendere ne a destra né a sinistra, guardando solo in fatti, questa giunta per il verde e la riqualificazione ha fatto veramente poco a parte continui proclami che poi non vengono applicati.

        Sarebbe interessante se tu potessi elencare cosa è stato fatto in questi 3 anni ricordandoci che siamo a Milano, città locomotiva economica del paese e da qualche anno anche locomotiva turistica.

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      • Milano è sempre stata amministrata bene dal dopoguerra ad oggi, non c’entra il colore della giunta.
        Ha gestito la ricostruzione in modo più ordinato di altre realtà, ha costruito infrastrutture di trasporto pubblico a partire dagli anni 60 (quando i soldi per queste cose c’erano), ha sempre avuto un welfare di buon livello. Si è riconvertita da città dell’industria a città del terziario e del turismo meglio di ogni altra città italiana.
        Piantatela col Bar Sport…piuttosto cerchiamo di capire quali siano le priorità dei prossimi 15 anni, vivere di investimenti internazionali legati al boom (bolla) dell’immobiliare va benissimo, ma non durerà in eterno.

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        • Giusto per rinfrescare la memoria agil amici di sinistra: il 90% delle riqualificazioni urbanistiche fatte a Milano negli ultimi 15 anni sono opera delle giunte “azzurre”. E lo sapete anche voi.
          Deto ciò, io mi riferivo al caso in oggetto e non pretendevo di fare un ecursus politico come avete fato voi che vi siete subito offesi e accesi.
          Converrete che in ia Watt non ci sia un filo di verde, non ci sia un parcheggio per chi abita e non ci sia la possibilità di praticare sport all’aperto, a meno di tuffarsi nel vicino naviglio. Poi se ritenete che queste cose siano di destra o di sinistra, fate pure: io parlo di cose concrete, voi di politica visto che siete espertissimi.
          Ribadisco che qui come in altri quartieri dove si è reso libero un buco tra centinaia di condomini, un parcheggio e un’area verde sarebbero stati più utili.
          Parlate pure di politica, ora: io mi siedo e mi diverto a sentire i vostri pensieri profondi.

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        • Si ma ne tu ne Joe avete risposto. Oltre hai proclami cosa ha fatto questa giunta per migliorare le condizioni di vita in questa città nei tre anni che è al governo ?

          Giustamente dici che bisogna focalizzarci sulle priorità per i prossimi 15 anni.

          Quali progetti ha messo in cantiere questa giunta. Per favore qualcuno me li elenchi e poi li paragoni alle promesse fatte in campagna elettorale.

          Non tifo ne a destra né a sinistra, mi limito solo a giudicare i fatti con obiettività e fino ad oggi dico che sono un po’ perplesso.

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  2. sarebbe stupendo che la via watt diventasse alberata…al marciapiede di dx e sx alberi…e una strada a senso unico….cosi da limitare il traffico a favore di un po’ di verde, nulla di impegnativo….e magari una ciclabile sarebbe veramente un super progetto

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    • Le strade a senso unico vanno bene quando c’è una vicina strada parallela da destinare al senso opposto. Altrimenti è un caos per chi ci vive.
      Son d’accordo invece per gli alberi. Per la ciclabile, invece, bisogna prima togliere le auto dei residenti, che non si divertono certo a parcheggiare in strada. Per loro servono garage dove infilarle. E farne uno al posto delle microaree di cui si parla sopra sarebbe stato un importante segnale inteligente.

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      • In realtà in prospettiva di limitazione al traffico sul Naviglio, la via Watt dovrà sostenere un po’ più traffico di adesso.
        Anche perchè se chiudiamo tutte le strade, al nuovo Ospedale sul Naviglio che rimpiazza San Carlo e San Paolo, come ci si arriva? Con le canoe?

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  3. È giustissimo chiedere a questa giunta sempre maggiore decisione e interesse per riqualificare le periferie.

    Milano deve ripartire.

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  4. Bel reportage, belle foto di una via che è sempre stata in fermento, anche quando non annoverava studi prestigiosi, laboratori creativi e complessi residenziali alla moda. Posso dare una mia interpretazione più “sentimentale” e poco legata all’aspetto storico-architettonico di questa strada che per anni ha fatto parte della mia quotidianità?
    Bene, i palazzi di via Watt 2 e 4… quante storie si potrebbero raccontare! Forse ci si sentiva più “in” perché, a differenza delle case di ringhiera di via Pestalozzi, noi avevamo il bagno in casa. Una bella conquista per palazzine nate per gli operai e diventate nel tempo molto ricercate per il loro stile e la loro storia. I ballatoi in comune, la vicinanza spesso troppo stretta con le altre famiglie, l’affaccio sul cortile con al centro un maxitombino che una volta all’anno andava svuotato… e tutti i bambini lì attorno a guardare, come se fosse lo spettacolo più affascinante del mondo. In quei cortili dove vigevano gli orari per giocare e se facevi rumore ecco che usciva la vecchia sciura di turno a gridare di fare silenzio… È che si sapeva tutto di tutti! La Gemma del secondo piano aveva la figlia separata (orrore!), la Linda di pianterreno era vedova, ma aveva una simpatia per il sciur Giuan di via Binda, e ti ricordi quando hanno trovato il povero Carlo morto nel letto e la polizia, i pompieri, l’ambulanza? E tutti lì, col naso in su, a guardare.
    E la strada… Ore 16, tutti fuori, se in cortile non possiamo giocare a palla stiamo sul marciapiede… Un due tre stella! L’elastico… il mondo coi gessetti colorati. Prendiamo la bici e arriviamo fino all’asilo, dai! Già, l’asilo… quella puzza di minestrone che permeava l’aria a pranzo… e le patate al prezzemolo che non sono mai riuscita a mangiare per il resto della vita. Torniamo indietro: al numero 5 c’è un artista famoso, un signore che scolpisce opere grandi e piccole. E al 6? Beh, quella è una fabbrica, fanno scatole di metallo… ma non tutti sanno che i proprietari hanno una compagnia teatrale e sono attori che viaggiano per il mondo e hanno vinto premi. A casa loro, proprio lì, tra i capannoni, si respira aria di arte. Se poi torniamo verso il 2 e il 4, i negozietti sono tutti in fila come bravi soldatini… l’osteria dove giocano a carte e bevono il vino, il lattaio, che buono il suo gelato fatto a mano e con vero latte!, il cervelé e poi il prestiné che fa la focaccia dolce che una fetta non basta mai… e dall’altra parte della strada, in via Binda, la posteria col suo profumo di caramelle e detersivi e il Bomba, il cinema dove ho visto tutti i film di Bruce Lee col nonno… Ore 18 si torna a casa. Domani si ricomincia.
    Beh, mi sono dilungata, ma via Watt meriterebbe molto più dei miei ricordi di bambina. Spero di non aver annoiato nessuno. D.

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