Stanno procedendo già da qualche settimana le demolizioni di un grande stabile adibito a uffici in piazza Ippolito Nievo.
Si tratta di una struttura risalente agli anni ’60 del secolo scorso che aveva ricevuto una serie di interventi di riqualificazione una decina di anni fa.
Al posto di questo grande edificio verrà realizzato un fabbricato in continuità con le strutture adiacenti da destinare a nuove unità residenziali.
Il progetto è certamente un miglioramento e si inserisce in un contesto sfigurato dall’edilizia selvaggia perpetrata a Roma nei decenni successivi al dopoguerra, anche se occorrerà aspettare la conclusione dei lavori per dare un concreto giudizio su questa nuova realizzazione.
Migliorativo? De gustibus…
Si trattava di uno stabile progettato dall’arch. Bruno Scafi, risalente alla fine degli anni Sessanta. Ottimo professionista e architettura datata ma pregevole. Quanto al “contesto sfigurato dall’edilizia selvaggia perpetrata a Roma nei decenni successivi al dopoguerra”, mi permetto di dissentire. L’area occupata dal sedime ferroviario della ex-stazione di Trastevere fu urbanizzata in virtù di un piano particolareggiato di attuazione del piano regolatore generale del 1931 (il 96 bis, se non ricordo male), che per l’accuratezza rappresentava certamente un progresso rispetto alla maniera con cui furono redatti tanti strumenti attuativi di quel PRG.