Milano | Centrale – La croce del piccolo partigiano è tornata, in pietra però

Ricordate la vicenda della croce dedicata al giovane partigiano Angelo Squassi in piazza Duca d’Aosta in Centrale? Dopo mesi di apparente abbandono da parte del Comune, è stata invece “rigenerata” e consegnata alla città completamente rinnovata, non più in rame, ma in pietra.

La lapide, che era stata gravemente danneggiata da ignoti, nel 2016/17, presentava originariamente una lastra di marmo bianco con incisa l’epigrafe del quattordicenne ucciso alla vigilia della Liberazione, e una semplice croce in rame. Inizialmente venne spezzata, come calpestata. Dopo il restauro avvenuto il 7 aprile 2017, purtroppo il vandalismo al piccolo memoriale non si fermò e la croce, venne “asportata e rubata” da ignoti solo dopo pochi mesi dalla sua ricollocazione, lasciando nuovamente la lapide spoglia della croce.

In particolare, ora la croce in rame è stata sostituita da una in pietra grigia, di modo da non essere più facile preda di vandalismo.

Si tratta di una croce che ricorda che qui il piccolo Squassi Angelo, un partigiano di 14 anni, veniva fucilato dai nazisti il 23 aprile del 1945, solo due giorni prima della liberazione, a ricordo del sacrificio di tanti milanesi che si sono battuti per la libertà.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Centrale – La croce del piccolo partigiano è tornata, in pietra però”

  1. Disapprovo l’atto vandalico, d’altra parte un paese laico e men che meno una città multiculturale e multietnica come Milano, non dovrebbe ostentare simboli della religione cristiana nelle sue strade. Facile che qualcuno abbia comprensibilmente interpretato la presenza di tale croce come un simbolo di esclusione settaria. Sono sicuro che il piccolo partigiano, morto per la libertà dalla barbarie e dall’oscurantismo (in questo caso quella del nazifaxxismo), ma anche il grandissimo Papa Francesco (il quale ha denunciato i discorsi violenti e mortiferi dei politici faxxopopulisti), sarebbero entrambi del medesimo avviso.

    Rispondi
  2. Bene che l’abbiamo ripristinata, anche se la pietra, più durevole contro gli agenti atmosferici, potrebbe non esserlo contro i pirla!

    In ogni caso quella povera lapide semi nascosta non rende giustizia alla tragica fine di un ragazzo che ha perso la vita per liberare il paese dai nazi-fascisti. Che siate o meno d’accordo con ideologie varie e in pace o in rottura con la storia, è da codardi e ignoranti deturpare la lapide di qualcuno che credeva che le proprie azioni avrebbero fatto il bene delle persone, offrendogli un futuro migliore.

    Non sarebbe meglio creare un podio, magari protetto da una cancellata in stile, su cui appoggiare la lapide per renderla più visibile e più protetta?

    Cordialità

    Rispondi
    • In questo specifico caso però, il codardo ignorante non ce l’aveva col ragazzo o coi partigiani, ma con la croce.
      Tutto il resto infatti lo aveva lasciato intatto.

      Rispondi
      • Quindi supponi possa essere stato qualcuno infastidito dalla croce? A questo punto però può essere stato chiunque. Anche chi sostiene a spada tratta l’operato dei partigiani.

        In ogni caso sempre da codardi e ignoranti è un comportamento del genere.

        Cordiali saluti

        Rispondi

Lascia un commento