Aggiornamento fotografico dal cantiere di via Zecca Vecchia nel distretto delle Cinque Vie nel Centro Storico di Milano, area delicata dove sorgeva l’antico Foro romano e dove sono in corso ancora le indagini archeologiche del caso prima di poter costruire il nuovo edificio ricettivo che cambierà volto al quartiere, compresa piazza Santo Sepolcro.
Il progetto è sviluppato da Rimond.
L’area, di 3800mq, al momento è un sito archeologico dove la Sovrintendenza sta compiendo indagini archeologiche. Sembra siano stati rinvenuti muri di varie epoche, infatti qui vi erano degli edifici storici sino alle demolizioni degli anni Trenta, poi sostituite dal famoso Garage Sanremo, una struttura “temporanea” rimasta per 70 anni. Così oltre alle fondamenta e alle cantine dei vecchi palazzi, pare siano stati rinvenuti manufatti dal periodo medievale a quello della Mediolanum romana, ma anche oggetti che risalgono ad epoche più antiche.
Qui la storia dell’area e una nostra vecchia proposta.
La costruzione dell’edificio che dovrebbe occupare l’area, al momento è stato sospeso, in attesa di capire cosa riservi l’area e come procedere. Anche il costruttore, pare stia valutando se proseguire con l’idea di un edificio ricettivo o di uno residenziale. Oppure tutto dipende da cosa salterà fuori e dall’importanza dei ritrovamenti, e quindi, eventualmente lasciare l’area come sito archeologico aperto alla città.
Nel frattempo, pare siano già pervenuti in municipio i disegni di come sarà riqualificata piazza San Sepolcro, intervento collegato alla costruzione del nuovo immobile.
Cinque Vie, Ex Garage Sanremo, Archeologia, Scavi, Via Zecca Vecchia, Piazza San Sepolcro, Mediolanum, Riqualificazione
riaprite il Foro Romano dov’era – com’era! di palazzi moderni o finto antichi a Milano e n sono una braccata! fate cose belle !
A volte mi chiedo se la gente riflette o verifica un attimo prima di commentare… “dov’era e com’era” era il motto della ricostruzione postbellica dei monumenti bombardati, cioè di edifici che esistevano fino al giorno prima.
Qui stiamo parlando di un complesso di edifici che non esiste più “com’era” da almeno 1.500 anni e che comunque sarebbe impossibile da ricostruire “dov’era”, dato che il centro del foro era sotto piazza San Sepolcro, e penso che perfino tu nel tuo delirio passatista ti renda conto che non si possono abbattere la Basilica o l’Ambrosiana.
Inoltre, non so se l’hai notato, ma qui non siamo a Roma dove del foro sopravvivono interi brani di edifici (e neanche a Brescia col suo meraviglioso Capitolium patrimonio Unesco)… qui stiamo parlando di una pietra qui e un pezzo di muretto là… “com’era e dov’era” è una pia illusione a meno di non voler ricreare un falso storico degno di Las Vegas.
La mia è chiaramente una provocazione. 🙁 Credo che cosa sarebbe impossibile da fare digerire ai più anche delirando e demolendo/ricostruendo edifici. L’importante è riflettere su un’immagine di questo quartiere come renderla più gradevole e funzionale. Anche se si forzasse la cosa con un chiaro falso storico per dare un’immagine antica non vedo il problema. Duomo e Castello Sforzesco ne sono due esempi clamorosi. A chi interessa più andare a verificare se una pietra o un portico è archeologicamente pertinente oppure no? Sulla Scala hanno saputo costruire un’astronave orribile dopo averla ricostruita da cima a fondo. E di esempi analoghi ce ne sarebbero ancora molti. Direi che Milano sembra non pensare tropo alla filologia storica quindi, dare un prestigio anticheggiante in pieno centro storico , ma perché no? Un foro Romano? A me piacerebbe. Barcellona si è costruita una cattedrale Neogotica che non aveva, piace a tutti, e ormai sembra autentica. Anche la sagrada Familla, il progetto che stanno concludendo originariamente di Gaudi ha solo poche parti a lui attribuibili, ma lo hanno mantenuto. E’ un falso storico. E allora? La verità è che Milano come città oggi manca di una forte identià. È tropo frammentaria, incompiuta, vuota e astorica. Perché non fare un po’ di maqillage architettonico?
Per favore, ci proponga un paio di esempi di “cose belle” fatte in altre città italiane o europee. Grazie!
E’ cosi’ ingenuo da credere che non sia capace di proporle cose belle fatte fuori Italia? la lista è lunga e anche l’Italia nel passato ha fatto cose egregie …L’idea di presente o futuro in Italia è evaporata insieme alla sua qualità della vita. Semplicemente è assente. E non è un caso che le due cose si combinano insieme. Quando va bene si fanno condomini degni di geometri di terza categoria. Quindi brutti. L’architettura italiana è ormai solo una forma di storia dell’arte del passato. Serve per sfoggiare conoscenza e non per progettare con scrupolosa consapevolezza elementi urbani.
Che le due cose si “combinino”. Se vogliamo parlare di qualità della vita, di bellezza dell’Italia e di grande passato, magari cominciamo non maltrattando la nostra bellissima lingua.
Il quartiere delle Cinque Vie, unico nel suo genere andrebbe riqualificato completamente ed in molti casi reso pedonale. Si tratta di una zona di enorme faxino e potenzialità sconosciuta alla maggior parte dei Milanesi e alla totalità dei turisti.
Piano piano vedrai che succederà. Questa iniziativa potrebbe essere il primo passo. Pedonalizzarlo tutto è impossibile perché, che tu ci creda o no, lì ci vive anche della gente, ma sicuramente si possono pensare a soluzioni che privilegino la mobilità dolce, tipo corso Garibaldi.
Ho l’impressione leggendo i precedenti commenti, che sia un po’ sfuggita quella che potrebbe essere la vera notizia “bomba” di questo bell’articolo. Mi riferisco alla frase “rinvenuti manufatti dal periodo medievale a quello della Mediolanum romana, ma anche oggetti che risalgono ad epoche più antiche”.
Epoche più antiche, per come capisco io, dovrebbe voler dire che da questo cantiere potrebbero venire fuori novità sulla città preromana potenzialmente tali da obbligarci a riesaminare e forse correggere le più diffuse opinioni sulla sua consistenza topografica. Magari non una novità in senso assoluto (c’erano già state avvisaglie dagli scavi di poche decine di anni fa alla Banca d’Italia, tanto per fare un esempio), ma sospetto trattarsi di una “indiscrezione” che potrebbe rivelrsi, quando confermata, tutt’altro che di poco conto per una lettura anche di storia urbanistica della Città.