Milano | Porta Nuova – Il poco rispetto anche per la torre Breda

Ultimamente non parlavamo molto di questo fenomeno perché ci sembrava di esser ripetitivi e di non contribuire a risolvere o a evidenziare questo problema che affligge le nostre città e in particolare Milano, ovvero gli scarabocchi e le tag sui muri dei palazzi.

Siamo a Porta Nuova, in piazza della Repubblica, ai piedi di una dei più prestigiosi grattacieli storici di Milano, la torre Breda (il cui nome ufficiale è Grattacielo Milano), e come si vede, gli “imbrattamuri” non hanno risparmiato lo storico edificio.

La torre Breda è il grattacielo che si trova in piazza della Repubblica all’angolo con via Vittor Pisani e viale Tunisia. Alta 116,25 metri per 31 piani è tra i più alti grattacieli di Milano. Fu costruita tra il 1950 e il 1955, su progetto di Eugenio ed Ermenegildo Soncini e Luigi Mattioni.

Troviamo vergognoso cha a Milano non si combatta questo fenomeno che deturpa e distrugge palazzi storici e non, oltre a rendere degradato il contesto urbano.

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28 commenti su “Milano | Porta Nuova – Il poco rispetto anche per la torre Breda”

  1. Se come d’incanto questi scarabocchi scomparissero da tutta la città, ci sarebbe una generale percezione di minor degrado davvero significativa.

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  2. Beh tenendo conto che il comune si e’ messo a colorare le uscite del passante, sancendo che quella zona e’ periferia, (secondo me pensano seriamente che fuori da piazza scala e piazza duomo ci si trovi gia’ fuori dal centro) direi che gli imbrattamuri si sono sentiti autorizzati a dare il loro contributo.

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    • Hai sbagliato bersaglio.

      il responsabile della mancata pulizia delle entrate (e anche delle stazioni) del Passante è RFI, che è il proprietario dell’infrastruttura.

      Al contrario ATM (cioè il Comune, suo principale azionista) le entrate della metro le pulisce regolarmente, e infatti rarissimamente le vedi scarabocchiate.

      Il Comune ha avuto un’idea per tamponare la latitanza di RFI, forse un po’ ingenua, ma che poteva avere un senso: ha pensato che se le uscite venivano decorate con della street art, forse i graffitari non avrebbero deturpato le opere dei loro “colleghi”.

      Ma siccome i taggari non sono street artist, ma solo cani che pisciano per segnare il territorio, dopo un po’ hanno scarabocchiato di nuovo le uscite nonché gli edifici limitrofi.

      Quanto al paragone centro-periferia, basta farsi un giro nella super-taggata via Torino per capire quanto sia insulso.

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  3. Sinceramente penso che l’unica soluzione sia quella di obbligare i proprietari degli immobili a tenere pulite le facciate degli edifici se no vengono multati, purtroppo non vedo altre soluzioni…

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    • Così non solo si subisce un danno ad un proprio bene, ma si è pure obbligati a porvi rimedio pena multa? Non sarebbe giusto nemmeno se tutte le ripuliture venissero addebitate si conti pubblici

      Invece cominciano ad avere tolleranza zero per chi rovina beni pubblici e privati e costringe a sprecare risorse per ripulire quanto deturpato. Questa gente andrebbe costretta a ripagare in toto I danni arrecati (tra l’altro in linea puramente teorica, visto che ‘sti geni amano lasciare la propria firma, non sarebbe troppo difficile fare quattro calcoli dell’impatto individuale di ognuno di questi artisti), arrivando a pignorare la casa per coprire il dovuto, se necessario

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      • Già, peccato che qua non siamo in America dove ti fai la proverbiale notte in cella per un nonnulla e magari la volta dopo ci pensi due volte.

        Puoi avere tutta la tolleranza zero del mondo, ed eserciti di vigili e poliziotti per implementarla, ma se poi il giudice assolve il taggaro perché “è arte” (è successo più di una volta) o dichiara la non punibilità per tenuità del fatto (è successo pure questo), oppure l’avvocato fa appello fino in Cassazione e la causa va in prescrizione o comunque la pena, già ridicola, viene ulteriormente ridotta… siamo punto e a capo.

        L’onnipresenza delle tag, nonostante una legge contro l’imbrattamento ovviamente esista, è solo un sintomo di un problema più grande, cioè che in Italia la legalità è una beffa. Chiediamoci per esempio come mai siamo l’unico Paese al mondo dove non esiste alcun filtro all’appello e anche la causa più infima può finire in Cassazione, spesso morendo per prescrizione nel frattempo.

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        • D’accordissimo.
          Ma l’alternativa qual’è?

          Penalizzare i proprietari già vittime del reato (chiamiamolo con il loro nome) addirittura multandoli per non aver posto rimedio immediatamente ad un vandalismo altrui?
          Lasciare edifici in stato penoso per non colpire l’innocente proprietario vittima e non potendo colpire il vero responsabile uccel di bosco?
          Pulire tutto a spese pubbliche?

          La cronaca può far pensare che non ci sia una via d’uscita, ma la proposta deve andare nella direzione della protezione della proprietà

          Altrimenti mi sembra legittimo che un proprietario possa prendere misure per difendere i propri beni e prevenire imbrattamenti di cui verrà considerato unico responsabile. Se io trovo un genio di questi che mi sporca il muro, posso prenderlo a calci e non essere punito per tenuità del fatto?

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      • Ma infatti l’obbligo di tenere pulite le facciate non esclude la tolleranza zero. Ci vorrebbero pene e sanzioni severissime per gli imbrattamuri. Poi anche il comune dovrebbe fare la sua parte, le facciate delle scuole, per fare un esempio, sono tenute in condizioni vergognose…

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  4. Concordo in toto, ma trovo altrettanto vergognoso che i proprietari del palazzo non ripristino lo stato di decoro con una “semplice” pulizia delle pareti imbrattate.

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    • concordo. se ognuno si pulisse il suo pezzettino, cosa che costa poca fatica, avremmo risolto l’80% del problema.

      Purtroppo per questa come per tante altre cose manca in Italia la cosiddetta sanzione sociale: non serve una legge per far rispettare un determinato comportamento, perché basta la riprovazione della comunità verso chi non lo fa. Invece, tristemente, sembra non fregargliene niente a nessuno.

      In molti Paesi (ad esempio in molte parti degli USA) se non sei tu di tua iniziativa che ti pulisci il muro di casa, sono i vicini che te lo fanno notare e ti chiedono di farlo.

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      • Ma capisco quello che hai scritto? La sanzione sociale verso la vittima è il mondo che va s ad L contrario.

        Vogliamo sanzionare socialmente la vecchietta che viene scippata (perché va in giro con i soldi? perché crea costi per il sistema sanitario nazionale se deve ricorrere a cure mediche?), il pedone o il ciclista investito da un’auto (scendono in strada a loro rischio), le donne che subiscono violenza…

        I crimini hanno un peso diverso, ma non si può derubricare a ragazzate vandalismo puro come questo. E ribaltare la responsabilità della pulizia sui proprietari, con toni che minimizzano il danno arrecato e le relative responsabilità di chi lo ha perpetrato è inaccettabile

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        • In effetti no, non hai capito nulla. Sanzione sociale non significa affatto spostare la responsabilità sulla vittima.

          “Sanzione sociale” significa che in determinate società non c’è bisogno di codificare e punire per legge minuziosamente ogni singolo comportamento negativo, come in Italia, perché basta già la riprovazione della collettività come deterrente.

          Facciamo un esempio scemo. Se un politico viene condannato per corruzione in Scandinavia, anche se non va in galera nessuno lo rieleggerà mai più e probabilmente anche amici e parenti se ne tengono lontani come un paria. In Italia sta fermo un giro e poi si ripresenta come se niente fosse, e magari molti lo ammirano pure perché è stato un furbo.

          Non so se così il concetto è più chiaro.

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          • Sei tu che non capisci quanto tu stesso hai scritto sopra.

            Se mi dici sanzione sociale per chi imbratta i muri, sono perfettamente d’accordo, anche se temo i dementi con bomboletta spray potrebbero non essere particolarmente impressionati dalla cosa, e forse reagirebbero di più ad una sanzione pecuniaria robusta.

            Ma l’esempio che hai fatto nel post precedente “In molti paesi (ad esempio in molte parti degli USA) se non sei tu di tua iniziativa che ti pulisci il muro di casa, sono i vicini che te lo fanno notare e ti chiedono di farlo” indica una sanzione sociale a carico del danneggiato non del danneggiante. A meno che uno non si sua imbrattato il proprio muro, nel qual caso le due figure coincidono.

            Allora se parli di riprovazione della società sufficiente come deterrente, mi chiedo se tu la suggerisca verso l’idiota che ha fatto il tag o il poveraccio che lo ha subito e non l’ha pulita immediatamente a proprie spese (salvo poi trovare un secondo giro di scritte la notte dopo)

            L’esempio dell’ultimo post è scemo come giustamente anticipi tu. Corretto, ma lapalissiano.

    • già già, le gride manzoniane.

      se bastasse fare una legge l’Italia sarebbe il paese più legale del mondo. ci sono più fattispecie di reato nel codice penale italiano che in quelli di tutti gli altri paesi occidentali messi assieme.

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  5. Scusate ma se i bimbiminkia non si fanno problemi a deturpare un monumento con 1.800 anni di storia come la basilica di San Lorenzo, secondo voi se ne fanno per la Torre Breda????

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  6. Fate un salto alla fermata del 7 “Arcimboldi Ateneo nuovo”. Si trova in quello stato dal oltre un decennio. E’ evidente che la cialtroneria fa parte di Milano.

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  7. Credo che l’elemento chiave sia una non volontà reale di arginare un fenomeno molto italiano e milanese tanto che vengono writers da altri paesi certi di non punibilità reale (vedi il 16nne tedesco preso questo mese deposito della metro.
    La zona del grattacielo è ancora + imbarazzante perché dovrebbe essere videosorvegliata. Ci vuole una ricetta Giuliani (agire il giorno dopo evento, sempre) e per i rei non il carcere che costa, ma sanzioni di centinaia € (costo pulizia + sorveglianza) e se straniero spese a carico del consolato con foglio di via

    Ma per farlo bisogna piantarla con gli ammiccamenti della giunta

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  8. Tanto questa zona fa schifo già di suo.

    Piena di automobili abbandonate li per strada.

    Non è una piacevole zona pedonale.

    Brutta e piena di lamiere

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    • E allora? La trasformiamo in discarica a cielo aperto? La diamo per persa?

      Oltre alle crociate contro le auto, facciamo battaglie anche contro chi insozza la nostra città. C’è una disgustosa preferenza di alcune cause sopra altre…

      Troppe auto, escrementi di animali domestici non puliti dai padroni, tag, mozziconi di sigarette gettati sul selciato, avanzi di cibo ed altre forme di spazzatura lasciati in giro contribuiscono a rovinare la qualità della vita di una città. Combatterle tutte è un approccio coerente, andare a macchia di leopardo, spesso mossi da ragioni ideologiche è patetico

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      • Però a City Life e in piazza Gae Aulenti e dintorni non c’è una sola tag. Che ci sia una discreta ma efficiente sorveglianza? Non si può organizzare anche altrove con una cooperazione fra condominii di uno stesso quartiere per condividerne il costo?

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        • Il problema non sono le auto ma il fatto che Vittor Pisani è un deserto disabitato con solo uffici e qualche bar/ristorante che serve gli uffici. Unica eccezione le torri d’angolo con viale Rubidia, ma il cono d’ombra del resto della via sia estende anche lì.

          Alla sera e nei weekend non ci passa nessuno, a prescindere dalle auto. E il tuo controllo sociale va a farsi benedire. Il controllo deve essere dei servizi d’ordine pubblico visto che i comportamenti che danneggiano bene provato e pubblici sono reati

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  9. Io inizierei con l’aumentare i prezzi di marker e spray usati per fare le tags. Mica vengono fatte con gli spray comprati dal ferramenta e gli Uni Poska presi in cartoleria. Ci sono markers ad hoc e spray a cui cambiare i cap per avere quelle linee sottili o spesse.
    C’è un mondo dietro, di cui le tags sono una piccolissima parte. Ma se magari, si mettesse una tassa all’origine, sui prodotti venduti per quei fini, quei soldi potrebbero essere usati per ripulire i danni causati.
    Ciò comunque non risolverebbe il problema. Ci vuole cultura, a partire dalle scuole, creando senso civico e del “bello” per arrivare all’amministrazione che potrebbe prevedere spazi ad hoc per questo tipo di “espressioni”. Proibire solamente serve a poco.

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