In zona Corso Magenta/Sant’Ambrogio/Cattolica, si trova un piccolo giardino ricavato dagli sventramenti causati dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e da un piano urbanistico scellerato che per fortuna non è mai stato portato a compimento. Il luogo in questione è il Giardino Calderini.
Il giardino Calderini è dedicato allo storico, archeologo e professore dell’Università Cattolica scomparso nel 1968, Aristide Calderini.
Al suo posto vi erano, oltre ad un giardino privato, diverse abitazioni distribuite lungo le vie Sant’Agnese e Nirone. Una di queste abitazioni era un nobile palazzo quattrocentesco, “Casa dei Corii”, dal nome della famiglia legata alla corte dei Visconti prima e degli Sforza. Nel palazzo vide la luce Bernardino Corio, che sarebbe diventato il più importante storico degli Sforza. Pare che Bramante progettò il palazzo.
Purtroppo i bombardamenti del 1943 distrussero buona parte dell’area e ora rimane solo una porzione del grazioso cortile porticato della nobile casa.
Dopo la guerra, il comune acquistò l’area per permettere la costruzione della famosa “Racchetta“, la grande arteria già pensata negli anni Venti e Trenta del Novecento. Questa doveva andare da piazza San Babila e, tagliando centro storico di Milano, doveva sbucare all’incrocio con Corso Magenta e via Carducci, passando da piazza Missori, via del Bollo, via Brisa e, appunto, “girando” proprio in questo punto. Per fortuna questa strada si è arenata in piazza Missori (Corso Europa, Via Larga e via Albricci ormai erano state fatte), lasciando il resto in attesa.
Così, del palazzo oggi rimangono solo i resti del portico, con archi a tutto sesto (tamponati con dei muri per evitare il crollo), colonne e alcune statue, ricoperte in parte dalle piante rampicanti, circondati da un piccolo giardino con piante e cespugli.
In queste ultime settimane il giardino è stato riqualificato e sistemato con nuovi percorsi pedonali, nuove alberature e nuove sedute, create soprattutto per gli studenti del campus della Cattolica.
Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
Porta Magenta, Corso Magenta, Giardino Calderini, Cinque Vie, Via Sant’Agnese, Sant’Ambrogio,
Ma perché eliminare tutto quel verde per fare aiuole di cemnto?
Quanti pomeriggi passati a cazzeggiare al posto di studiare. Bello che lo abbiano sirtemato
Sicuramente era da sistemare, però il contrasto tra l’esistente e il nuovo, soprattutto nei materiali, é impietoso. L’unico giardino di recente progettazione con un fascino misterioso e suggestivo paragonabile ai più antichi é il parco Portello