Con ogni probabilità la riqualificazione dell’ex Palasharp di Lampugnano in via Sant’Elia partirà il prossimo autunno. L’intervento di ripristino ha un costo di 13 milioni 349 mila euro. Il nuovo Palasharp o Milano Hockey Arena, come verrà rinominata, avrà una capienza di 8.200 posti per le manifestazioni sportive e 9.700 per gli eventi di spettacolo. La tensostruttura ospiterà le competizioni di hockey su ghiaccio femminile in occasione dei giochi invernali di Milano-Cortina del 2026.
La commissione valutatrice del Comune si è insediata: dalla prossima settimana verranno vagliate le offerte pervenute da Ticketone e dal gruppo di imprese che fa capo a Forumnet per la ristrutturazione e gestione dell’impianto di Lampugnano.
Ad ogni modo, all’avvio del cantiere si dovrà trovare una soluzione per l’altra tensostruttura collocata a lato del Palasharp. Attualmente quest’altra ospita la comunità islamica per la preghiera del venerdì. Perciò si pensa già a ricollocarla altrove, come, ad esempio, il parcheggio Trenno di via Novara.
Immagini:
Lampugnano, Palasharp, via Sant’Elia, Milano Hockey Arena, Monte Stella,
Nel 2021 a Milano ancora non c’è una moschea per permettere ai musulmani di pregare dignitosamente, che schifo, e lo dico da ateo.
La preghiera è fatto interiore.
Chiese, moschee, sinagoghe sono retaggi superati.
Forse sei ateo proprio perché hai sempre cercato, ed evidentemente non trovato, qualcosa fuori. Cerca dentro.
Allora chiudiamo le chiese, le basiliche e la sinagoga di Milano e apriamole come musei. Che ragionamento è? Tutti hanno luoghi decorosi dove riunirsi e pregare ma i musulmani devono andare in un parcheggio. Ma tutto okay? Per non parlare del suo giudizio sul mio percorso spirituale basandosi solo su un commento di due righe.
Credo di capire dall’articolo che nel parcheggio ci andrebbe la tecnostruttura, non i fedeli a pregare in mezzo alle auto in sosta. 🙂
Certo, ma una tensostruttura non è paragonabile a una moschea, ovvero una struttura permanente.
Non si preoccupi l’Italia avrà presto le sue moschee e i quartieri dove le donne seguono i mariti a due passi di distanza coperte dalla testa ai piedi. Il progresso e la dignità arriveranno come già successo in altri paesi europei non si allarmi.
Sono tranquillissimo infatti, le consiglio però di informarsi meglio, in Italia le moschee già ci sono (Roma, Palermo, Segrate (alle porte di Milano e non mi sembra che le donne camminino due passi dietro gli uomini), Catania, Torino, Ravenna, Forlì, Piacenza, etc… I suoi allarmismi sono spazzati via dai FATTI. Torni a vomitare odio da qualche altra parte, grazie.
Non le risulta che le donne musulmane, sempre che ammesse, devono stare nella parte posteriore della moschea?
Strano, evidentemente lei non è musulmano.
Anche le donne ebree hanno un trattamento simile nelle sinagoge. E differenze sessiste le troviamo anche nel cattolicesimo (le donne non possono diventare sacerdotesse) che fortunatamente ha subito molte influenze dall’illuminismo europeo.
Ah ecco, allora tutto a posto…
Grazie Andrea delle tue immancabili chiose.
E che non possono andare in bicicletta?
Quindi Andrea, piste ciclabili solo per uomini.
A MIlano è stata costruita la prima moschea d’Italia nel 1979, al confine con Segrate. Esistono decine di moschee e sale da preghiera a Milano, in edifici riadattati. I musulmani possono costruire una moschea con propri fondi. Finora non l’hanno fatto.
Non hanno nemmeno una rappresentanza unitaria per ottenere l’otto per mille, e non perché qualcuno glielo impedisca, ma perché sono realtà culturalmente frammentate in comunità nazionali e scuole di pensiero più o meno aperte all’esterno laico.
Sono d’accordo. Penso che la comunità musulmana accetterebbe volentieri l’offerta di una moschea, che aiuterebbe l’integrazione. I luoghi di culto non sono solo per pregare, e la preghiera non è necessariamente un’azione solitaria. Tutti i luoghi di culto sono centri di ritrovo sicuri per la comunità che ne usufruisce, oltre la religione svolgono un’azione sociale. Chi poi preferisce fare un percorso ‘interiore e solitario’ ben venga, ma una città come Milano, aperta e cosmopolita, dovrebbe offrire dignità a tutti.
Per quanto riguarda il Palasharp, più che riqualificazione andrebbe ricostruito ex novo.
Ma per cosa verrà utilizzato dopo le olimpiadi questa nuova struttura? Ci sono gia palalido, forum, arriverà l’arena di santa Giulia, non saranno troppe tutte queste strutture?
Solo ed eslusivamente a condizioni di reciprocità per pregare non serve un
posto fisso in muratura se a loro non sta bene liberissimi di andare dove si può e non avanzare pretese in un paese che li ospita e sfama
Chiese. A tutt’oggi non vi sono chiese ufficiali in Arabia Saudita, per nessuna denominazione cristiana. Il piccolo numero di cristiani sauditi esistenti si riunisce in chat su Internet e attraverso riunioni private.
In Arabia Saudita i culti non musulmani sono proibiti per legge. Convertire dall’islam a un’altra religione o rinunciare all’islam è considerato apostasia ed è un reato capitale, che può essere punito anche con la pena di morte. Nel Paese è punita con la pena capitale anche la diffamazione dell’islam (reato di blasfemia).
Di conseguenza, è vietata qualsiasi manifestazione pubblica della fede cristiana; la polizia religiosa saudita (Muṭawwiʿa) ha il compito di reprimere le celebrazioni clandestine. Ai sacerdoti cattolici è negato l’ingresso nel Paese.
ps senza voler dimenticare il terrorismo islamico o la vostra memoria è troppo labile
Quindi di fatto si terrà l’involucro e si rifarà l’interno? Speravo in una struttura nuova, il Pala Trussardi (rimarrà sempre quello il suo nome per me) ha sempre restituito la sensazione di “provvisorio”, peccato non riuscire a sostituirlo con qualcosa di “definitivo”.
Un anno? Anche troppo.
Ci passo due volte a settimana e l’area è sempre più degradata e sporca… Per non parlare dell’autostazione.
Mi auguro che questa riqualificazione comprenda (e per l’ennesima volta) la stazione ma anche l’area che va verso via Croce… Ci sono vialetti senza nemmeno un lampione che non raccomando di fare dopo una certa ora (e per fortuna che ci sono i ragazzi dello skate park vicino) per non parlare degli accampati tra gli alberi (e lo dico con dispiacere per la disperata situazione)