Milano | Porta Vercellina – Nuovo intervento che farà discutere in via Dezza

In questi giorni si è cominciato a spacchettare dalle impalcature il cantiere per il sopralzo e riqualificazione dell’edificio all’interno della Casa di Cura del Policlinico in via Dezza 48 a Porta Vercellina.

Lo Studio Marzorati Architettura ha progettato, assieme allo studio di ingegneria Stefano Rossi, l’ampliamento di due piani dell’edificio anni Venti e Trenta della Casa di Cura .

Già definito dalla pagina Instagram architerror (pagina che raccoglie architetture alquanto discutibili, sempre secondo gli autori): la zuppa inglese, per via della combinazione di colori, ocra per il palazzo sottostante d’epoca, un piano di “rottura” color rosso intenso e due piani color panna. Sicuramente l’intervento non passa inosservato e sicuramente farà storcere il naso a molti.

Qui il cantiere a giugno.

L’edificio originario, un tempo una palazzina separata dal contesto, venne edificata nel 1924 da Erminio Alberti in stile eclettico. Lo stesso architetto della Casa di San Giuseppe in via Caravaggio 10 e realizzata nello stesso periodo.

Ecco come si presentava il palazzo negli ultimi anni.

Immagini: Urbanfile; victorrafaelveronesi

Porta Vercellina, Via Dezza, Cantiere, Sopralzo, Casa di Cura del Policlinico

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

12 commenti su “Milano | Porta Vercellina – Nuovo intervento che farà discutere in via Dezza”

  1. Trovo vergognoso che simili interventi siano consentiti, i sopralzi sono letteralmente una vergogna. Un’altra via scempiata. Ben fatto.

    Rispondi
  2. Ma come è possibile che oggi siano ancora permessi degli scempi di questo tipo. Rigidissime Commissioni ambientali che esaminano i progetti e dovrebbero tutelare gli edifici ed il paesaggio, autorizzano e permettono orrori di questo genere.
    Come hanno potuto avere i permessi …
    Ci sarà un responsabile che risponda di questo abominio che ha deturpato per sempre la prospettiva di una bellissima via e che ha “sfregiato” le caratteristiche e lo stile di un edificio dei primi del ‘900.
    Davvero vergognoso, nessuna reale tutela del patrimonio ambientale finché persisteranno questi orrori.

    Rispondi

Lascia un commento