Aggiornamento e visita in cantiere di metà settembre 2022 per la riqualificazione dell’edificio di Corso Lodi 39, ex sede del mitico Cinema Maestoso, dal 2007 in attesa di un suo riutilizzo. L’intervento è giunto praticamente a conclusione e il nuovo inquilino, la Virgin Active, sta provvedendo a terminare i propri interventi per aprire quanto prima.
Il progetto di recupero è stato affidato allo studio De Amicis Architetti (arch. Giacomo De Amicis) mentre gli interni sono stati curati da Architetti Noorda Schiavon.
Conclusi anche questi piccoli interventi, possiamo dire che l’ex Cinema Maestoso comincia la sua quarta vita.
Infatti la struttura venne realizzata nel 1912 come cinema-teatro Roma, da subito diventa luogo di ritrovo per il quartiere tanto che furono in molti all’epoca, a definirlo “il più bel ritrovo di Porta Romana” e ancora “il locale più fresco e arieggiato di Porta Romana“. L’aspetto, come si vede dalle poche immagini superstiti, era quello di una deliziosa palazzina realizzata in un grazioso stile liberty-eclettico ancora in voga all’epoca.
Il 14 febbraio 1908 il rag. Domenico Picchiottini presentò istanza per opere edilizie per la realizzazione in Corso Lodi di un “capannone in muratura con tetto in legno e copertura in lamiera ondulata per cinematografo” a firma dell’ing. Domenico Cavani. Il disegno allegato alla domanda (immagine poco sopra) mostra le forme alquanto esuberanti del nuovo edificio del quale purtroppo non vi sono foto se non questa di seguito che mostra una piccola porzione della facciata.
I tempi cambiano e l’edificio dev’essere ampliato e ammodernato, cosa che avvenne nel 1939 con la grande trasformazione razionalista dell’immobile e col cambio di nome in Cinema Italia Teatro.
Nel 1975 venne nuovamente ristrutturato da Italcine (l’attuale proprietà), anno in cui prende il nome di Cinema Maestoso. Da allora ha continuato la sua attività gloriosa sino al 2007, per poi chiudere i battenti a causa della crisi provocata dalla trasformazione profonda del mondo delle sale cinematografiche.
Crisi che ha riguardato anche il futuro dell’immobile in cerca anche di una sua ricollocazione con nuove funzioni. Infatti la struttura poteva venire demolita per lasciar posto ad un più redditizio condominio o ad un supermercato, cosa non rara ultimamente. Invece, grazie anche all’impegno della proprietà che ha voluto mantenerne la “funzione aperta anche al pubblico” com’era l’originaria vocazione di grande sala cinematografica (aveva le poltrone più comode di Milano), ha dato i suoi frutti, restituendoci un gioiellino ancora più bello.
Oggi l’edificio, completamente rivisitato da un progetto architettonico di De Amicis Architetti su iniziativa di Italcine, riapre con una nuova funzione a carattere collettivo (palestra, piscina e ristorazione targati Virgin). L’intervento, che mischia forme contemporanee con memorie anni ’30 delle preesistenze, restituisce alla città un edificio che, per posizione e caratteristiche, continua nel tempo ad esprimere il suo “ruolo pubblico” indipendentemente dalle funzioni insediate al momento.
La nuova funzione che verrà insediata avrà un impatto positivo sul quartiere, offrendo nuove attività e opportunità di aggregazione e sulla città, andando a riqualificare un lotto prospiciente l’area dello Scalo di Porta Romana senza stravolgerne il rapporto con il contesto. Il volume di ingresso posto su Corso Lodi è il punto di contatto con la città e la memoria storica, invece la grande aula è il luogo della rinascita dell’edificio.
E’ stato ripristinato l’aspetto originario anni trenta del volume d’ingresso con il ritorno dei marmi decorativi (marmo cipollino) che da solo arricchisce già la facciata, alla quale è stato dato un più moderno aspetto affiancando ai marmi ampie superfici in listelli di ottone che col tempo cambieranno aspetto. Ci piace molto anche la scelta del color verde salvia per le facciate che rende la struttura ancora più elegante.
Inoltre il progetto ha voluto mantenere il dialogo con l’esterno tramite l’apertura delle facciate con ampie finestrature per rendere visibili le attività interne e tramite un tetto rivestito di tegole di vetro che riflette la luce e rende speciale la presenza dell’immobile nel tessuto urbano.
Qui sotto due particolari delle tegole in vetro, visibili anche dalla piazza che han conferito al tetto a chiglia di vascello, una maggiore leggerezza e lucentezza.
Gli allestimenti interni sono a cura di AArchitetti per conto di Virgin Active che naturalmente han dovuto tener conto delle esigenze dell’affittuario (o tenant) con sale per allenamento, piscina e spogliatoi riducendo un po’ la percezione e la bellezza delle nuove vetrate con gli angoli stondati che caratterizzano il nuovo edificio.
Eleganti anche le scale in marmo bianco che denotano l’attenzione ai materiali scelti per la struttura (qui di seguito ancor coperte a protezione del cantiere).
Come dicevamo, lo spazio sarà dotato di un ristorante e bar, con a disposizione due terrazze poste sul blocco d’ingresso. Terrazze che offrono anche una bella vista sulla piazza e sulla futura area dello Scalo di Porta Romana che ospiterà il villaggio Olimpico durante l’evento in programma nel 2026.
Come si vede, l’attenzione dei particolari la si nota anche nella scelta delle piastrelalture dei terrazzi che riportano i cubetti in porfido usati nella pavimentazione dei marciapiedi di Corso Lodi.
Concludiamo con questa curiosa scelta stilistica che ha reso il cemento armato delle pareti per il parcheggio interrato meno “cementose” dando l’impronta al materiale plastico come se fosse realizzata in parte con canniccio di Canna di bambù. Naturalmente a lavori conclusi ci sarà nuovamente il giardinetto su Corso Lodi e un altro tra l’edificio e le proprietà adiacenti di viale Umbria.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Rustego, Milano Sparita
Fonti: cronache edilizie milanesi, Rustego
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Sono scomparsi gli alberi a sinistra dell’ingresso (quello d’oro sberluscicante) !
Gli alberi si vedono in tutte le foto, fino all’ultima in cui è Cinema Maestoso poco prima della chiusura.
Adesso, kaputt. Immagino togliessero luce alle nuove finestre di design. 🙁
Interferiscono col 5g
il verde salvia tanto amato dalla soprintendenza è arrivato anche qua, sinceramente non lo amo anche perchè è un colore che non perdona le irregolarità della preparazione, e purtroppo si vede. Non ho capito poi molto bene la logica delle tegole in vetro, in pratica quello che vedo sono delle onduline trasparenti sovrapposte a un tetto a scaglie tipo calzip usando le strutture che normalmente sono pensate per installare pannelli fotovoltaici. Bello l’ingresso e le nuove finestrature, il resto non mi convince.
Davvero un bel recupero. Forse il primo tassello di quello che potrà diventare l’area dell’ex Scalo di Porta Romana nei prossimi anni
Resta solo un bellissimo noce del Caucaso affogato nel cemento… Sono curioso di vedere se nel “giardinetto”, come è stato definito, troveranno posto nuovi alberi di prima grandezza (che significa che potranno svilupparsi come il noce superstite) in luogo degli alberi sacrificati dal cantiere. In una città con un elevatissimo consumo di suolo prevedere aree pertinenziali con alberi ad alto fusto é tutt’altro che un dettaglio… La qualità di vita non si misura solo dalla presenza delle terrazze panoramiche…
Ma i privati riescono solo a distruggere le piante e ol verde???
Possibile che ogni costruzione tolga sempre un po di verde alla città?
Cosa raggiungeremo di questo passo?
bellissimo intervento
ma sono daccordo con i commenti precedenti – qui non possiamo più permetterci di eliminare alberi e zone verdi…
Bisogna tutelare le piante rimaste, sopratutto quelle ad alto fusto
e se non possibile, rimettere a verde altre porzioni di spazio pubblico/privato.