Possiamo dire che anche quest’intervento edilizio sia giunto al termine, o quasi. Si tratta dell’edificio residenziale di via Vigevano 29 a Porta Genova, il piccolo lotto rimasto da sempre occupato solo da un magazzino che rendeva la graziosa via Vigevano in quel punto, dove la cortina dei palazzi ottocenteschi si interrompeva, come se mancasse proprio un dente ad una splendida dentatura.
La sfida dello studio d’architettura di Marco Galassi è stata quella di ricucire la cortina compatta della Via Vigevano con un nuovo edificio che riprendesse lo stile dell’epoca (così pare) senza stravolgere troppo il contesto. Ed eccoci alla resa dei conti con l’edificio praticamente completato o quasi, visto che manca ancora da rifinire il piano strada e commerciale.
Per integrarsi l’effetto pare sia riuscito, ovvero quello di aver creato una palazzina nuova con le sembianze di quelle di fine Ottocento realizzata in pratica in “traditional Style”, un buon compromesso, facile ma sicuramente non coraggioso.
Dobbiamo dire però che la “copiatura” non è stata tanto uguale, ad esempio le balaustre per legge ora devono esse poste ad una certa altezza e come si vede, appaiono sproporzionate confrontandole con i palazzi della via, poi manca un filo di sagoma decorativa alla gronda che in questo caso risulta essere una semplice mensola liscia. Ad ogni modo nel complesso possiamo dire che l’insieme ci piace.
Qui di seguito come appariva prima la strada, con l’alto muraglione tra i due palazzi confinanti.
Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
Navigli, Porta Genova, Via Vigevano, Residenziale
Questo fa capire come certi architetti di oggi non siano capaci nemmeno di copiare dal passato (oppure sono del tutto proni alla committenza, che è pure peggio).
La facciata è al banale, piatta e i balconi così ammucchiati completamente privi di armonia.
Basta vedere le facciate inizio Novecento ai lati per vedere la differenza abissale.
A me piace…..
Anche a me, questa è la dimostrazione che costruire in stile in certi contesti è possibile ed anzi sarebbe auspicabile. Meglio questo edificio che qualcosa di totalmente decontestualizzato e peggio ancora completamente fuori scala.
@Anonimo 8:34: la facciata di un palazzo moderno rifatta in stile di cento anni prima, non potrà mai avere le stesse proporzioni di una autentica.
I soffitti sono mezzo metro più bassi, le stanze molto più piccole, i parapetti dei balconi più alti. Ne risulta che “assomiglia” ma se la guardi bene non potrà mai avere le stesse proporzioni.
stronzata. All’estero lo fanno e nemmeno te ne accorgi. Di esempi ne abbiamo innumerevoli, come ad esempio in Francia.
insignificante è probabilmente il miglior complimento … qui il falso storico (che ci sta considerato il contesto) è stato tradotto in banale
Il falso storico ??? ancora con sta baggianata? Su per piacere
Definizione perfetta.
Basta vedere come (non) è stato disegnata la fascia subito sotto la gronda e come veniva fatta ai tempi nei palazzi di fianco: il falso storico ci può stare ma non è facile da realizzare bene.
Pacatamente…modesto. Forse era meglio chiamare Leon Krier (ammesso che sia ancora vivo).
Bene. Un abbastanza buon intervento. Costruissero SEMPRE così, in stile tradizionale lombardo!! Con questi semplici accorgimenti
Un pessimo esempio di incapacità di confrontarsi con il contesto storico se non con un improbabile mimetismo.