Milano | Mobilità: 10 città del mondo nominate vincitrici dell’iniziativa Bloomberg per le infrastrutture ciclabili, Milano tra queste

Il Comune di Milano è tra le dieci città del mondo vincitrici del bando promosso da Bloomberg philanthropies per realizzare piste ciclabili: riceverà un finanziamento di 400.000 dollari.

I nomi dei vincitori della “Bloomberg initiative for cycling infrastructure (BICI)” sono stati annunciati in occasione della Giornata mondiale della Bicicletta, lo scorso 3 giugno.

L’obiettivo di BICI è aiutare le città a incentivare la mobilità sostenibile, rivitalizzare i quartieri e promuovere la salute e il benessere di cittadini e cittadine. Condotto in collaborazione con la Global designing cities initiative (GDCI), oltre ai finanziamenti per attuare le loro proposte, ogni città vincitrice riceverà anche assistenza tecnica da GDCI per lo sviluppo e la progettazione di infrastrutture ciclabili, la raccolta di dati e il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine.

Oltre a Milano, le città vincitrici sono: Fortaleza (Brasile), Addis Abeba (Etiopia), Bogotà (Colombia), Lisbona (Portogallo), Mombasa (Kenia), Pimpri-Chinchwad (India), Quelimane (Mozambico), Tirana (Albania) e Wellington (Nuova Zelanda).

“La lotta al cambiamento climatico va di pari passo con l’offerta alle persone di maggiori opzioni di trasporto – ha dichiarato Michael R. Bloomberg, fondatore di Bloomberg LP e Bloomberg Philanthropies e 108° sindaco di New York –. Queste proposte per rendere la mobilità ciclabile più sicura e accessibile richiederanno una solida assistenza tecnica e il nostro team è lieto di supportare i vincitori mentre trasformano le loro idee in azioni. I progressi compiuti da queste 10 città contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria, proteggere l’ambiente e guidare anche la crescita economica. Non vediamo l’ora di vedere i risultati”.

“Le piste ciclabili non sono servizi, sono infrastrutture essenziali per le città – ha affermato Janette Sadik-Khan, responsabile dei trasporti presso Bloomberg associates ed ex commissario del Dipartimento dei trasporti di New York –. Queste sovvenzioni aiuteranno queste 10 città a intraprendere l’azione decisiva necessaria per trasformare le strade e rappresentano un punto di svolta sulla sicurezza, sull’inquinamento e sul cambiamento climatico”.

Le 10 città vincitrici si trovano in 10 Paesi di cinque continenti e rappresentano in totale più di 15 milioni di residenti. I vincitori sono stati selezionati tra 275 domande presentate tra il 10 novembre 2022 e il 3 febbraio 2023, da città con oltre 100.000 residenti.

Tra i 10 progetti vincitori:

  • Fortaleza, Brasile (vincitore del premio da 1 milione di dollari): sviluppare 180 chilometri di infrastrutture ciclabili all’avanguardia per invitare più membri della comunità a pedalare.
  • Addis Abeba, Etiopia: raddoppiare il numero di piste ciclabili protette per realizzare la più grande rete ciclabile cittadina dell’Africa.
  • Bogotà, Colombia: co-progettazione di nuove infrastrutture con i bambini per rivitalizzare un quartiere a basso reddito e coinvolgere i giovani residenti.
  • Lisbona, Portogallo: implementazione di nuove soluzioni per aumentare la diversità dei residenti in bicicletta in tutta la città.
  • Milano, Italia: costruire piste ciclabili sostenibili e verdi che colleghino oltre 40 scuole.
  • Mombasa, Kenya: proteggere e collegare una rete ciclabile lungo corridoi chiave con elevati volumi di ciclabili.
  • Pimpri-Chinchwad, India: lancia un modello di quartiere per una città di 15 minuti, a partire dalla bicicletta.
  • Quelimane, Mozambico: costruire una nuova infrastruttura per le biciclette che includa piste ciclabili protette, spazi pedonali e un esclusivo parcheggio per taxi per biciclette per supportare i viaggi non motorizzati.
  • Tirana, Albania: Creare una rete ciclabile per tutte le età attraverso l’implementazione di una progettazione sicura degli incroci.
  • Wellington, Nuova Zelanda: aumentare del 160% il numero di piste ciclabili in città utilizzando il contributo dei residenti per informare la pianificazione e lo sviluppo.

Milano si è candidata con un progetto capace di dare continuità ad un itinerario ciclabile portante,  servire gli istituti scolastici e rispondere quindi alle esigenze legate agli spostamenti casa-scuola, creando occasioni di riqualificazioni puntuali per aumentare la qualità dello spazio urbano e la sicurezza per tutti gli utenti della strada. L’itinerario ciclabile proposto ha una lunghezza di circa 6 km.

“Siamo orgogliosi di essere stati selezionati per questo prestigioso premio – ha detto Arianna Censi, assessora alla Mobilità del Comune di Milano –. Sono anche orgogliosa di poter contare su una struttura che è stata capace di presentare un progetto che ha vinto, capace di primeggiare tra 275 proposte grazie anche al sostegno di Legambiente, Ciclobby e Massa Marmocchi Milano che hanno supportato il progetto con una lettera di interesse. Milano nel prossimo futuro potrà così contare su un itinerario ciclabile portante che attraversa un territorio che ospita 40 scuole”.

“Quando si tratta di ridurre le emissioni e promuovere città più sane e più verdi, dobbiamo continuare ad aumentare le nostre ambizioni collettive – ha affermato James Anderson, che guida il programma Government Innovation presso Bloomberg philanthropies –. La Bloomberg Initiative for Cycling Infrastructure ha dato alle città di tutto il mondo la possibilità di sognare in grande e mostrare ciò che è possibile. Non vediamo l’ora di lavorare con queste città per implementare i loro potenti progetti e, mentre lo facciamo, condividere lezioni in tutto il mondo”.

“Costruire reti ciclabili sicure e connesse è un’esigenza universale che avvantaggia la salute e il benessere fisico e mentale delle persone, tanto quanto avvantaggia l’ambiente e l’economia – ha affermato Skye Duncan, direttore esecutivo di GDCI –. Attraverso i loro ambiziosi progetti di infrastrutture ciclabili, le città selezionate trasformeranno le loro strade mettendo le persone al di sopra di ogni altra cosa, avvantaggiando al contempo le loro comunità per garantire spazi più sani, sicuri e più equi per tutti. Il team BICI di GDCI non vede l’ora di iniziare a lavorare a fianco di queste città per aiutarle a realizzare le loro iniziative”.

Bloomberg philanthropies convocherà le 10 città vincitrici dal 26 al 29 giugno 2023 a Londra, offrendo agli amministratori locali l’opportunità di incontrarsi, scambiare idee con colleghi, iniziare la pianificazione del progetto e imparare dagli esperti di progettazione urbana di GDCI.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi;

Pista Ciclabile, VenTo, Bloomberg, progetti, ciclabili

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

68 commenti su “Milano | Mobilità: 10 città del mondo nominate vincitrici dell’iniziativa Bloomberg per le infrastrutture ciclabili, Milano tra queste”

    • mah, c’è un po’ di tutto.

      Wellington è sempre ai primi posti nei ranking di vivibilità delle città.
      Lisbona dopo l’Expo è rinata (anche lei).
      Tirana è una città emergente in fortissima crescita.

      Così a prima vista mi sembra che il criterio sia stato più che altro geografico:

      2 Europa Ovest, 1 Europa Est, 2 Africa, 2 America Latina, 2 Asia-Oceania.

      Rispondi
      • Oddio…parliamo di città candidate a vincere il premio Bloomberg. Che ha nome esotico ma non è mica il premio Nobel per l’Architettura 🙂

        Rispondi
  1. Ottima notizia prima di tutto, a prescindere dalla rosa dei vincitori.
    Penso anche io abbiano privilegiato la distribuzione geografica…. Per valutare meglio i concorrenti di Milano sarebbe più corretto valutare i candidati non i vincitori

    Rispondi
  2. Credo sia giusto premiare Milano perché è indietrissimo sul fronte della mobilità ciclabile rispetto a praticamente ogni altra città europea non italiana.

    Con 400k si farà pochino ma è qualcosa di concreto.

    Io auspico che il Comune possa trovare altri fondi, non solo per nuove ciclabili ma anche per riasfaltare quelle esistenti e oroteggerle meglio dslla sosta selvaggia degli automobilisti. Molte piste versano in condizioni a dir poco pietose, come Martesana (via Idro) e tutta Melchiorre Gioia.

    Rispondi
    • Se non vedi i ciclisti sei come molti automobilisti alla guida e cioè distratto, al cellulare, occhi fissi sul monitor dell’automobile con navigatore o altre app.

      Tranquillo che se andiamo avanti così i ciclisti diminuiranno, Salvini ha appena chiesto nuovamente che si imponga l’obbligo di casco, assicurazione e frecce (?!?!!!)… così avremo ancora più auto, traffico, smog.

      In questo paese la mobilità ciclabile si ostacola in tutti i modi possibili e immaginabili. Per me è un miracolo che ci siano così tanti ciclisti in giro.

      Rispondi
      • Milano è piatta, ha più studenti universitari di qualsiasi altra città italiana, le distanze non sono enormi.

        I ciclisti dovrebbero essere una massa dirompente ed inarrestabile. Invece sono un piccolo rivolo timoroso, magari un po’ di più se c’è la ciclabile ma neanche tanto.

        Cosa bisogna fare per cambiare le cose?

        Rispondi
        • Gli studenti italiani non vengono dalla città ma da luoghi dove l’uso della bicicletta è impossibile se non per pratiche sportive.

          Come ti è stato spiegato, la bicicletta viene ostacolata e denigrata in ogni modo. A Milano ce ne sono un sacco di ciclisti per le infrastrutture scadenti che ci sono.

          Rispondi
          • Per fare polemica va bene tutto.

            Ma siamo pratici: oggi, a Milano, chi è che “ostacola e denigra la bicicletta in ogni modo”? Sono 15 anni ormai che è osannata come il mezzo di trasporto che salverà la città. Ed è pure vero.
            La domanda però resta: chiaro che servono più infrastrutture, ma i numeri sono ancora non esaltanti per niente. Cosa si può fare di più?

            Ad esempio, non si possono dare sgravi sulle tasse comunali ai millemila uffici che spuntano ovunque come funghi in cambio di parcheggi bici capienti e di docce per i dipendenti? (non me la sono inventata, è una cosa che altrove si fa)

            E tornando alle Università e alle Scuole, quanti parcheggi sicuri e capienti per le bici ci sono intorno alle sedi?

            Quanti parcheggi organizzati e capienti per le bici ci sono a Isola o sui Navigli per la movida?

          • Nessuna polemica, penso sia ovvio che la cultura locale sia fortemente influenzata da quella nazionale.

            Al di la delle operazioni di lobbing portate avanti dalla FIAT per molto più di 15 anni, capisco bene perché l’Italia, a differenza dei Paesi Bassi, non abbia mai avuto passione per la bicicletta se non in termini sportivi.

            Spesso il nostro sindaco è limitato da una carente regolamentazione nazionale, la ciclabile di Buenos Aires per esempio non a caso è stata fatta solo dopo la riforma del CdS fatta nel 2020.

      • l’obbligo è stato proposto per i monopattini, non per le bici.

        Di Salvini personalmente penso tutto il male possibile, ma sui monopattini è un’iniziativa sacrosanta, visto che lo stile di guida di molti utilizzatori è pressoché delinquenziale.

        Rispondi
        • Esattamente come lo stile di guida di molti piu automobilisti, ma di cosa stiamo parlando?
          Salvini (l’uomo della polenta e della porchetta) non sa cosa sta accadendo alla mobilità a Seviglia (Spagna), Parigi (Francia), Friburgo (Germania), Lubiana (Slovenia)? Solo i retrogradi alla anni ’70 immaginano ancora un futuro di auto, ancor peggio a guida autonoma…

          Rispondi
  3. La notizia è di per se ottima per incrementare la ciclo-mobilità e lasciare a casa l’auto, ma di per se fa piangere.
    Milano dovrebbe seguire a suon battuto l’esempio di Parigi e Utrecht sulla mobilità, invece è nella condizione di elemosinare soldi a degli istituti internazionali per migliorare una rete che nel migliore dei casi è scarsa.

    Rispondi
  4. Le ciclabili sono tutte desolatamente vuote, in parte perchè fatte alla carlona! E nei prossimi mesi andrà peggio causa gran caldo. Altro che ciclabili rovina-città, bisogna aumentare i mezzi pubblici, diminuirne il prezzo dei biglietti, colpire in qualche modo il possesso delle auto (non è più il tempo di 3 auto a famiglia ad es.) di modo che diminuiscano quelle in circolazione. Così di consenguenza aumenteranno le bici, che magari potranno andare in strada invece che in ciclabili ridicole, fatte in strade senza senso o peggio disegnate sull’asfalto che peggiorano l’estetica della città.

    Rispondi
      • Non so quali quartieri frequentate, personalmente le piste ciclabili che utilizzo sono molto affollate e, dove non ci sono, i ciclisti vanno su strada.
        Non è certo Amsterdam ma non sono pochi

        Rispondi
        • Monterosa, cimarosa, vespri siciliani, primaticcio, via novara, legioni romane-via berna, saint bon, caterina da forli: tutte semi vuote, al mattino come al pomeriggio. E alcune fatte coi piedi a essere gentile.

          Rispondi
          • Ok non passo mai da quelle parti. Totalmente diversa è la situazione per Buenos Aires, Corso Venezia, viale Tunisia-Liberazione, Melchiorre Gioia-San Marco-Brera

    • Oggi ho fatto 30km a Milano in bici. Casa – lavoro – casa – palestra – casa. E le piste ciclabili soon piene. Infatti, spesso sono troppo strette per il numero di cicliste che c’è.

      Rispondi
  5. Perchè purtroppo in questo perdiodo domina su tutto il populismo. È vero chein italia le minoranze chiassose hanno sempre avuto discreto successo, però con l’unione tra populismo e ambientalismo rischiamo veramente di schiantarci. Anzi di schiantare l’Italia a furia di trovare soluzioni semplici a problemi enormi. Speriamo bene…

    Rispondi
    • Fortaleza 1milione=180km
      Milano 400k=6km

      Mi aspetto i cordoli placcati oro (visto quanto ci teniamo ad avere l’arredo urbano omogeneo) 😀

      Rispondi
    • Pensa che finora ci hanno rovinato la vita con l’ unione tra liberismo e comunismo, stile Cina…sempre di più, il peggio dei due sistemi; proviamo a cambiare.

      Rispondi
  6. A quelli che dicono che i ciclisti sono pochi consiglio un facile esercizio. Contare le auto che affoano un incrocio durante i tempi di un semaforo rosso.

    Spesso ci sono al massimo una decina di auto ferme che però, per la loro dimensione, rumore e spazio occupato sembrano decisamente di più.

    I ciclisti sono sicuramente in numero minore rispetto alle auto ma occupano un quindicesimo dello spazio e soprattutto non restano intagliati nel traffico.

    Poi si può anche dire tutto e il contrario di tutto ma è bene basarsi su dati reali, come i passaggi censiti in Buenos Aires che sono in continua crescita e danno un’idea di quanti in città usino la bici, sebbene il traffico pesante sia terribile, gli automobilisti viaggino a velocità troppo alte, le piste ciclabili siano poche, a spezzoni e mal progettate.

    Rispondi
    • Basiamoci sui fatti.
      Prendi i numeri dichiarati di ciclisti che passano giornalmente in Buenos Aires. Prendi il dato più altro, togli tutte le ore serali e notturne e poi calcola quanti ne passano al minuto in ciascuna direzione….

      Giusto per basarsi su numeri reali, non sulle impressioni alle 6 di sera quando si esce dall’ufficio o al sabato pomeriggio

      Rispondi
      • Purtroppo il conta ciclisti che c’è in corso Venezia davanti al planetario è guasto da tempo.

        Quando funzionava contava tranquillamente migliaia di passaggi al giorno, se non ricordo male fino a 8.000 per direzione. A me non sembrano così pochi. Pensuamo a quanto inquinamento, spazio pubblico, soldi e rumore fanno risparmiare tutti questi ciclisti. E che disastro sarebbe per il traffico se si trasformassero in automobilisti..

        Rispondi
  7. “Le piste ciclabili sono vuote” pochi ciclisti”…e quindi? Se esiste una strada poco trafficata che facciamo ? La eliminiamo? La trasformiamo in campo di grano?

    Tutti dovrebbero poter andare un bici in città su una pista ciclabile…poi se tu voi prendere la macchina per fare 3 km sono fatti tuoi..ma a me lascia la possibilità di fare 3 km in bici e non rompere

    Rispondi
    • Esatto. Anche perché più bici ci sono e meno auto ci sono, quindi meno traffico c’è. In primis sono gli automobilisti ad avere un vantaggio netto nella crescita dell’uso della bicicletta in città.

      Rispondi
    • Ma quale grano mettici un po’ di verde che Milano ringrazia !
      Cosa serve occupare il già poco spazio che abbiamo con piste ciclabili inutilizzate

      Rispondi
    • Aspettiamo pazienti che i ciclisti diventino numero significativo!

      Si fa meno fatica a gestire un allevamento di panda, ma la pazienza ai milanesi non manca 🙂

      Rispondi
  8. Quando l’ era della motorizzazione di massa è iniziata anche nel nostro paese, le autostrade erano molo meno trafficate e più percorribili di adesso; seguendo la logica di chi vede pochi ciclisti all’ inizio dell’ era ciclistica urbana, se vogliamo così definirla, dovremmo dedurre che è stato inutile costruire le infrastrutture per i mezzi a motore…
    Francamente, non so perchè si vuol dire che a Milano poche persone vanno in bici, a me proprio non sembra, anzi, considerato l’ elevato rischio, si può dire che ce ne siano molte; all’ aumentare della possibilità di circolare sicuri anche a Milano, l’ utilizzo della bicicletta aumenterà.

    Rispondi
    • ma quale “era ciclistica urbana” !? Lo vedi quanto poco vengono usate le piste ciclabili? Meglio spendere soldi per potenziare i mezzi pubblici, é quella la strada per ridurre le auto, non restringere le carreggiate per fare ciclabili quasi inutilizzate ed aumentare intasamenti, traffico ed inquinamento!

      Rispondi
    • Quando l’era della motorizzazione di massa è iniziata non era propriamente di massa come adesso, per i semplice motivo che un’automobile o due per famiglia non erano alla portata di tutti.

      Il paragone non regge.

      Rispondi
      • Certo che l’ auto non era a portata di tutti, ma è proprio questa la conclusione da fare, ovvero che, col tempo, le cose possono cambiare, però bisogna anticipare le necessità e non corrergli dietro, quando è troppo tardi… vedasi la situazione ambientale nelle nostre città; anche quando hanno realizzato le prime linee ferroviarie, il treno non era un mezzo popolare, era adatto alle classi agiate, poi la situazione è cambiata; stessa cosa per le linee aeree, sempre più democratizzate; per la bici non si tratta di un problema di accessibilità economica, certo, ma non per questo meno importante: è l’ accettazione del cambiamento, di usare un mezzo che in città è, giustamente e purtroppo, considerato rischioso e il cui utilizzo può diffondersi sempre di più in presenza di strutture adeguate.

        Rispondi
        • Quindi riempiamo Milano di piste ciclabili riducendo i marciapiedi e le carreggiate e vediamo cosa succederà tra 10 o 20 anni, ossia niente perché il tempo per capire che i ciclisti sono sempre i soliti 4 gatti lo abbiamo già avuto. Sono troppo poche le biciclette per giustificare infrastrutture che tolgono spazi preziosi per questa città, spazi che potrebbero essere destinati al verde o all’ampliamento delle aree pedonali. Non si cammina più in città! colpa dei dehors ma anche delle piste ciclabili

          Rispondi
          • No. Il problema è come aumentare il numero dei ciclisti.

            La mobilità dolce ha senso. Peccato che a Milano voglia solo dire “togliamo spazio alle auto” – col risultato che poi tutti dicono bella la ciclabile e la usano in pochi.

          • Come fai a prendertela con l’unico mezzo davvero sostenibile per spostarsi io non lo capisco.

            E come si fa a sostenere la colossale boiata che siano le piste ciclabili a ridurre lo spazio ai pedoni quando praticamente tutto lo spazio delle strade è destinato alle auto, tra carreggiate, parcheggi regolari in strada e parcheggi abusivi sui marciapiedi.

            Sono le troppe auto il problema, non le tre piste ciclabili in creoce che stanno costruendo. Ma che fissa hai per pochi km di piste quando la totalità delle strade cittadine è destinato alle auto?

          • Certo che le troppe auto sono un problema, ma la boiata é sostenere che le piste ciclabili non vengano fatte a scapito delle zone pedonali. Non vengono ristrette solo le carreggiate si utilizzano anche spazi prima pedonali, Milano è una città in cui gli spazi sono pochi e sprecarli per piste ciclabili utilizzate troppo poco é un grave errore. Ci vogliono più aree verdi e zone pedonali!!

          • Esatto guarda Corso Sempione dove le due piste ciclabili sono state costruite sopra quello che prima era prato ed hanno addirittura abbattuto degli alberi molto grossi per costruirle.
            D’accordo che ci parcheggiavano sopra le auto ma quello è un altro discorso, il risultato finale é che il verde è stato ridotto!

          • Non si tratta di aspettare gli anni che valuti; basti pensare a corso B.Aires: una ciclabile, che in realtà è solo una striscia, ha incrementato notevolmente l’ afflusso di persone che usano la bici come mezzo di trasporto.

            Cosa che, ovviamente, non accade, ad esempio, sulla circonvallazione 90-91, dove è assente anche solo una linea di separazione.

            C’è un dato che smentisce nettamente le “poche bici” , ovvero il fatto che i posteggi (stralli) per le bici sono quasi sempre occupati; spesso anche trovare il solito paletto libero, del cartello stradale, è difficile.

            Non so davvero perchè quelli del partito dell’ automobile continuano a ripetere che ci sono poche persone in bici: ma proprio il contrario, anche e non solo, considerando la situazione del traffico, molto pericoloso.

    • Si ma il popolo delle bici deve darsi una sveglia. Non si vive solo di flashmob, fate iniziative serie per farla usare questa bici!!

      Le ciclabili sono utili e vanno fatte ma la scarsità di ciclisti a Milano diventa ogni giorno più imbarazzante. Mica possiamo baloccarci in eterno che in Buenos Aires al sabato se c’è il sole certe volte di vedono anche 6 ciclisti di fila!
      Sono almeno QUINDICI anni che si spinge sulla mobilità dolce… adesso è ora.

      Rispondi
      • 15 anni che si spinge? A me non apre proprio; solo negli ultimi sue anni, in pratica a partire dal deliriovirus, il comune ha iniziato a fare sul serio con le ciclabili

        Rispondi
  9. 15 anni sono una miseria. Sono almeno 70 anni che si spinge sulla mobilità amara, e prima che tutti gli italiani si comperassero l’auto sono dovuti passare almeno 20 anni e non so quanti miliardi di investimenti pubblici.

    Rispondi
    • debole… Paragoniamo come è cambiato l’uso della bici a Milano negli ultimi 15 anni rispetto a Parigi o Londra o a qualsiasi città senza la tradizione dei paesi del nord. E non nascondiamoci solo dietro la foglia di fico delle “infrastrutture”

      Rispondi
  10. Aspettate scusate..
    quindi chi va in AUTO in città sostiene che le piste ciclabili siano vuote , che non ci siano ciclisti , ma loro NON vanno in bici, rimangono con il culo incollato in auto, e se la prendono con chi non va in bici sulle ciclabili, Bho!

    Sostengono che con le ciclabili si aumenti il traffico e lo smog da loro stessi creato accusando i ciclisti di non usare le ciclabili che loro stessi non usano. Boh!

    Sostengono che le ciclabili tolgano spazio al verde cittadino, mentre loro vanno in macchina in stada che evidentemente non toglie verde cittadino. Boh!

    SCARLÌGA MERLÜSS , invece di lamentarti della ciclabile vuota…USALA

    Rispondi
  11. Secondo uno studio del 2016 (Effects of parking provision on automobile use in cities: inferring causality) la presenza di posteggi gratuiti fa aumentare il numero di auto circolanti e il traffico.

    “A fronte della crisi climatica e dei gravissimi incidenti stradali che molto spesso coinvolgono come vittime le persone a piedi e in bicicletta, risulta urgente intervenire subito: è scientificamente provato – spiegano gli attivisti – che con una minor offerta di parcheggi l’automobile continuerebbe a venir utilizzata solo da chi non può effettivamente farne a meno per motivi lavorativi o di salute”.

    Adesso fate come i bambini.
    Inventatevi una scusa per dire che non è vero che Milano ha più parcheggi delle altre città europee.

    Inventatevi la supercazzola che ripetete sempre che AH MILANOH MANCANOOH I PARCHEEGGIIHHH
    🤣🤣🤣
    IL RE È NUDO.
    le chiacchiere stanno a zero.

    Sentiamo gli arrampicatori di specchio adesso.
    Ho preso i pop corn.

    Rispondi
  12. La sosta selvaggia non si può fare. Punto, adeguati,

    compra una bicicletta , compra un box, vai a piedi, posteggia più lontano da casa, compra un elicottero, compra il teletrasporto, vendi la macchina, vendi l appartamemto,

    fai quello che ritieni più necessario per il tuo benessere.

    Ma non puoi posteggiare sul marciapiedi alla caxxo..fattene una ragione , con serenità

    Rispondi
    • e chi dice il contrario, purtroppo tanti non l’hanno capito e con più parcheggi non si porrebbero il problema. Bisogna essere pratici e guardare al risultato finale. Più parcheggi = meno auto parcheggiate dove non si potrebbe! Fattene una ragione, con serenità

      Rispondi
        • Forse hai ragione,
          Per me va bene

          trasformiamo la città da parcheggio abusivo a cielo aperto a parcheggio legale a cielo aperto.
          ( dopo vedremo se la tua equazione più parcheggi = meno auto a caxxo funziona)

          Per me che non uso la macchina ma vado a piedi o in bici o mezzi però fate le ciclabili e lasciate i marciapiedi liberi, magari con delle belle aiuole che non do fastidio a nessuno cosi non rompo le scatole.

          Rispondi

Lascia un commento