Ci sono luoghi a Milano che risultano affascinanti sopratutto per l’armonia del contesto, purtroppo a volte solo a ristretti angoli e mai estesi all’intera via (tranne che in pochi casi).
Uno di questi lo possiamo riscontrare a Loreto, in via Andra Doria, via Montepulciano e via Giovanni Pierluigi da Palestrina.
Via Andrea Doria cominciò a prender forma sulla carta già sul finire dell’Ottocento, poi con l’apertura di Viale Caiazzo, che in seguito sarà dedicato ad Andrea Doria (l’importante ammiraglio, politico e nobile italiano della Repubblica di Genova vissuto a metà tra 1400 e 1500), venne definitivamente aperto nel 1907, anno di inizio della costruzione dell’attuale Stazione Centrale. Il viale venne creato per unire il Rondò di Loreto con la nuova stazione centrale in costruzione (che sarà però inaugurata nel 1931). Per realizzarlo vennero abbattute alcune cascine, la più importante fra queste fu la Cascina Pozzobonelli del 1400, di cui, per fortuna, si conserva la cappelletta e un tratto di portico che si collegava al palazzo principale.
La via, molto ampia, iniziò a venire edificata a partire dagli anni Venti. Molti dei suoi palazzi però, vennero costruiti nel decennio successivo. Il gruppo sul quale poniamo attenzione è formato da alcuni palazzi posti tra via Doria, via Palestrina e via Montepulciano, come dicevamo. Causa la forma triangolare dei lotti, molte di queste case vennero studiate appositamente e come si vede dalle foto, il risultato è ancora oggi strabiliante.
Cominciamo con via Andrea Doria 29 e 31
Entrambi gli edifici vennero progettati dall’Ingegnere Giuseppe Dotto, il civico 29 nel 1934 mentre il civico 31 nel 1939. La collocazione per entrambi consentì la creazione di facciate stondate che, sopratutto per il primo palazzo, ricordano molto l’architettura déco, anche se si tratta di razionalismo.
Altro punto a favore, per entrambi vennero utilizzati intonaci dai colori forti, come un bel ocra e rosso mattone.
Gemellino del primo citato, anche il palazzo adiacente di via Montepulciano 1, reso anche più interessante e particolare grazie al fatto che il piccolo lotto ha costretto l’ingegnere a realizzare una struttura ancora più compatta ma simile al civico 29 di via Andrea Doria. Edificio recentmente restaurato e tinto di rosso (in precedenza era ocra come il confinante palazzo.
Sul lato opposto dell’incrocio troviamo invece il palazzo più “rigido” di via Giovanni Pierluigi da Palestrina 12. Costruito nel 1934 su progetto dell’ingegnere Giuseppe Rusconi Clerici.
Quest’edificio, più “spigoloso” e geometrico, ha una facciata molto movimentata sia da linee marcapiano che diventano balconi, dia da linee verticali.
Gli fa eco il dirimpettaio di via Andrea Doria 32. In questo caso il rivestimento con mattonelle rosse e strisce bianche lo distinguono dal precedente, più candido e tendente al verde. Questo palazzo è stato costruito nel 1939 su progetto dell’architetto Mario Borgato.
Nello stesso isolato si trova anche il grande complesso della Casa Rossa di via Palestrina (coi civici 16-18-20-22) e Venini (14), restaurata recentemente e la cui storia abbiamo cercato di raccontare qualche mese fa.
Segnaliamo anche il grazioso palazzo di via Montepulciano 7 progettato dall’ingegnere Giovanni Testori e costruito nel 1954. La particolarità di questo edificio residenziale è l’avere in facciata, altezza occhi delle fasce a mosaico realizzate dalal ditta Toniutti Novamosaico e che raffigurano un paesaggio urbano stilizzato con parti industriali, oggetti di chimica, una fabbrica e un autodromo (al momento ci è oscura la motivazione).
Rimanendo in zona, sempre in via Montepulciano al civico 8, troviamo l’enorme e bizzarro edificio che occupa, assieme ad un edificio precedente (Viale Brianza 11), l’intero isolato triangolare formato per l’appunto da via Montepulciano, viale Brianza e via Sabaudia. Purtroppo non siamo riusciti a scoprirne l’anno di edificazione (probabilmente nei primi anni Cinquanta) ne l’architetto, ma lo abbiamo sempre ritenuto interessante per i suoi enormi balconi posti agli angoli stondati che lo fan sembrare una pila di piatti o cestini per la frutta. Potrebbe essere dello stesso ingegnere, vista la somiglianza, che ha progettato il palazzo ricurvo di via Privata Francesco Koristka 15 e 17 alla Bullona, Vittorio Passi, anch’esso realizzato nel 1955/56.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Loreto, Viale Brianza, Via Andrea Doria, via Montepulciano, via Venini, via Giovanni Pierluigi da Palestrina, Razzionalismo
Via stupenda. Speriamo venga riqualificato il parterre centrale, attualmente parcheggio pieno di buche.
Peccato che gli arredi urbani facciano SCHIFO
Quello con le balconate stondate ricorda quello sulla curva di sainte devote al GP di monte-carlo.
Però costa moooolto meno
Quel leggero sapore di speculazione di amici di gerarchi anni trenta, Architettura del periodo interessante ma non certo leggera.
Bei recuperi meritevoli