Finalmente possiamo dire che la riqualificazione di Corso Concordia a Porta Monforte è stata conclusa. L’intervento è la conseguenza della rimozione del cantiere durato più di 8 anni, per la costruzione della linea M4 e per la sottostante stazione Tricolore aperta nel luglio scorso.
Corso Concordia (a Milano i “corsi” sono le vie principali che in genere -con poche eccezioni- si diramano dal centro verso la periferia) è una strada che possiamo suddividere in due porzioni, come un imbuto, primo largo e poi ristretto. La via venne aperta a fine Ottocento, come proseguimento di corso Monforte, subito dopo il vecchio dazio della porta, oggi piazza Tricolore. Al corso venne affidato questo nome astratto nel 1893 collegandolo alla vicina Piazza Risorgimento e al sucessivo Corso Indipendenza (ricordiamo che tutto il quartiere circostante ha nella toponomastica nomi a ricordo del periodo storico che va dal 1848 al 1871) a indicare “che la Concordia dei cittadini rende possibile il Risorgimento che guida all’Indipendenza della Patria“.
Nel primo tratto il corso comincia molto ampio da piazza Tricolore e giungendo all’incrocio con le vie Guicciardini e Kramer si stringe parecchio giungendo come un boulevard verso piazza Risorgimento. Nell’immagine da Googlemap si vede proprio la strana forma del corso e l’abbondanza esagerata della pietra.
Dobbiamo dire che il vecchio corso Concordia era decisamente più verdeggiante e dotato di rigogliose alberature. Peccato che la nuova veste non sia stata prevista con aiuole, ma si sia preferito realizzare una spianata in cemento e pietra dalla quale spuntano, qui è lì alberelli ora molto striminziti.
L’intervento non ha tenuto conto minimamente di piazza Tricolore, la quale, per ora, è rimasta com’era e anzi, in alcuni punti ci lascia sempre interdetti.
Cominciamo con dire due cose doverose su piazza del Tricolore, in origine piazza Porta Monforte, dove si trova al centro del piccolo giardinetto la fontana-monumento, dedicato alla Guardia di Finanza. Venne inaugurata il 25 aprile 1985 in concomitanza della ricorrenza del 40° anniversario della Liberazione.
Si tratta di un monumento progettato dal grande Aligi Sassu. Su una base in granito bianco di Montorfano si ergono sei colonne cilindriche in acciaio inox di diversa altezza. Sul cilindro più alto è presente un grande volatile, ai piedi del quale fuoriesce l’acqua che lambisce la superficie dei cilindri.
Il giardinetto, intitolato a Luigi Santucci, è ombreggiato da quattro grandi alberi (conifere e cedro del libano), peccato sia un po’ tutto sciatto poco curato e poco usufruibile.
Ultimamente è stata creata anche una ciclabile per collegare la nuova ciclabile di Corso Monforte con le ciclabili verso Est di Corso Indipendenza, Plebisciti, Susa e Argonne.
Scelta che non ha riscosso un parere favorevole da parte degli abitanti del condominio ai civici 1 e 3 di piazza Tricolore.
Come avevamo già detto, la parte “larga” del corso com’è stata progettata non ci piace per nulla. Troppo cemento/pietra e poco verde e uscite della metropolitana veramente brutte, realizzate giusto per dovere. Lampioni banali, ma ormai lo sappiamo che a Milano non c’è arredo urbano.
Sembra proprio che abbiano cercato di studiare strane soluzioni per evitare che i frequentatori del vicino centro dell’Opera San Francesco si possano sedere o bivaccare nella “pseudo” piazza.
Pista ciclabile disegnata sulla pietra con la vernice, senza che venisse usata la solita pavimentazione rossa. Pali sparsi ovunque, apparentemente senza senso e scopo.
L’intervento migliora un pochino nel tratto più stretto, dove gli alberi vecchi (quei pochi rimasti in piedi dopo la bufera dello scorso luglio) sono stati rimossi e sostituiti con nuove e già abbastanza grandi alberature.
Anche in questo tratto, secondo noi, è stato steso troppo cemento e pietra (non siamo sugli Champs-Élysées), quando avrebbero potuto realizzare aiuole più ampie.
Anche il “raccordo” con piazza Risorgimento, dobbiamo dire, pare una distesa di cemento, pietra e catrame. Pare quasi abbiano comprato più piastre di pietra del dovuto e le abbiano dovute mettere per forza.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
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Mi chiedo se sia un problema di norme, abbecedario del decoro urbano, livello dei professionisti degli uffici preposti o tutte e tre le cose assieme, perché il livello finale è un casino totale – magari lastricato (letteralmente) delle migliori intenzioni….
Mi chiedo se sia un problema di norme, abbecedario del decoro urbano, livello dei professionisti degli uffici preposti o tutte e tre le cose assieme, perché il livello finale è un casino totale – magari lastricato (letteralmente) delle migliori intenzioni….
UF siete fin troppo critici. A parte il solito tema del design dei lampioni (che condivido), gli spazi lastricati e le alberature mi sembrano ben realizzate e la scelta di non favorire i “bivacchi” (se si tratta di scelta) comprensibile.
Ma nell’articolo manca un dovuto riferimento ai benefici generati dalla nuova linea della metropolitana.
Per carità mai accontentarsi… però
La metropolitana passa sotto, sopra… è li da vedere
Orrendo. Ogni altra aggiunta è inutile.
Bravissimo.
Troppa pietra da piazza Tricolore, con ridicoli alberelli incastonati. Apprezzabile il tratto da kramer guicciardini. Mancano le panchine, non bisogna aver paura di dare vita a uno spazio.
Gli abitanti dei civici 1 e 3 non sanno in che secolo vivono…
Avrei preferito anch’io più aiuole, meno pietra. Il tratto da piazza Tricolore all’incrocio Kramer/ Guicciardini è BRUTTO, l’uscita della metropolitana inutilmente vistosa. Esteticamente si poteva fare di meglio.
Le corsie strette a favore di più spazio per i pedoni secondo me sono molto meglio rispetto a prima.
Bisognerà aspettare la crescita degli alberi
Ora tocca risistemare la fontana nella Piazza Tricolore
Caro Sindaco fate al più presto i vari prolungamenti la periferia reclama i mezzi veloci come la metropolitana. Come periferia itendo Buccinasco, Monza, ecc, ecc.
M4 non ha ancora terminato completamente il collegamento pedonale e ciclabile da/verso piazza Tricolore. Mancano ancora le telecamere per monitorare l’accesso ai due controviali. Ci sono infine vari problemi (meglio dire ERRORI ammessi anche dai tecnici) riguardo scelte viabilistiche e segnaletica.
Cioè, cappero..complimenti agli ideologizzati: siamo dunque arrivati a progettare brutte davvero le piazze delle nostre città in previsione del fatto che se le facciamo belle, almeno un po’… finiranno per essere usate dalle “risorse” come residenze personali!
Stessa situazione per le barriere di cemento in centro, ancora presenti nonostante i tanti soldi spesi in Pilomati e anche poi per accedere al Duomo, in fila, con metal detector: i fedeli considerati tutti potenziali terroristi…risolvere i problemi alla radice stile Confederazione Elvetica no eh?
Milanesi, un popolo glorioso, ora quasi estinto, solo un gruppo di fighette global della zona 1.
Rimettete i cestini che avete tolto e non posizionateli solo a bordo delle strade dove vi é più comodo svuotarli, devono essere messi nelle posizioni dove raccolgono più immondizia ossia dove passa la gente!
Se si guardano le foto di 100 anni fa di strade milanesi ora ombreggiate da alti e frondosi alberi, si trovano alberelli sparuti e striminziti.
Gli alberi hanno il brutto vizio di crescere nel tempo e di essere piccoli quando giovani.
Finalmente abbiamo degli spazi dal respiro Europeo, e voi sapete solo lamentarvi?? Ok, le uscite MM non sono super accattivanti e i Lampioni sono quel che sono, lo sappiamo. Però basta. Sono Stati usati materiali di pregio, si è Piantumato e realizzato ciclabili. Felicitiamoci!
Chi si accontenta gode
A TIEMPU TE GUERRA OGNI BUCU E’ TRINCEA