Milano | Porta Venezia – La “statua della donna che allatta”, perfetta per piazza Duse

Milano non si fa mancare nulla, anche una polemica riguardante la collocazione di una statua in una piazza pubblica o meno, come è logico che sia per carità, ma in questo caso ci pare quasi ridicolo che alla fine siano stati in molti a ritenerla adeguata e solo una minoranza, quella della commissione incaricata dal Comune a giudicarla un po’ “inadatta”.

La statua in questione, come i ben informati sapranno, è la raffigurazione di una giovane madre che allatta un bambino con il seno scoperto.

Inizialmente, la scultura era stata respinta da una commissione apposita con il motivo che “rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili”. Successivamente, il sindaco Beppe Sala aveva invertito la decisione dichiarando: “Chiederò alla commissione di riesaminare la questione perché non penso che urti alcuna sensibilità”.

Così in men che non si dica in città si era innescata una polemica – inizialmente di natura tecnica, ma poi diventata politica – riguardo alla statua “Dal latte materno veniamo“, realizzata da Vera Omodeo, artista meneghina scomparsa quasi centenaria nel 2023, i cui figli avevano richiesto al Comune di collocarla in piazza Duse nel mese di novembre.

La sua valutazione era stata affidata alla “commissione di esperti di opere d’arte per la valutazione di proposte di collocazione di manufatti artistici negli spazi pubblici“, istituita nel 2015 sotto l’amministrazione dell’ex sindaco Giuliano Pisapia, composta da tecnici comunali e rappresentanti della Soprintendenza di Belle Arti. Questa commissione ha respinto l’opera all’unanimità, suggerendo di collocarla in “un ospedale o un istituto religioso, all’interno del quale sia valorizzato il tema della maternità, espresso con sfumature squisitamente religiose”.

Il sindaco Sala ultimamente ha lanciato la proposta di collocarla all’interno della Mangiagalli (che guarda caso è un luogo chiuso e destinato alle nascite), finirebbe come il Cavallo di Leonardo, opera semi sconosciuta o quasi (lo si nota anche dalle poche foto su instagram), quando se fosse stata collocata in un luogo maggiormente di spicco e frequentato avrebbe una maggiore visibilità. Insomma, una pessima scelta.

Secondo noi di Urbanfile, e secondo molti altri, si è trattato di uno strano rifiuto, perché l’opera, realizzata da una donna, raffigura un momento fondamentale dell’essere umano, che trascende ogni credo religioso, ogni ideologia politica. “La maternità, come espressione di amore e libertà, è un valore da celebrare”. L’ allattamento è certamente, se non l’unica, una delle pochissime azioni che accomuna tutte, ma proprio tutte, le culture. Quale motivo in più per donare alla città un’altra rappresentazione dell’universo femminile, anche perché, come ormai è ben noto, a Milano di statue femminili ce ne sono ben poche.

Ora la Giunta Comunale pare stia cercando di rimediare riesaminando il caso tramite dei tecnici e esperti del Comune e non più la commissione che aveva già bocciato sia luogo che oggetto.

Onestamente non conosciamo ancora le dimensioni dell’opera, ma noi abbiamo provato a collocarla nella graziosa piazza Duse a Porta Venezia come richiesto dagli eredi dell’artista. A nostro avviso proprio una piazza adeguata per un opera come questa, delicata e umana, immersa nel giardinetto realizzato una quindicina d’anni fa al centro della piazza.

Già al centro vi è uno spiazzo lasciato vuoto, nel quale già all’epoca avevamo provato a collocarvi una scultura, perfetta per questo scopo.

Se da Corso Venezia si imbocca via Tommaso Salvini, passando sotto il grande arco realizzato da Piero Portaluppi nel 1926-30, si giunge dopo pochi metri in un’elegante piazzetta molto raccolta e coronata da eleganti palazzi realizzati tutti nei primissimi anni del Novecento, Piazza Duse.

Eleonora Duse fu una tra le più importanti attrici teatrali italiane della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento simbolo indiscusso del teatro moderno, anche nei suoi aspetti più enfatici, e legata sentimentalmente a Gabriele D’Annunzio.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Vera Omodeo,
  • Porta Venezia, Cultura, Scultura, Statua, Vera Omodeo,
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

32 commenti su “Milano | Porta Venezia – La “statua della donna che allatta”, perfetta per piazza Duse”

  1. A me fanno ridere queste commissioni di esperti. Traducono in atti formali i loro distorti pensieri. E questo vale sia per il drciri urbano, per i trasporti, per l’urbanistica e via dicendo.
    Con la loro decisione sulla collocazione dell’opera hanno dimostrato di non essere al passo coi tempi, vecchi nel modo di pensare e per nulla inclusivi visto che è tanto di moda considerare, giustamente, inclusivo molti dettagli della vita odierna. Se hanno pensato che il piu naturale dei gesti di un essere umano possa mettere a disagio alcune categorie di persone o etnie, hanno proprio sbagliato. Se provano a girare la città, uscendo dai loro scuri loculi, e prebdere i mezzi pubblici, quei pochi che il comune ci ha lasciato, vedranno come le ho viste io donne di qualsiasi etn7a e credo religioso e i propri figli. Forse Lor Signori non ricordano che anche in una Udienza del mercoledì Papa Francesco invitò una ragazza a mettersi ad allattare il bambino stando li seduta fra il pubblico davanti a lui.
    Temo che ormai con questa ridicola decisione si sia toccato il fondo.

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    • Ha ragione su tutto! sono privati che offrono alla città un’opera d’arte… e non va bene!! nella Milano di Sala tutto quanto si propone e vuole fare da parte di comuni cittadini , non si fa! vedremo ora l’opera che vincerà nel concorso per la scultura da porre sulla nuova facciata della Scala, in via Verdi!! quale compromessi?? ?

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  2. La qualità della scultura paragonata alla meraviglia della piazza duse è a dir poco imbarazzante per la sua mediocrità stilistica e rappresentativa,

    Piazza duse è l’angolo del centro più elegante e bello, merita moooolto di più!

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    • Le opinioni personali non si discutono, ma il tema non è se l’opera sia all’altezza di piazza Duse, a frastornare sono le motivazioni addotte da questa cosiddetta commissione di esperti. Motivazioni che ricordano commissioni di tempi nefasti.

      Le riporto, in caso siano sfuggite:
      «perché rappresenta un valore “rispettabile” ma “non universalmente condivisibile” da tutti, e perché nella scultura si evincerebbero “sfumature religiose”».
      Francamente pare surreale che l’allattamento di un neonato possa innanzitutto essere considerato un “valore” “non condiviso da tutti”.

      Un atto naturale per essere celebrato in un’opera artistica da quando deve essere condiviso da tutti?
      Vengono alla memoria i bambini di Cattelan, appesi alla quercia e che l’allora sindaco Albertini aveva difeso pure contro molti esponenti della sua stessa giunta. O sempre di Cattelan vogliamo parlare del “dito” e della posizione in cui si trova? … valore condiviso da tutti?

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    • caro sig Claudio grazie per il suo parere, ma le segnalo che al momento diversi critici tutti autorevoli si sono espressi diversamente, incluso Sgarbi (antipatico finché si vuole ma che sa fare il suo mestiere); sia relativamente alla qualità dell’opera sia relativamente a congruenza, equilibrio e armonizzazione con lo spazio proposto di piazza Duse. Che poi quella piazza “meriti molto di più” sarebbe un argomento se il comune avesse intenzione di commissionare a rinomato (o meglio rinomata) artista una statua di Eleonora Duse da installare lì, ma non ci pensa neanche; quindi il “di più” è pari a zero.

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    • Lei signor Claudio, ha visto da vicino la scultura e ha cognizione di causa per giudicare imbarazzante la qualità artistica della statua? Sgarbi l’ha giudicata “opera degna” così come moltissimi altri, ma forse lei ha più discernimento …

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    • Definire una rotonda e piazza ” l’angolo del centro più elegante e bello” non e’ un po’ paradossale? I palazzi che si affacciano, eccetto uno anni ’30 non e’ che siano importantissimi.

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  3. E invece no, non è uno “strano” rifiuto, è perfettamente in linea con l’ attuale ideologia global.
    E’ non serve neanche fare finta di non capire.
    In altre parole: di fronte a una polemica del genere, si potrebbe spontaneamente pensare che siamo diventati, perlomeno qui a Milano, una nazione di matti, pazzi…ma è inutile pensarlo, tanto meno sforzarsi di capire secondo un criterio logico: secondo i global tutto ciò che è umano e naturale è indegno e da rifiutare; sappiamo cosa pensano riguardo alla sessualità delle persone; loro travisano e stravolgono tutto; per loro fare il bene degli altri, negli anni settanta era l’ esproprio proletario, ora sono contro i proletari, perchè devono essere sostituiti da chi viene da fuori e che nessuno si azzardi anche solo a pensare che qui da noi si possa con una statua celebrare la maternità, nel resto del mondo si, soprattutto Africa e sud America.

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    • Approvate il congedo di Paternità equivalente obbligatorio per le aziende se volete “celebrare la maternita”…

      Approvate la maternità sempre con l’utero degli altri voi di destra.

      Armiamoci e partite il vs motto dal 1920.
      Tutti chiacchiere e distintivo
      Circo Togni

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      • Lei ha molto tempo a disposizione per replicare di continuo a chi non è global come lei, beato lei…ad ogni modo le sue sono sempre le solite risposte vuote e ideologiche…che lagna! In questo caso poi completamente fuori centro…quelli che vogliono disumanizzare la maternità attraverso la orrenda pratica dell’ utero in affitto siete solo voi global!
        Quanto all’ armiamoci e partite siete sempre voi, che volete fare la guerra alla Russia -si- fino all’ ultimo ucraino, ci vada lei, magari con uno scolapasta in testa..
        L’ idea poi di equiparare paternità e maternità risponde solo alla vostra “esigenza”, suddetta, di considerare “eventualmente” la nascita di un figlio come un fatto “commerciale” (utero in affito).

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  4. Grazie ma anche no.
    Senza offesa, l’idea di mettere qualcosa in piazza Duse ci sta, ma merita di meglio.

    Meglio la proposta di Sala di metterla in Mangiagalli.

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  5. INVECE IO RITENGO CHE QUESTA STATUA OGGI PIU’ CHE MAI……………..SIA ADEGUATISSIMA PER RICORDARE AGLI SQUILIBRATI MENTALI ARCOBALENATI E CHI LI SOSTIENE…………QUAL’ E’ LA NORMALITA’!!!!!!!!!!!

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    • Ed ecco la risposta a chi chiedeva perché è divisiva…

      Ma poi… dobbiamo attendere 5 giorni per passare il controllo di moderazione di Urbanfile per vedere pubblicato un commento e si fanno passare messaggi di Odio e discriminazione come quello della sig. BEATA verg. Immac. Maria da Trevignano?

      Chiedo per un amico

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      • Quanto al ritardo nella puibblicazione nei commenti…mai oensato solo un istante che la responsabilità possa essere sua, che tende a monopolizzare il blog con le sue rispostacce sempre e solo provocatorie e di natura politico-ideologica?

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    • Già la tua frase è imbarazzante. Il fatto che tu l’abbia scritta tutta in maiuscolo, aggiunge solo un po’ di pena nei tuoi confronti. E serve ad evidenziare solo il tuo cervello tanto piccolo, limitato, incapace di vedere la cosa da un punto di vista superiore. Fatti un favore, CURATI, o semplicemente leggi qualche libro che non sia un romanzo rosa…

      Ah… Ovviamente penserai che io sia una delle consonanti del mondo LGBT+QRSUVZ e ANCHE in questo caso, sbaglieresti di brutto.

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      • Il fatto che lei non sia una delle “consonanti” rende la sua risposta ancora più deprimente; almeno avrebbe un motivo per insultare. come lei ha fatto, chi non la pensa come lei; consideri che l’ esasperazione di molti, nasce dal fatto che una ridottissima minoranza di individui – le sue “consonanti” – pretende di rifare l’ essere umano a suo piacimento. perchè così come è sempre stato non gli va a genio’, a loro. Lei potrà anche dichiararsi estraneo, in termini di comportamenmto sessuale, ma di fatto non lo è, perchè ne condivide l’ ideologia.

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    • sig.ra maria, non vedo come una donna che allatta un bambino si correli alle famiglie omogenitoriali, sta legando la sua mancanza di sensibilità e rispetto a qualcosa che non c’entra nulla, si parla di arredo urbano in somma e di come questo si leghi alla città. la sua frustrazione omofoba buttata al vento su un blog che parla di tutt’altro non è gradita. nel frattempo, buona continuazione e buona vita nella sua “normalità”.

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  6. E’ interessante come ancora ci si affidi ai virgolettati giornalistici e agli estratti di frasi che, fuori contesto, possono facilmente essere stravolte di significato. Nessuno ha visto la relazione della commissione, nessuno ha intervistato uno dei componenti, ma tutti si sono sentiti in diritto di giudicare, anche pesantemente.
    Basito anch’io dai virgolettati, io ho semplicemente chiesto a un componente della commissione per quale motivo la statua (che nessuno di noi ha veramente visto, eh!) fosse stata rifiutata, e la sostanza è molto semplice, la statua è brutta, il livello artistico non è giudicato all’altezza di un monumento civico. Punto. Poi, per carità, il giudizio artistico si potrà anche contestare, ma la commissione è composta da storici dell’arte che, sperabilmente, ha più autorità di una giuria popolare.
    Meno male che il comune di Milano ha istituito tale commissione, altrimenti ci troveremmo alla merce’ di qualsiasi sedicente artista che per autogloria non avrebbe di meglio che donare una sua opera al comune obbligandolo ad esporla.

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  7. Il problema della statua è la rappresentazione del seno nudo e del gesto dell’allattamento.

    Concordo come è stato detto nell’articolo, spostando la statua in un luogo “al chiuso” ad esempio la Mangiagalli è come se si volesse nascondere qualcosa
    L’esempio del cavallo di Leonardo è perfetto.

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  8. Ricordiamo a tutti che la maternità non deve essere un obbligo sociale.

    E che una donna può anche SCEGLIERE LIBERAMENTE di NON fare figli.

    E che per questo non deve essere vista come qualcosa di meno degno di essere rappresentato in una piazza.

    Amen

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    • E se tu in quella statua bella o brutta ci vedi un’imposizione a fare figli ti posso rispondere che anche postare in continuazione scemenze come le tue non dovrebbe essere un obbligo sociale.

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  9. Un vero momento mancato per dimostrare una percezione del concreto, una sensatezza su cosa si debba discutere a livello di Giunta.Declinare la cosa sul piano politico, ci fa pensare molto al di là della qualitá dell’opera.Ancor piu’ questo grande interesse generale. Sorprende il giudizio e lascia un senso di vertigine definire la maternitá un argomento solo religioso dunque inadatto all’universalitá.

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  10. Pensiamo anche all’ utilizzo politico-propagandistico che c’è sempre stato, da parte degli stessi che ora negano la maternità come valore, del celebre quadro “quarto stato” ; bellissima opera, ma ce lo siamo ritrovati dappertutto, come il prezzemolo, diffuso in ogni salsa… ipocritamente, a quanto pare: chissà se ora anche quello…sicuramente, verrà proposto di metterlo in cantina, non è più attuale, eh no, con quella donna, una moderna Maria che porta il suo figlioletto!
    D’ altra parte hanno già fatto sparire gli operai e la manifattura, con i loro sindacati efficientissimi.
    Questi, ci governano, almeno a Milano, questo è il problema, statua a parte.

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    • La maternità NON è un valore UNIVERSALMENTE riconosciuto.

      Alcune donne non vogliono fare figli ed è tutto loro diritto senza sentirsi obbligate da un “valore UNIVERSALMENTE riconosciuto ”

      Nè sminuite per questa loro scelta.
      Ne deve essere vista come una “mancanza” .

      Te capì?
      O fate finta di non capire.

      Mettete i soldi per asili, part time, smart working life balance, soldi VERI per le madri e non statue del balengo che vi costano 2 spicci…

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  11. Va eretta in dimensioni ciclopiche in piazza Loreto oppure all’interno del parco di Palestro. Deve diventare la statua della libertà milanese e ricordare che senza maternità/bambini non si va da nessuna parte. Estinzione della specie umana. Fine della storia. I tutti i sensi.

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    • Allora pagali te i figli degli altri.

      Metti i soldi per tutte le spese dai pannolini alla laurea. Vestiti, cibo, libri, etc

      Sono tutte donne con l’utero degli altri.

      Quaqquaraqquà

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