Milano | Lampugnano – La maledizione del recupero del Palasharp

Niente da fare, anche i Cabassi rinunciano ad occuparsi al recupero della tensostruttura di Lampugnano, il famoso e derelitto Palasharp. Infatti il 19 aprile scorso è stata inoltrato comunicato da ForumNet all’Area Gare Opere Pubbliche e alla Direzione Tecnica e Arredo Urbano del Comune, un comunicato via Pec che annunciava:

“Stando così le cose, siamo nostro malgrado costretti a comunicarVi di non essere in grado di presentare alcuna offerta aggiornata che sia coerente con le condizioni da Voi imposte. Da un lato,” scrivono, “avete concordato sull’importanza di aggiornare il PEF,” il piano economico-finanziario, “e dall’altro avete imposto le seguenti condizioni: (a) realizzazione dell’opera completamente autofinanziata senza alcun contributo pubblico, (b) divieto di modificare l’offerta tecnico-economica presentata in gara.” Inoltre, c’è l’ulteriore complicazione rappresentata dal “rischio legale connesso alle controversie in corso con Ticketone e l’Istituto Suore della Riparazione”, ovvero il convento confinante con il deteriorato Palasharp: “Le eventuali conseguenze sono state poste esclusivamente sulla nostra società.” Pertanto, il gruppo con sede ad Assago ritiene che “un’eventuale revisione del PEF alle vostre condizioni sia illegittima e irragionevole e non possa essere accettata da noi”.

Questo rappresenta un duro colpo per il destino dell’ex Palasharp. Dopo l’uscita di Ticketone ed Mca Events, la partnership che si era aggiudicata il bando per la ristrutturazione del tendone di Lampugnano ma che ha rinunciato a causa dell’aumento dei costi (da 18 a 46 milioni), è ora il turno della società del gruppo Cabassi, già proprietaria del Forum, di rifiutare l’offerta del Comune e le condizioni stabilite lo scorso 20 marzo. Le condizioni erano rigide: nessuna riduzione del canone di affitto da parte dell’amministrazione e nessuna modifica al ribasso dell’offerta presentata nel 2020, quando ForumNet si era classificata al secondo posto nel bando pubblico, sfidando i concorrenti tedeschi di Ticketon e la Mca Events.

Dopo i trenta giorni assegnati dal Comune per una risposta definitiva, i Cabassi hanno quindi preso la dolorosa decisione di ritirarsi.

Nel documento inviato al Comune via Pec, non viene lasciato spazio per una riconciliazione: “Mentre possiamo comprendere la vostra indisponibilità a stanziare risorse per un sostanzioso contributo pubblico,” ammette ForumNet, “è del tutto infondato dal punto di vista normativo e contrario alla buona fede il vostro pregiudizio preconcetto contro la revisione delle ulteriori condizioni dell’offerta.” Qui, il gruppo Cabassi fa riferimento esplicito alla riduzione del canone e all’estensione della durata della concessione, “cambiamenti che non avrebbero alcun impatto immediato sulle finanze dell’amministrazione comunale.” Senza queste possibilità, “qualsiasi tentativo di riequilibrio è impossibile,” lamentano i proprietari del Forum, “a meno che non si ipotizzi un contratto che comporterebbe significative perdite.” I toni diventano ancora più duri quando criticano la pretesa del Comune di scaricare su ForumNet tutti i rischi derivanti dalle controversie pendenti.

Questa conclusione sembra quasi inevitabile, considerando anche la battaglia legale condotta senza successo dai Cabassi dopo la perdita del bando. Inoltre, bisogna considerare che ogni sforzo per l’impianto di Lampugnano non sarebbe ricompensato con la sua inclusione tra le sedi delle gare olimpiche invernali, che inizieranno tra meno di due anni. Ora, al Comune rimangono due opzioni poco probabili: un nuovo bando pubblico o la vendita dell’area. Quest’ultima opzione sembra allettante anche per il gruppo di Assago, che ribadisce “il nostro forte interesse nella riqualificazione e gestione successiva del Palasharp, a condizione che possiamo operare in modo economicamente sostenibile e affrontare un ragionevole rischio imprenditoriale”.

L’ex palazzetto per eventi e spettacoli di Lampugnano, il Palasharp, che avrebbe dovuto essere ristrutturato per ospitare le gare di hockey su ghiaccio femminile alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, come abbiamo visto, era già stato scartato definitivamente dall’evento olimpico lo scorso agosto, ma si sperava sempre in una sua riqualificazione per una nuova vita e utilizzo. Al suo posto per le gare olimpiche si è ricorso alla riqualificazione e trasformazione dei padiglioni 22 e 24 di Rho Fiera.

  • Fonte: Comune di Milano, La Repubblica
  • Immagini: googlemap
  • Lampugnano, Palasharp, via Sant’Elia, Milano Hockey Arena, Monte Stella,
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

9 commenti su “Milano | Lampugnano – La maledizione del recupero del Palasharp”

  1. È una vecchia tensostruttura: ma abbatterla e liberare lo spazio, magari ripristinandolo a verde e collegandolo con il parco del Monte Stella proprio no?

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  2. Fateci tanti bei campi di “padella” che per qualche anno sarà ancora di moda. Passata la moda si potrà sempre farci una pista sintetica per lo sci da fondo o installarci dei bei ventoloni per il volo a vela. Qualche nuova porcata é sempre pronta!

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  3. Ma demolire quel rottame e restituire l’area alla sua funzione primaria di interscambio con la metro, tra l’altro in posizione privilegiata con il nodo autostrade? Perché sarò forse anziano: ma ai tempi gloriosi la tensostruttura fu edificata nel perimetro del parcheggio di corrispondenza. Area che oggi il Comune vende?

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