Milano La Maddalena. Come abbiamo più volte detto, La Maddalena è un quartiere o distretto di Milano il cui nome originale si è ormai perso, sostituito dai nomi delle piazze, vie e stazioni della metropolitana che lo compongono, come De Angeli, Marghera, Gambara, Baggina e Rubens-Rembrandt. Questi nuovi toponimi sono più facili da ricordare, soprattutto per i nuovi arrivati che non conoscono la storia della zona.
In origine, La Maddalena era un piccolo agglomerato di casupole rurali, attraversato dalla strada per Vercelli, e caratterizzato da un grazioso ponticello sul fiume Vepra (poi rinominato Olona). Al bivio con la strada che conduceva a Baggio sorge ancora oggi una colonna votiva, un simbolo sopravvissuto miracolosamente in una Milano che cambia e consuma rapidamente ogni cosa. Dedicata a Santa Maria Maddalena, questa colonna fu una delle tante “crocette” fatte erigere da San Carlo Borromeo in segno di ringraziamento per la fine della peste del 1576-77. Il borgo della Maddalena si trovava a breve distanza da quello di San Pietro in Sala, un insediamento più importante al di fuori delle mura di Porta Vercellina, oggi dominato dal Mercato di piazza Wagner e dall’omonima chiesa parrocchiale.
L’alta colonna, circa 5 metri, si erge da un basamento cubico in mattoni e mensole in serizzo. La colonna di granito, semplice nella forma e con capitello tuscanico, è sormontata da un piedistallo con un ampio cornicione che sostiene la statua della Maddalena, raffigurata mentre porta una croce metallica, ormai un po’ arrugginita. In questi giorni la colonna è stata recintata e si appresta a venire restaurata.
La colonna di fine ‘500 nel 1981 venne rimossa per un paio d’anni a causa di un cedimento del terreno che l’aveva inclinata, uscendo abbondantemente dal proprio asse. Intervennero i tecnici della divisione edilizia monumentale del Comune, che tirarono giù tutto e si trovarono fra le mani una statua — poveretta — che si sfarinava tanto era rovinata dal tempo. La portarono subito in laboratorio, dov’è fu sottoposta a cure di consolidamento. Ora attenderemo di conoscere lo stato di degrado del manufatto e quanto durerà l’intervento.
La statua è dedicata a Maria di Magdala (Maddalena). Le narrazioni evangeliche ci raccontano di Maria Maddalena che, insieme a Maria madre di Gesù e Maria di Cleofa, rimase presente alla crocifissione e alla deposizione di Cristo nel sepolcro, operata da Giuseppe di Arimatea. Fu lei, di primo mattino nel primo giorno della settimana, a recarsi al sepolcro con gli unguenti per il corpo, diventando così la prima testimone della Resurrezione e guadagnandosi l’appellativo di “Apostola degli Apostoli”.
Nel periodo dei pellegrinaggi medievali (XII-XIII sec.), nelle vicinanze della colonna sorgeva l’hospitale della Maddalena, un ospizio situato al crocevia dei percorsi di transito dei pellegrini. Come dicevamo, la colonna con la statua della Maddalena venne fatta erigere da San Carlo Borromeo alla fine della terribile pestilenza che colpì il territorio milanese nel biennio 1576-1577. Poiché durante la quarantena era proibito uscire di casa, vennero allestiti altari e colonne votive in varie piazze per consentire la celebrazione delle messe, inizialmente dalle forme semplici e sostituite da altari più complessi. L’antico hospitale venne poi soppresso e oggi è ricordato in un altare della chiesa di San Pietro in Sala.
Nel 1896, alla Maddalena venne edificata la fabbrica tessile De Angeli Frua, che divenne uno dei principali centri dell’industria tessile italiana. Dal 1880 il celebre Gamba de legn, la tranvia interurbana a vapore, attraversava questo rione fino alla sua ultima corsa, il 31 agosto 1957. Negli anni Cinquanta, con il trasferimento della fabbrica, l’area rimase vuota e si trasformò in un moderno quartiere. Col tempo e con l’arrivo della metropolitana La Maddalena perse importanza passando la palla a piazza De Angeli.
Volevamo anche aggiungere due parole sullo stato del verde pubblico che si trova nei pressi della colonna e in piazza de Angeli. Come si vede, tra i fitti cespugli si celano bottiglie e lattine gettate dai soliti incivili, mentre altrove troviamo come sempre, gli impianti idrici realizzati e poi abbandonati al loro destino, mostrando la scarsa manutenzione da parte del Comune stesso.
- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita
- La Maddalena, Piazza De Angeli, via Marghera, Piazza Gambara, Baggina, Via Rubens, Via Rembrandt, San Pietro in Sala, Monumento, Arredo Urbano
Credo che l’ultimo ricordo del toponimo fosse il negozio nel palazzo alle spalle della statua, si chiamava fino agli anni ’80 “Grandi magazzini La Maddalena”. Scomparso quello, non è rimasto più nulla a ricordare il nome.