Milano, Barona.
Fino all’inizio del Novecento, l’area dell’attuale piazza Bilbao — situata tra il borgo di San Cristoforo e quello della Barona — era, com’è facile immaginare, campagna attraversata da un torrente: l’Olona, chiamato anche Pudiga o Mussa. Questo corso d’acqua venne poi rettificato e trasformato in canale scolmatore con il nome di Lambro Meridionale, o Morto (districarsi tra i corsi d’acqua milanesi è, in effetti, una scienza a sé).
Il torrente, come detto, serpeggiava nei campi della zona, lambendo anche la chiesa dei Santi Nazaro e Celso alla Barona. All’epoca, via Bonaventura Zumbini aveva un tracciato sinuoso e si dirigeva verso viale Cassala (allora chiamato viale Malta).
Negli anni Trenta del Novecento fu completata la realizzazione del canale, che raccoglieva anche uno scaricatore del Naviglio Grande in località San Cristoforo, confluendo nel Lambro con un tracciato abbastanza rettilineo fino al Fiume Lambro.

Lungo i due lati del canale vennero costruiti due terraggi — poco più che sentieri — intitolati a Santander, capoluogo della comunità e provincia della Cantabria, affacciato sul golfo di Biscaglia. Il toponimo, risalente alla fine degli anni Trenta, intendeva celebrare l’assedio e la conquista della città, allora difesa dalle truppe governative, da parte dei ribelli franchisti e dei volontari fascisti italiani durante la guerra civile spagnola (14-26 agosto 1937).
Ancora negli anni Venti, lungo la strada che portava alla cascina Moncucco, si apriva — sulla destra del Lambro Meridionale, in direzione della futura piazza Bilbao — il piccolo cimitero della Barona. Sulla sponda opposta, in attesa di demolizione, si trovavano le cascine Blondel “di sopra” e “di sotto”, un tempo appartenenti alla famiglia di Alessandro Manzoni.

Via Santander cominciò a prendere forma solo a partire dagli anni Sessanta, seppur a tratti, anche perché lo sviluppo della zona rimase per lungo tempo limitato a piccole industrie e fabbriche. Tra queste, la fonderia Vedani, situata nei pressi dell’attuale via Schievano e della allora incompleta via Santander.
Un lato della strada si sviluppa a destra del canale, mentre quello con i numeri dispari corre sul lato sinistro. L’arrivo dell’Università IULM negli anni Novanta, seguito dalla costruzione del palazzo per uffici “Parallelo” (2011, progetto di Mario Cucinella Architects), ha migliorato la viabilità dell’area, anche se via Santander non era ancora completamente percorribile: il tratto tra piazza Bilbao e via Ernesto Calindri rimaneva interdetto.
Finalmente, dopo tanto tempo, è arrivato il momento atteso: grazie alle opere di urbanizzazione primaria a scomputo oneri, realizzate nell’ambito del convenzionamento planivolumetrico del complesso per uffici “The Sign” (Progetto CMR) e degli edifici compresi tra via Carlo Bo, via Schievano, via Santander e via Filargo, la zona è stata ridisegnata e ricomposta contribuendo al completamento della via. A breve, via Santander sarà completata nel suo tratto finale, consentendo di sbucare in piazza Bilbao e di collegarsi più facilmente al vicino borgo di San Cristoforo e al Naviglio Grande.


















- Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi,
- Fonte: “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; Milano. La città dei 70 borghi di Roberto Schena
- Barona, IULM, Università, Rendering, ACPV, Antonio Citterio e Patricia Viel, Cultura, Massimo Roj, Progetto CMR, Covivio, Via Santander, Piazza Bilbao, Olona, Lambro Meridionale, Canale, VIa Schievano,
È veramente un peccato che, in città, un corso d’acqua venga occultato da un guardrail addirittura doppio tipo autostrada. Dovrebbe essere un elemento di attrazione visiva. se non proprio attrezzato con un marciapiede o una pista ciclabile. Questi lavori potevano essere l’occasione.
Si, è meglio che non ci sia il guard rail. Così la gente ci finisce dentro, nell’elemento di attrazione visiva. Ci sono norme del codice della strada da seguire nella progettazione.
Non metto in dubbio, ma dev’essere proprio tipo paddock di formula 1 così il maranza si prende il tempo sul giro? Altrove riescono a progettare cose urbane che riescono sia a tutelare l’automobilista distratto sia a generare un colpo d’occhio gratificante, che magari nel tempo diventa anche un polo d’attrazione per i cittadini. Noi, in pena città e con un’importante riqualificazione, lasciamo invece un panorama tipo svincolo del casello. Le foto sopra parlano da sole.
2738K per quel rettangolino rosso……siamo sicuri?