Milano, San Siro.
Il progetto del nuovo stadio di San Siro entra in una fase cruciale. La Conferenza dei Servizi preliminare ha espresso una serie di osservazioni – alcune delle quali vincolanti – che Inter e Milan dovranno obbligatoriamente recepire nella versione definitiva del progetto. I due club dovranno affrontare non solo richieste ambientali e urbanistiche, ma anche garantire una certa continuità gestionale in caso di cambiamenti nella proprietà.







Più verde reale, biglietti accessibili e questioni legali
Tra le priorità evidenziate c’è l’esigenza di aumentare la presenza di aree verdi autentiche. Sebbene il progetto indichi un 52% di superficie verde, una parte significativa è composta da verde pensile (su tetti e terrazze) o da percorsi sopraelevati, elementi che il Comune considera insufficienti. Inoltre, si chiede un impegno concreto verso la “natura popolare” dell’impianto: biglietti a prezzi accessibili e una quota garantita di posti destinati a fasce sociali più deboli.
Altro tema centrale è quello delle garanzie: vista la durata pluriennale dell’operazione e la volatilità delle proprietà delle due squadre – attualmente in mano a fondi statunitensi – il Comune di Milano vuole tutelarsi legalmente. Che succede se uno dei due club cambia proprietà durante il processo? Quali tutele avranno gli investitori? Per questo, Palazzo Marino ha incaricato l’avvocato Alberto Toffoletto di fornire consulenza legale nell’ambito della proposta d’acquisto dell’intero comparto urbano di San Siro, incluso lo stadio Meazza.

Osservazioni tecniche e urbanistiche
Il giudizio sulla proposta complessiva è per ora un “semaforo arancione”. Diversi aspetti tecnici restano da approfondire: manca un’analisi dettagliata sul traffico, non è ancora chiaro l’impatto del sottopasso di via Patroclo, e una porzione di terreno risulta inclusa nel progetto ma non valutata dall’Agenzia delle Entrate. Si segnala anche la necessità di spostare l’hotel previsto in una posizione meno impattante per le storiche scuderie de Montel.
La Conferenza ha sottolineato che l’intervento proposto si limita quasi esclusivamente all’area immediatamente circostante lo stadio, senza una visione più ampia per i quartieri vicini. Inoltre, mancano ancora diversi documenti chiave: il costo complessivo dell’opera, gli oneri di urbanizzazione, le spese per la demolizione del Meazza e per la bonifica dell’area.

Il ruolo della Regione e i nodi commerciali
Anche la Regione Lombardia ha posto delle domande, in particolare riguardo alla destinazione commerciale di alcune aree. Non è ancora chiaro, ad esempio, se lo store di Milan e Inter previsto rientri nella categoria delle grandi strutture di vendita, né sono state fornite informazioni precise su dimensioni e ubicazione.
Infine, va segnalata la presenza di Populous – lo studio di architettura vincitore del concorso con il progetto della “Cattedrale” – all’interno della delegazione delle squadre. Un segnale che lascia intendere come il disegno originario resti il punto di riferimento per Inter e Milan.
L’iter ora proseguirà con una seconda Conferenza dei Servizi, questa volta “decisoria”, che stabilirà se il progetto potrà finalmente ricevere il via libera. Intanto, la partita si gioca anche – e forse soprattutto – dietro le scrivanie legali e finanziarie.



- Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milan e Inter
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>Diversi aspetti tecnici restano da approfondire: manca un’analisi dettagliata sul traffico, non è ancora chiaro >l’impatto del sottopasso di via Patroclo…
Ma cosa si vuole approfondire? Non c’è stata e non c’è la gestione/pianificazione del territorio e questi sono i risultati. Milano è troppo densa per poter prevedere strutture opere del genere che non abbiano impatto sul resto… anzi gli spazi che si vengono a liberare li si riempie con nuove costruzioni! Inoltre non si sente nulla di portare sottoterra quante più infrastrutture possibile (parcheggi, strade ecc.) per liberare/alleggerire la superficie sembra che questa città sia all’anno 0 (zero)… avanti così Milano 😀