Milano si è rotta?
È da un po’ che ce lo chiediamo. Qualcosa sembra essersi inceppato. Nulla pare più funzionare, anzi: tutto sembra peggiorare in città. Proviamo a fare il punto e a capire cosa sta succedendo.
Dopo l’Expo 2015, sembrava che Milano avesse spiccato il volo in groppa a Pegaso, proiettandosi tra le città migliori dove vivere. Ma col tempo qualcosa ha cominciato a incrinarsi. Forse era inevitabile: più si sale in alto, più la caduta può far male.
Noi di Urbanfile, semplici appassionati di urbanistica e architettura, ogni tanto cerchiamo di ripensare alla storia della nostra città per capirne l’evoluzione. In cento anni, Milano ha attraversato crisi profonde, rimboccandosi sempre le maniche e reinventandosi con determinazione. Dalle macerie della Seconda guerra mondiale alla ricostruzione forsennata degli anni ’50 e ’60 — che, tra eccessi e slanci, ha lasciato comunque capolavori architettonici ammirati in tutto il mondo — fino agli anni ’70 dell’oblio e del terrorismo, seguiti dal boom degli anni ’80: la Milano da bere, la moda, la cultura, le televisioni.
Poi arrivarono gli anni ’90. Mani Pulite mise a nudo un sistema corrotto, mostrando come il denaro avesse contaminato ogni ambito. Milano perse slancio e sicurezza, ma anche allora cercò di rialzarsi. Con il nuovo millennio arrivò una nuova energia. La vittoria dell’Expo nel 2008 accese la miccia. La Fiera si spostò a Rho, al suo posto nacque CityLife, mentre Porta Nuova riqualificava un’area abbandonata da decenni, e la nuova M5 prendeva forma. Tutto sembrava puntare verso un futuro più moderno e internazionale.

E infatti, dopo il 2015, Milano si ritrovò davvero a competere con le grandi metropoli globali. Si respirava un senso di riscatto. Ancora oggi è la città italiana che attira più investimenti, turisti e capitali. Gli hotel sono pieni, come i ristoranti e l’atmosfera è elettrica.
Ma eccoci dieci anni dopo in questo 2025, in un contesto molto più complesso. Immigrazione, sovraffollamento, microcriminalità, egoismo diffuso: problemi reali, percepiti con crescente insicurezza dalla cittadinanza, specie in alcune zone. La città sembra spaccata su ogni questione: ciclabili, parcheggi, nuovi progetti. Non esistono più vie di mezzo.
Il nuovo boom economico ha portato con sé anche tensioni sociali. Milano è diventata inaccessibile per molti: i prezzi delle case, degli affitti, della vita quotidiana sono ormai insostenibili. Eppure si continua a costruire, e le nuove abitazioni si vendono. Forse gli uffici faticano di più — tanto che molte strutture vengono riconvertite in residenze. Ma Milano sembrava irrefrenabile.
Il punto di rottura, però, è arrivato con una vicenda apparentemente locale: la costruzione di un edificio di sette piani all’interno di un isolato che si affaccia su piazza Aspromonte, al posto di una vecchia palazzina di tre. Tutto autorizzato con una semplice SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Da lì è partita un’indagine della Procura che ha scoperchiato un possibile vaso di Pandora: irregolarità diffuse nelle pratiche edilizie del Comune.

Da quel momento, la città è finita in stallo. Uffici tecnici paralizzati, oltre 150 cantieri bloccati da più di un anno. Cittadini che avevano acquistato appartamenti in palazzi sotto inchiesta non possono entrarci, e si sono riuniti in un comitato chiamato “Famiglie Sospese”. La situazione è così intricata da minacciare di compromettere non solo Milano, ma l’intero Paese — perché Milano traina l’Italia come si suol dire.
Al centro dell’indagine c’è l’uso della formula “demolizione e ricostruzione” classificata come ristrutturazione edilizia. Una norma nazionale introdotta nel 2020 consente infatti di demolire un edificio e ricostruirlo (anche più grande), classificando l’intervento come “ristrutturazione”. Questo consente di evitare il classico permesso di costruire e di pagare oneri di urbanizzazione ridotti — quei contributi che finanziano scuole, parchi, trasporti.
Eclatanti i casi della Torre Milano in via Stresa, alla Maggiolina, e delle Park Towers in via Crescenzago, alle Rottole: da edifici di uno o due piani si è passati a grattacieli di oltre venti. Secondo quanto emerso, il Comune avrebbe incassato fino al 14% in meno rispetto al dovuto. Il tutto legittimato da una legge regionale del 2019.


La vicenda ha toccato il culmine pochi giorni fa, con la richiesta di arresto per Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana, e per Manfredi Catella, presidente del colosso immobiliare Coima. Indagate anche numerose altre persone, compreso il sindaco Giuseppe Sala.
La situazione ha generato un blocco potenzialmente devastante per l’edilizia milanese — primo settore per investimenti in Europa, davanti persino a Monaco e Amsterdam. Gli scali ferroviari in fase di sviluppo rischiano la paralisi. Lo stadio di San Siro? Ancora tutto sospeso, e la possibilità che Milan e Inter si trasferiscano altrove è sempre più concreta.
Il problema, però, sembra più politico che giudiziario. Le norme urbanistiche dipendono dal Parlamento, che fissa i principi, e dalla Regione, che li attua. Il quadro normativo italiano è confuso e obsoleto: molte norme risalgono a oltre 80 anni fa, come la legge urbanistica n. 1150 del 1942, tuttora alla base del sistema.
Il Comune potrebbe aggiornare il Piano di Governo del Territorio (PGT) per arginare casi simili, ma si tratterebbe solo di una pezza temporanea, in attesa degli esiti giudiziari e, soprattutto, di una vera riforma delle leggi nazionali. Sempre che, nel frattempo, non cada la Giunta. E in tal caso, non è affatto detto che esista un’alternativa politica chiara.
Intanto la fiducia nella politica locale vacilla, così come quella negli operatori immobiliari che hanno contribuito al cosiddetto “Modello Milano”. Gli incentivi alla riqualificazione, nati con buone intenzioni, hanno avuto l’effetto collaterale di ridurre gli oneri versati e, quindi, i servizi pubblici disponibili.
E poi c’è la questione sociale. Forse il settore immobiliare ha dimenticato una verità fondamentale: Milano non è solo per chi ha i “dané”. È fatta anche di persone che ogni mese faticano ad arrivare alla fine. E che, per potersi permettere una casa, sono costrette a scappare verso l’hinterland, che a sua volta reagisce alzando i prezzi. Forse la città ha peccato di presunzione, tentando di diventare una sorta di Londra, senza averne davvero le carte. In fondo, è la seconda città per dimensione di un Paese economicamente e culturalmente in declino: Londra e Parigi le appaiono irraggiungibili. E loro, semplicemente, non la considerano neppure.
Nel frattempo si è costruito per soddisfare chi cercava case di lusso, a scapito di chi non può permettersele. Ma anche quel mercato sembra ormai saturo. Un processo di gentrificazione che ora, forse, si sta ritorcendo contro.
Insomma, la situazione è intricata. Legale, certo. Ma anche morale. E in tutto questo, c’è anche un certo sensazionalismo, un clima teso, sospeso.
A questo punto, la domanda torna prepotente:
Milano, si è rotta? Sicuramente si, e ci vuole un’urgente “scossa”.
Qui di seguito riportiamo una mappa coi cantieri e i progetti in oggetto di indagini.


- Referenze immagini: Roberto Arsuffi
- Urbanistica, Procura, Edilizia, Scandalo, Indagini, indagati, modello Milano, Sindaco, Giunta, Comune di Milano, Assessore
I danni sono molteplici, e alcuni insanabili e definitivi.
1) Oneri di urbanizzazione sottodimensionati: milioni di euro (centinaia) non incassati dal Comune per interpretazioni da Rito ambrosiano guidate da logiche accomodanti verso gli sviluppatori immobiliari. Il risultato si testimonia da carenze croniche di asili, piscine comunali, centri sportivi, mezzi ATM vetusti, eccetera
2) Il danno piu’ grande, generazionale, sugli Scali ferroviari. Aver sprecato l’occasione di rendere la citta’ piu’ verde, ecologicamente resiliente contro le ondate di calore – A) consentendo a FS di monetizzare gli scali dati in concessione (legata a destinazione d’uso, che e’ venuta meno, ma tant’e’); e B) avendo sventolato e caldeggiato i masterplan che diventeranno lingue di asfalto (stile Sanbabilino) costruite da COIMA / Hines / ecc/ : nuovi centri commerciali, uffici, residenze per studenti a 900EUR/stanza, hotel e appartamenti.
Alberi ad alto fusto che raffreddano la citta’ di 2-4 gradi? NO GRAZIE, I NOSTRI BUILDING SONO GIA’ LEED GOLD
3) Non aver tutelato le fasce piu’ deboli, costruendo case popolari, pretenendo piu’ appartamenti a canoni calmierati, ecc. Ed ora si trovano a dover costruire a Viale Zara appartamenti per i tramvieri, che con le loro forze non possono piu’ vivere a Milano. Per fortuna che Manfredi ha trovato la soluzione, fare tutti i pendolari da Genova (sperando non ci sia sciopero, perche’ gli infermieri non possono fare smart working).
Rispondo al punto 2 : Concordo pienamente, la logica è stata = sacco di Palermo, dove c’è un buco costruisco, ma non poco di più. Andiamo a vede lo scalo Farini, tutte le aree lasciate da Rfi edificate.. Bovisa ? =, Greco Non ne paliamo, Roamana, i PRIMI risultati li abbiamo visti, aspettiamo il completamento. Si poteva fare diersamente ? Secondo me si, ma il Sindao è lui, L’Innominato.. Non basta? andiamo avedere il sit Milano 2030,
https://geoportale.comune.milano.it/portal/apps/webappviewer/index.html? hd=898e7d52b24c40d8a2930226971e126a che poi cos’è il sit della pianificazione o cosa ? nessuno se l’è mai chiesto, MALE.. ci sono aree indicate come a” verde urbano” edificate e con previsione di edificazione, vedi via baldinucci, dove c’è un area a verde dove dopo aver autorizzao la costruzione di uno studentato c’è un supermecato (devo dire benvenuto in zona ci mancava, no battuta!) e la previsione di uno studentato pubblico se non sbaglio finanziato dal Conte I, mai andato oltre una recinzione. PErò quello di fronte alla stazione undici piani di morbideza totalmente privato , 17 mq a partire da 1570 € al mese è quasi pronto.
Mi risulta a memoria, ma magari nei meandri di internet lo trovate, cha anni e anni fa Rfi avesse proposto lo scambio mi fai costruire sugkli scali e io ti faccio il secondo passante coisì da chiudere il circolo del trasporto ferroviario, cosa che scusate signori appassionati del design, dei pali e delle tag sui palazzi. ma il secondo passante, se fatta come si deve, vale due/TRE line della metropolitana, (altro che circle line!).Mi risulta, sempre a memoria che L’Innominato abbia detto “no! voglio le volumetrie”. Ok ha costrutio lui. Cosa rimane per la Citta?
bè Adesso c’è da chiedersi, “ma ci fa o ci è?”. Per me entrambe.
Ma al di là di questo,chi lo ha sostenuto, te ne accorgi adesso?
Abbiamo avuto vari Sindaci da FoRmentini che, piaccia o no ha poreso in mano una Città bloccata dalle inchieste e poco alla volta ‘ha fatta ripartire, ha dato il via alla riconversione Pirelle Bicocca, dove oggi c’è l’universita, ben fatto be dai tutto sommato si. Moratti quella del bike sharing, allora scelta coraggiosa,l lo abbiamo ancora e poi delle linee M4 ed M5,àOk, Albertini, l’ammistratore di condominio quello dei grattaieli di media altezza, dei parcheggi sotterranei e cc, dai tutto sommato non male. Pisapia, non ha fatto niente, nessuna scelta, nessuna politica amministrativa vera, forse aveveva capito coso c’era dietro. L’iNNOMINATO, Lo scopriamo adesso, il classico manager pieno di se, giudizi per tutti (Il Presidente, della Repubbilica, o del Conglio deve fare , deve dire, losteso per il Papa o il Presidente degli Stati Uniti), ma guarda la tua Citta, nessuno glielo ha detto? No perchè è u problema di percezione. Allora tu e le forze che l’hanno sostenuto e lo sostengono cosa ne pensi.
Aspetto insulti
La soluzione è semplice, all’estero ad es Francia è tutto così: costruire parcheggi interrati e farli funzionare. Si crea spazio in superficie per tutto il verde e le ciclabili che si vogliono eliminando le auto. Mi chiedo perché Sala non ci abbia mai pensato.
Perché per ogni parcheggio interrato che si volesse realizzare, ci sarebbe subito un “comitato del no” pronto a fare di tutto per bloccare i lavori
Questa è da incorniciare. Risolvere i problemi della città con i parcheggi 😀
Peccato sia una stupidaggine. Più parcheggi fai e più auto attiri, vanificando i presunti vantaggi.
E un parcheggio sotterraneo chi lo paga? In quanti anni lo costruisci? Dove? Tagliando quanti alberi?
Ecco perché, giustamente, non si fanno. Le auto devono essere ridotte, non incentivate. Tutte le città evolute lo stanno facendo e dobbiamo farlo con molta più convinzione anche noi.
Lo paga chi si compra il box.
Più parcheggi ci sono e meno costano i box per i residenti.
La lungimiranza dello scempio di piazzale lavater, per salvare 4 alberi hanno impedito la costruzione del parcheggio, adesso hanno pedonalizzato e le auto sono più di prima.
Pensare di eliminare le auto senza parcheggi è pura utopia
Mi spiace ma non servirebbe a nulla. Il milanese non vuole solo parcheggiare, vuole parcheggiare GRATIS e possibilmente sotto casa. Inutile dire che questo non è un diritto, ma un lusso. A sostegno di quel che dico, basta vedere le zone dove i parcheggi interrati esistono: vi sembra che nelle aree limitrofe la auto siano parcheggiate secondo il codice della strada oppure sono tutte comunque buttate ovunque e a caso? E in wuestbparcheggi, casualmente, ci sono sempre posti auto disponibili…
Siete mai stati in via Marghera o Raffaello Sanzio alla sera? Posti liberi in ben tre autosilo e auto parcheggiate al centro della strada in Sanzio o in seconda fila in Marghera. Non serve. L’unica cosa che può risolvere il problema del parcheggio selvaggio è certezza delle sanzioni, come da codice della strada.
Oppure come fanno in Francia,
Con veri impedimento fisico al parcheggio oppure le strade le fanno strette strette in modo tale da rendere impossibile la sosta lato strada senza bloccare il flusso dietro.
Così che tu non puoi accostare “un attimino” e devi andare oltre a trovarti un parcheggio interrato.
Da noi ci sono ma restano vuoti, preferiscono stare “un attimino” bordo strada con le 4 frecce…
Ridisegno delle strade ci vuole. In 2 parole urbanistica.
esattamente! tutti a invocare più parcheggi, persone che probabilmente non vivono la città considerato che anche in agosto, con città vuota c’è chi ha la presunzione di lasciare l’auto sui parterre alberati. bisogna combattere la mentalità autocentrica che sta rendendo invivibile e insicura Milano come tutte le città italiane
Una cosa è certa: a forza di costruire stiamo soffocando.
Articolo da incorniciare. Non c’è altro da aggiungere. Speriamo davvero la città cambi passo, senza però rinunciare alle sue aspirazioni di modernità e accorgendosi finalmente, che non può vivere di soli ricchi.
– Una norma nazionale introdotta nel 2020 consente infatti di demolire un edificio e ricostruirlo (anche più grande), classificando l’intervento come “ristrutturazione”
– Il tutto legittimato da una legge regionale del 2019
– Le norme urbanistiche dipendono dal Parlamento, che fissa i principi, e dalla Regione, che li attua. Il quadro normativo italiano è confuso e obsoleto: molte norme risalgono a oltre 80 anni fa, come la legge urbanistica n. 1150 del 1942, tuttora alla base del sistema.
— peccato che in questo dibattito non si colga che il vero schifo è questa giungla burocratica su piano nazionale/regionale/comunale, puntare il dito sull’attuale giunta è come indicare la luna e guardare il dito
Si è rotta l’insegna della torre Generali…
Sono di Milano, con genitori e nonni milanesi. Ho 66 anni, sono sposata e, per scelta, non abbiamo mai pensato di acquistare una casa. Ci siamo ritrovati con un affitto di 1200 euro per un bilocale (65 mq) in zona San Siro. Non certo tra le zone di lusso di Milano. La casa è dell’Ente Morale Fondazione Campari. Ci hanno dato giustamente lo sfratto perché non siamo riusciti a “starci dentro”. Abbiamo fatto sacrifici di ogni tipo, dall’alimentazione alla sanità. Eppure non c’è l’abbiamo fatta e dobbiamo andarcene da mio fratello, in un paesino sul un lago, per cercare di rimettere i conti in ordine. Ho sempre vissuto a Milano, amo questa città, ma ultimamente non la riconosco e non mi ci riconosco più. E comunque era palese che qualcosa stesse andando molto male. Lo si sentiva nell’aria e tra le persone con redditi medi. Spero che tutta la Giunta si dimetta insieme a Sala, che avrebbe dovuto lasciare dei dubbi già dalle vicende relative all’Expo. E invece è stato eletto sindaco…
Infatti se eleggono la destra gli affitti calano immediatamente a 500 euro al mese per 70mq.
Matematico.
È colpah di Salah.
Ma va a ciapà i gatt!
Non vedo perché dileggiare un commento così aperto, basta con questo tifo da stadio. Lo dice uno che tutto vorrebbe fuorché la destra al potere.
Il suo continuo sostegno a questa giunta è imbarazzante, per lei; cerchi di essere meno ultrà della – cosiddetta – sinistra che, tra superbonus e questa situiazione attuale, altro non ha fatto che rovinarte la vita ai ceti popolari e alla classe media…comunista del duemila, tzè, ma va là….
Dovreste pensare a Aler e ai governi che sono 50 anni che non c’è un piano casa IACP.
È quello il vero problema, non le città che diventano più care perché quello è un fenomeno che passa sopra la testa di ogni sindaco…
E la destra secondo voi farebbe meglio?
Tipo i leghisti di Aler ?
signora, non faccio i conti in tasca a nessuno, ma con 1200 € al mese di un mutuo fatto in anni migliori ora quella casa sarebbe vostra e magari anche da un po’ di tempo. Se avevate la disponibilità per l’affitto ce l’avevate per un mutuo. e nessuno vi sfratterebbe, anzi forse non dovreste nemmeno più tirare fuori i 1200 € al mese. Un conto è affittare se uno ha in mente di spostarsi ogni pochi anni, ma restare nello stesso poso per decenni. Adesso piange perchè i prezzi sono assurdi e non ci state dentro e dovete trasferirvi lontano? La colpa forse non è di Sala e della sua giunta, che peraltro detesto con tutto me stesso
Siamo sicuri che dietro a ristrutturazioni con demolizioni di piccoli fabbricati non sismo-resistenti ci sia l’uso (improprio) del Sismabonus?
Attenzione però: di fronte a una situazione amministrativa del genere, stabilire, come purtroppo anche altri media fanno, che il problema “più che giudiziario” sembra politico, vuol forse dire dire “meno grave”? Direi proprio di no, anzi, ancora molto, molto, più grave, perchè la portata del problema stesso sarebbe davvero enorme: vorrebbe dire avere una classe dirigente di sinistra (insomma) che non ha “sbagliato” ma che ha, letteralmente, tradito il popolo, facendo gli interessi dei ricchi.
sempre che la cosa si fermi a livello comunale 🙂
…. ecco, appunto.
Ma se poi il governo passa a questa destra, che già gestisce da molti anni l’Aler con i risultati che vediamo, sicuri che le cose, in tema abitare, andranno meglio? Io mi sto rassegnano a vedere partire i miei figli o a tenermeli in casa fino a 40 anni….visto che nessuno di noi ha le risorse per comprare un’altra casa qui
…ecco appunto, ha stato Salvini.
Pensi che i risultati di quelli gestiti da MM (comune di Milano) siamo migliori?
Tra inquilini morosi, occupazioni abusive e i pochi soldi in cassa perché gli oneri di urbanizzazione li regalano stranamente ai costruttori, la situazione è effettivamente complicata.
Grazie per questo articolo riassuntivo. Faticavo a capire la situazione, ora mi è più chiara.