Milano | Isola – Trasformato e riqualificato il palazzo di via Galvani 24

Milano, Isola.

Sul finire degli anni Settanta, l’ampio complesso dell’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice cedette una porzione del proprio edificio, situata all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Luigi Galvani.

Dopo la demolizione dell’ala, tra la fine del decennio e l’inizio degli anni Ottanta sorse un nuovo edificio di otto piani, conosciuto come Palazzo delle Telecomunicazioni o, più semplicemente, Palacom. L’edificio, dall’aspetto piuttosto discutibile, presentava una composizione architettonica frammentata, quasi a riflettere le diverse funzioni ospitate al suo interno. Al piano strada trovavano spazio attività commerciali, tra cui, inizialmente, una libreria della casa editrice Mursia. Seguivano tre piani di uffici, caratterizzati da pannelli in alluminio grigio e finestre raggruppate in serie di tre, separate da pilastri-lesena color magenta. Lo stesso colore magenta segnava una fascia orizzontale tra il terzo e il quarto piano, utilizzata come insegna con la scritta “PALACOM”. I cinque piani superiori erano scanditi da una sequenza regolare di finestre incorniciate da pannelli prefabbricati rosa salmone, mentre un alto tetto a mansarda completava la struttura.

Di recente, l’edificio è stato sottoposto a un intervento di riqualificazione e ristrutturazione, con l’applicazione del classico “cappotto termico” che, inspessendo le facciate, ne ha modificato sensibilmente l’aspetto.

Oggi il Palacom appare meno vistoso, ma anche più anonimo. I primi tre piani sono stati trasformati in un alto zoccolo grigio chiaro, scandito da fasce orizzontali; i pilastri verticali sono stati eliminati e l’insieme ha assunto un aspetto più sobrio e semplificato. La parte superiore, corrispondente agli ultimi cinque piani, è ora più piatta e uniforme, con le sole aperture delle finestre disposte regolarmente. Anche il tetto a mansarda e la torretta tecnica sono stati rivisti e armonizzati.

Il risultato è un edificio certamente più discreto e meglio integrato nel contesto circostante, compreso il complesso dell’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice.

  • Referenze immagini: Google Map, Roberto Arsuffi
  • Isola, Porta Nuova, Centro Direzionale, Via Melchiorre Gioia, Via Galvani, Riqualificazione, Ristrutturazione
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

15 commenti su “Milano | Isola – Trasformato e riqualificato il palazzo di via Galvani 24”

  1. Prima era una cosa con sopra una cosa con sopra una cosa.

    Adesso è una cosa con sopra una cosa con sopra un a cosa. Ma di un altro colore.

    Forse renderlo una “cosa unica” richiedeva troppo sforzo?

    Nessuno ricorda come era prima della trasformazione intermedia in “Palacom”? Magari in origine era uniforme…

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  2. Ho abitato lì per più di 20 anni. Quando sono arrivato, c’era la libreria al piano terra del palazzo, di fianco c’erano la gelateria e l’agenzia di viaggi e, dall’altro lato della strada, c’erano il fiorista, la cartoleria, e tanti altri negozietti che facevano tanto “quartiere”. Quando sono andato via, c’erano solo mangerie e agenzie immobiliari. Unico segno di vita di quartiere il convenience store degli srilankesi e, un po’ più in là, la nuova La Esse. Forse è sopravvissuto anche lo storico parrucchiere da uomo di fianco alla farmacia. Per qualche motivo le varie caffetterie che hanno provato ad aprire al piano terra del palazzo non hanno mai funzionato, vediamo se questo “Cantun” ci riesce.

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  3. Concordo con UF

    “Il risultato è un edificio certamente più discreto e meglio integrato nel contesto circostante, compreso il complesso dell’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice”

    Aggiungo anche di un’eleganza molto milanese.

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  4. Hanno saputo rendere anonimo un altro palazzo, sterilizzato e omologato. Non Pi possono fare paragoni con la versione precedente, che quanto meno era personale e riconoscibile. Eleganza milanese? Dove? In questa clinica psichiatrica mascherata da ospedale com camera mortuaria?

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    • Riconoscibile di sicuro, per un pugno in un occhio per disarmonia sia stilistica che cromatica.
      Al di là ogni considerazione di bellezza o bruttezza è indiscutibile che con questa ristrutturazione
      l’edificio si inserisce decisamente meglio nel nuovo contesto del centro direzionale.

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  5. De Gustibus…

    A me piace parecchio, sobrio, con una certa eleganza e dalle linee più pulite.
    Orribile secondo me era quello che c’era prima, con forme e colori sgraziati.

    luca

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  6. De Gustibus…

    A me piace parecchio, sobrio, con una certa eleganza e dalle linee più pulite.
    Orribile secondo me era quello che c’era prima, con forme e colori sgraziati.

    luca

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  7. Credo un paio di mesi fa, in un giorno torrido, mi fermo al semaforo guardo il palazzo e con grande stupore è come se non vedessi più i colori. un grigiore mi ha invaso, così come lo stupore. Sono rimasto bloccato a guardarlo, intento a coglierne il motivo di tale scelta cromatica. Non volevo credere che si potesse arrivare a tanto. Era orrendo anche prima, ma questa poteva esse una occasione per renderlo protagonista. Invece NO.
    Mi guardo attorno e vedo palazzi che in qualche modo, anche se timidamente, mostrano dettagli interessanti, ma questo no! Questo vuole mostrare la vacuità, la non volontà di voler divertire il pedone attraverso l’architettura. il palese desiderio voler togliere quegli elementi che portano alla gioia visiva. Si denota noia, desolazione, miseria, ignoranza artistica. Una scatola bucata, posta proprio sotto a uno dei più bei grattacieli al mondo. Ma chi è quell’architetto che si suicida attraverso queste scelte estetiche?

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    • Non sono d’accordo con le sue osservazioni che comunque sono personali e soggettive, ci mancherebbe.
      Spero però che, data la sua intelligenza artistica, per “uno dei più bei grattacieli al mondo” intendesse il Pirelli e non quello con le piante sui balconi, mi rassicura ?
      .

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