Milano | Vaiano Valle – Il nuovo confine tra città e campagna che fa discutere

Milano, Vaiano Valle.

A sud di Milano, al confine con il Parco Agricolo Sud, si prepara una delle trasformazioni urbanistiche più discusse degli ultimi anni (ne avevamo già parlato a febbraio). Si tratta del progetto per Vaiano Valle Nord, un piano attuativo di circa otto ettari compreso tra via Quaranta e via Marco d’Agrate, nell’area di via dell’Assunta.

Un’area oggi quasi interamente libera, ma destinata — secondo il masterplan in corso di valutazione — a diventare un nuovo fronte urbano tra città e campagna.

Un borgo dimenticato, un progetto che torna d’attualità

Il nome “Vaiano Valle” richiama un antico borgo rurale, un tempo Comune autonomo fino al 1869, poi annesso a Vigentino e infine inglobato da Milano nel 1923.

Menzionando il borgo antico posto poco più a sud, ci viene anche da chiederci se non sarebbe grande cosa che il Comune trovasse il modo di spingere qualche immobiliare a riqualificare e rigenerare l’antico borgo ormai diroccato, fatto di cascine, che era Vaiano Valle.

Per decenni dimenticato, è tornato alla ribalta per un progetto di sviluppo più volte rimaneggiato, legato a terreni che furono di Salvatore Ligresti, il controverso imprenditore e costruttore protagonista della Milano degli anni Ottanta e Novanta. Oggi quelle aree sono di proprietà del gruppo Unipol.

Il PGT di Milano identifica la zona come Piano Attuativo obbligatorio “PA1/c Vaiano Valle Nord”, un intervento strategico volto a ridefinire il limite urbano e la relazione con il Parco Agricolo Sud.

Di seguito alcune foto del borgo antico quasi completamente diroccato e che dista parecchie centinaia di metri da via dell’Assunta, ma che non è preso in considerazione dal piano attuativo di rigenerazione urbana.

Cosa prevede il masterplan

Secondo le anticipazioni del piano, nell’area di via dell’Assunta dovrebbero sorgere diversi edifici su tre lotti oggi vuoti.
Nel primo, tra via dell’Assunta 54 e i nuovi edifici di via Gargano, sono previste una stecca di quattro piani e una di otto.

Negli altri due lotti, posizionati a nord e a sud della curva di via dell’Assunta che scavalca poco dopo il canale Vettabbia, il progetto disegna due torri di 17 piani e una di 10 piani, unite da corpi più bassi. Tra questi insediamenti, un parco pubblico dovrebbe fungere da cerniera con una nuova strada rettilinea, a delimitare il confine con il Parco Agricolo Sud Milano.

Al centro dell’area sorgono due edifici storici — il Molino Valle e la Cascina Valle — che il progetto intende recuperare con nuove funzioni pubbliche, ristorative e multifunzionali.


Non lontano e nello stesso perimetro, al civico 67, si trovava l’ex Cartaria Garanzini, demolita nel 2022. Secondo alcune fonti, anche quest’area sarebbe destinata a una torre residenziale di 17 piani (rendering a seguire), ma facente parte di un altro progetto.

Un confine tra città e campagna

Vaiano Valle si colloca in una posizione strategica ma delicata:
a ovest il quartiere Val di Sole del Vigentino, a nord l’area produttiva di via Quaranta, in progressiva trasformazione grazie al vicino distretto Symbiosis, allo Scalo Romana e alla Fondazione Prada; a est, le torri popolari di via San Dionigi. In questo settore si trovano edifici dozzinali adibiti alla produzione o a uffici, ma anche qualche complesso in totale abbandono come quello di via Quaranta al 44.

Il progetto rappresenta dunque una cerniera tra il tessuto urbano consolidato e i campi del Parco Agricolo Sud, a poco più di cento metri di distanza.

Le critiche dei comitati

Il piano non è stato ancora approvato, ma il fronte del “no” è già compatto.
Le associazioni e i comitati di quartiere contestano il consumo di suolo in prossimità di un’area protetta e la densità edilizia prevista, giudicata eccessiva per un contesto periferico e poco servito.

Preoccupano anche i problemi di mobilità — scarse connessioni con i mezzi pubblici e rischio di aumento del traffico privato — e la mancanza di servizi di base, come scuole e presidi sanitari.

Altri timori riguardano la reale accessibilità pubblica degli spazi che dovrebbero sorgere nelle cascine recuperate, che secondo i comitati rischiano di restare riservati ai nuovi residenti. Altro problema menzionato è che le torri occulteranno il sole ai palazzi retrostanti, cosa impossibile comunque.

Un’occasione o un rischio per Milano Sud

Dal punto di vista urbanistico, Vaiano Valle rappresenta una soglia di città che potrebbe diventare un laboratorio di integrazione tra edilizia e paesaggio.

L’idea di fondo è quella di ricucire il margine urbano con un “filtro verde” che metta in relazione la città con il Parco Agricolo Sud, recuperando al tempo stesso luoghi storici oggi abbandonati.

Ma la portata del progetto e i dubbi sulla sua sostenibilità — sociale, ambientale e viabilistica — ne fanno un tema destinato a restare al centro del dibattito.

Un iter ancora aperto

Dal 2021, anno della presentazione ufficiale, il piano ha attraversato varie fasi:

  • nel gennaio 2024 la Commissione per il Paesaggio ha espresso parere favorevole;
  • un mese dopo, il Municipio 5 ha dato un via libera “condizionato”;
  • nell’agosto 2024 sono arrivate nuove richieste di integrazioni.

Durante l’estate, il progetto è tornato sotto i riflettori anche per un caso interno all’amministrazione: uno dei membri della Commissione Paesaggio, dopo due bocciature consecutive al piano, sarebbe diventato consulente dei costruttori. L’architetto coinvolto ha parlato di “fraintendimento”, ma la vicenda ha alimentato ulteriori polemiche.

L’iter amministrativo, intanto, prosegue tra revisioni, verifiche e sospetti, mentre la città si interroga sul futuro di una delle sue ultime soglie verso la campagna.

  • Referenze immagini: Archi Tekton, Roberto Arsuffi, Google Map, Masimo Tonelli, Corriere delal Sera
  • Fonte: La Repubblica; Archi Tekton
  • Vaiano Valle, Via dell’Assunta, Via Marco d’Agrate, Masterplan, Parco Agricolo Sud Milano
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

13 commenti su “Milano | Vaiano Valle – Il nuovo confine tra città e campagna che fa discutere”

  1. Il problema è che non ci sono mai dei progetti volti a costruire nuovi quartieri. Milano è frammentata. Costruiscono condomini di 17 piani e pensano che il problema sia risolto. In quel parco agricolo sud dovrebbero costruire un quartiere all’inglese con un grande parco annesso all’inglese e un progetto per la metropolitana. Cosi vedrete che tra 10 anni sarà anche turistico e i comitati apprezzerebbero solamente. Ma tanto basta che si alzano condomini rettangolari …

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    • Non mi spiego come nessuno ci penso, i piani regolatori? Progetti sensati? Architetti all’ascolto? A milano effettivamente mancano quartieri residenziali all’inglese che hanno tutte le grandi città dove non c’è un stacco cosi netto tra città e campagna.

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  2. “…..uno dei membri della Commissione Paesaggio, dopo due bocciature consecutive al piano, sarebbe diventato consulente dei costruttori”. Ecco il sunto di come il mattone milanese risolve i vincoli e le prescrizioni

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  3. si come gratosoglio, un’occasione sprecata per creare un quartiere bello e magari anche tipico e turistico. Milano è piccola e si deve espandere ma deve farlo con cura, altrimenti rimarrà una città brutta e bella solo nel primo cerchio

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  4. A me personalmente i quartieri all’inglese (se inteso con le ville quadrifamiliari) sanno di distopia e spazio buttato nel cesso…
    Ciò detto, a prescindere da valutazioni personali di tutti: Milano ha un piano di consumo di suolo saldo zero o lo hanno già cestinato? ceh se c’è un piano perché lo si infrange? e non ditemi che hanno depavimentato la stessa metratura altrove perché mi spacco dalle risate.

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    • Belli invece i condomini di 20 piani con giardino condominiale. Dove i giardini condominiali rubano spazio a caso, sono inutilizzati. Spazi che potrebbero essere dei giardini privati. Per non parlare del fatto che nessuno mai fotograferà un condominio. Infatti i turisti a milano fotografano quartieri tipici, armoniosi e poco impattanti

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    • Il consumo di suolo zero è solo sulla carta: il consumo è zero se non introduci nuove zone edificabili rispetto a quelle in vigore nel 2014. Per la regione Lombardia tutti i nuovi Pgt dopo la pubblicazione dell’ultima integrazione al PTR devono ridurre gli ambiti soggetti a piano attuativo del 20-25% (superficie, dipende dalla provincia di appartenenza) rispetto al Pgt in vigore nel 2014. Questo non significa che non si possa più costruire su suolo libero, semplicemente solo nelle aree che si sono ‘salvate’ da questa riduzione.

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  5. Le relazioni illustrative dell’intervento saranno piene di “cerniera fra città e campagna” ed espressioni simili, e poi ti trovi con torri da 17 piani affacciate sui campi, visibili da Voghera.

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  6. A me preoccupa che costruiscano così alto. Siamo al vero confine con la campagna, le altezze dovrebbero scemare anziché aumentare più delle case vicine.

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