Milano | Vaiano Valle – Un nuovo quartiere che non s’ha da fare

Milano, Vaiano Valle.

Vaiano Valle è una delle zone meno conosciute e abitate di Milano, in gran parte perché il suo territorio è occupato dal Parco Agricolo Sud Milano.

Di rado finisce sotto i riflettori, ma in questi giorni è al centro dell’attenzione per un grande progetto urbanistico che sta incontrando forte opposizione da parte dei residenti.

Le ex aree di Ligresti (ma quest’uomo a suo tempo era riuscito ad ottenere titoli edilizi in luoghi impensabili a Milano) a Vaiano Valle torneranno in possesso del Comune, garantendo 100.000 metri quadrati di verde protetto. In cambio, la società Abitare In realizzerà torri residenziali, piste ciclabili e spazi dedicati allo sport e al tempo libero nell’area a sud di via Marco D’Agrate. Tuttavia, gli abitanti della zona sono già sul piede di guerra contro l’idea di nuovi grattacieli. L’attrattività dell’area è aumentata con lo sviluppo dello Scalo Romana, situato a poco più di un chilometro di distanza, rendendo questi terreni, abbandonati da anni, particolarmente appetibili. Siamo lungo via dell’Assunta e dove scorre la Vettabbia verso Nosedo.

Attualmente, il progetto è in fase di valutazione e, una volta ricevuto il consenso da parte del Municipio 5, potrà proseguire con l’iter burocratico necessario. L’intervento interesserà un’area di 178.000 metri quadrati di terreno contaminato da metalli pesanti e separato dal resto della città. Secondo i promotori del progetto, questa condizione offre una rara opportunità di trasformare Vaiano Valle in un quartiere moderno e ben collegato, con un’alta qualità della vita e ampi spazi pubblici, senza compromettere il patrimonio ambientale e culturale della zona. Si prevede che tra il 40% e il 60% dell’area sarà destinato a spazi verdi, parcheggi e strutture collettive, con la creazione di parchi, giardini e aree sportive. Inoltre, il piano prevede che almeno 100.000 metri quadrati di terreno siano ceduti al Comune per attività agricole, contribuendo a mantenere la vocazione rurale della zona e a creare un grande polmone verde per Milano. Il masterplan (non si tratta del progetto definitivo) è stato curato da Archi Tekton.

Solo l’8.000 metri quadrati (pari al 4,5% dell’area complessiva) ospiteranno edifici alti. Su questo punto, la Commissione Paesaggio di Palazzo Marino ha richiesto una riduzione dell’altezza delle torri più vicine al Parco Sud, con una diminuzione da 9 a 6 piani. Tuttavia, il grattacielo situato al confine con via Marco d’Agrate rimarrà alto 17 piani. Secondo i promotori, il progetto mira a contenere il consumo di suolo, a tutelare il paesaggio e a rafforzare il legame con il Parco Agricolo Sud Milano. Il nuovo quartiere sarà inoltre dotato di 3.637 metri di percorsi ciclopedonali e vedrà il recupero della Cascina della Valle, un edificio di 1.800 metri quadrati che il Municipio 5 intende trasformare in uno spazio multifunzionale con servizi culturali, come il prestito di libri.

Nonostante le modifiche richieste dalla Commissione Paesaggio per ridurre l’impatto sul Parco Sud, i residenti continuano a opporsi alla costruzione delle torri residenziali. Francesco Caracciolo, residente in via Marco d’Agrate 29, ha portato le preoccupazioni dei cittadini durante il Consiglio di Municipio 5: «Parlo a nome di molti abitanti contrari al progetto, che temono un impatto negativo sulla vivibilità del quartiere. Nessuna città moderna prevede interventi così imponenti in aree residenziali. In questo caso, si prevede la costruzione di edifici alti 17 piani che ridurranno la luce naturale, diminuiranno la qualità della vita e accentueranno il fenomeno delle isole di calore. È stato condotto uno studio approfondito sull’impatto visivo del progetto?»

La questione verrà discussa a breve in aula a Palazzo Marino, dove il consigliere Carlo Monguzzi è pronto a presentare una mozione contro il progetto.

Purtroppo l’area di Vaiano Valle è fortemente degradata, sopratutto il vecchio borgo, ma anche l’area della Cascina Valle (foto a seguire) particolarmente bella ma inutilizzata.

Per chi non lo sapesse, Vaiano Valle è un piccolo nucleo di case che in passato formava un borgo rurale, frazione di Vigentino. Oggi si trova tra quest’ultimo, lo Scalo Romana, il Corvetto e Nosedo, immerso nell’area protetta del Parco Sud ma completamente abbandonato e in forte degrado (quasi una discarica vergognosa).

Citato per la prima volta nel 1346, faceva parte della Pieve di San Donato e confinava a nord con i Corpi Santi, a est con Nosedo, a sud con Chiaravalle e Macconago e a ovest con il Vigentino. Nel 1751 contava 229 abitanti. Nel 1869 fu annesso al comune di Quintosole, che poi si trasferì nel Vigentino, e nel 1923 entrò a far parte del territorio di Milano.

  • Referenze immagini: Archi Tekton, Roberto Arsuffi, Google Map, Masimo Tonelli, Corriere delal Sera
  • Fonte: La Repubblica; Archi Tekton
  • Vaiano Valle, Via dell’Assunta, Via Marco d’Agrate, Masterplan, Parco Agricolo Sud Milano
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

19 commenti su “Milano | Vaiano Valle – Un nuovo quartiere che non s’ha da fare”

  1. Credo che il Parco Agricolo Sud sia una delle più grandi barzellette, all’italiana. Nominalmente è un’area protetta ma si continua a costruirci sopra di tutto, IEO, quartieri come questo e altri similari.

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  2. “edifici alti 17 piani che ridurranno la luce naturale, diminuiranno la qualità della vita e accentueranno il fenomeno delle isole di calore. È stato condotto uno studio approfondito sull’impatto visivo del progetto?”

    Più che su questi aspetti – anche condivisibili per chi si vede piombare dei mastodonti completamente sproporzionati con l’intorno, ma un po’ deboli – il tema mi pare la viabilità e i collegamenti con la rete dei mezzi pubblici. Qualcuno ha valutato l’impatto di traffico, parcheggi, etc. etc. di un complesso di edifici simile?
    Chi negli uffici del Comune sta supervisionando?

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  3. Parco Agricolo Sud Milano? Allora bisogna costruire subito e anche con brutta invasiva e edilizia. E già che continuiamo a cementificare pure tutta la Pianura Padana. L’unica “pianura” (un “francobollo” rispetto ad altre pianure vere) coltivabile in Italia. E poi facciamo la pasta verace con grano importato dall’estero. Magari dagli Stati Uniti a prezzi maggiorati.

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  4. Sinceramente con comprendo le ragioni di tanta ostilità nei confronti di un progetto che potrebbe dare ordine ad un’area al momento priva di organizzazione urbanistica. Il progetto permetterebbe di ridisegnare via Assunta, di organizzare l’area verde a ridosso dell’area di Marco d’Agrate, di attivare una connessione verde tra il Parco Pubblico Autieri d’Italia ed il Parco Agricolo Sud, di bonificare un’area di terreno inquinata da metalli pesanti, nonchè di portare nuovi utenti per “presidiare” le aree verdi che se, al contrario, rimangono abbandonate, rischiano solo di diventare aree di degrado.
    Comprendo magari la preoccupazione per un edificio alto 17 piani a ridosso degli edifici esistenti dalla parte di via Marco d’Agrate, e condivido che avrebbe piu’ senso spostare un edificio di tale altezza sul lato sud, ovvero con affaccio sul Parco Agricolo Sud (contrariamente a quanto indicato dal Comune di Milano).

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    • E’ proprio in quanto dice lei il nesso; ma che razza di società “civile” è quella (la nostra) dove un’ area “se non utilizzata” deve andare incontro necessariamente al degrado? Non esistrono forse istituzioni e autorità, con uomini, mezzi, a spese nostre, che controllano il territorio? Perchè se un territorio, dove non c’è speculazione, diventa terra di nessuno, questo si chiama terzo mondo o far west, a scelta. Perchè abituarci all’ idea che solo l’ affarismo può migliorare il territorio e la nostra vita?

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  5. ho vissuto vicino alla chiesa per 3 anni e ho camminato molto in quella zona durante il covid solo per scappare. Ha una bellezza triste e nascosta. Per me, penso che sia meglio renderne una parte più accessibile per le passeggiate, soprattutto dopo che hanno aggiunto le recinzioni sulla strada rendendola pericolosa per il traffico a doppio senso e per i pedoni. Penso che sia inevitabile che il terreno venga inghiottito dagli edifici, il che è triste.

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  6. Buongiorno, mi sembra azzardata l’affermazione “quartiere moderno e ben collegato” perché il problema principale qui è proprio la scarsità di mezzi pubblici efficienti, nonostante la vicinanza della M3. Aumentare ulteriormente la congestione della zona non la renderà certo più vivibile.

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  7. Considerato che il proprietario delle aree possiede anche le aree degradate che sono state inquinate nel corso degli anni non si capisce Per quale ragione la bonifica non debba essere a suo carico.

    La legge stabilisce che il proprietario dei terreni che vengono inquinati da terzi E’ comunque responsabile e deve provvedere alla Bonifica.

    Questo è un principio stabilito dalla legge italiana che qui non viene minimamente citato.

    Avendo dei campi so bene che questa legge viene tranquillamente applicata ai privati del tutto inermi e chiaramente danneggiati da sversamenti abusivi.

    Per quale ragione ora questo grande gruppo immobiliare non dovrebbe provvedere alla Bonifica totale dopo decenni di totale abbandono?

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  8. Se proprio partirà questo progetto, continuo a non comprendere perché non si vada anche per gli altri due edifici in altezza ed anzi si preferisce diversamente, così facendo si ridurrebbe il consumo di suolo.
    Di contro mi rendo conto che per chi ci abita la questione possa essere divers.

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    • Mitico! Applausi. Pensa che io ero convinto avesse vinto le ultime elezioni comunali la destra, quella dei cattivoni che degradano l’ ambiente…

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  9. Francesco, rispondo solo con un breve inciso al tuo post, nel rispetto dei pensieri: sei l’unico favorevole tra i commenti. Per il resto il comune,o chi per esso,si fa carico della bonifica. Inoltre si riversa altro cemento in area verde (alla faccia della giunta green, la più cementifera finora a Milano) ed infine nuovi palazzi su area inquinata. Cosa dire? Complimenti!!! Attenzione però, c’è il possibile terzo mandato e l’anno prossimo si voterà. Se la figura attuale in carica sarà di nuovo sindaco, non avremo più un albero e farà abbattere pure il Duomo e castello pur di farci grattacieli. Evidentemente la procura di recente non è stata sufficiente…

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  10. In una zona del genere le volumetrie dovrebbero realizzare una transizione progressiva tra città e campagna.
    Torri di 17 piani in questo contesto non hanno senso.
    Concordo con chi ha già segnalato il tema dei collegamenti come criticità.

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