Milano, Centro Storico.
Novembre 2025. Dopo aver riportato alla luce la Sacrestia Settentrionale del Duomo di Milano, conclusa nel 2021, la Veneranda Fabbrica ha rivolto le proprie energie al suo “ambiente gemello”: la Sacrestia Meridionale, o “Capitolare”. Questo spazio, cuore pulsante della vita liturgica ambrosiana e riservato all’Arcivescovo e al Capitolo Metropolitano, rappresenta una delle aree più antiche e ricche di significato della Cattedrale.
Il nuovo restauro, avviato nel 2024 e destinato a concludersi nel 2026, si inserisce in un ampio programma di conservazione e valorizzazione del sistema delle sacrestie. Un progetto che non solo tutela il patrimonio artistico del Duomo, ma ne riscopre la dimensione spirituale e simbolica più profonda.

“La Sacrestia Capitolare, cuore della vita liturgica della nostra Cattedrale, torna a svelarsi in tutta la sua magnificenza ritrovata”, commenta Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo e Direttore dell’Area Cultura della Veneranda Fabbrica. “Queste pietre e questi colori sono pagine viventi, capaci di parlarci ancora oggi con voce teologica, politica e filosofica”.

Un laboratorio di bellezza dal Trecento a oggi
La storia della Sacrestia Capitolare affonda le sue radici nel 1393, pochi anni dopo la posa della prima pietra del Duomo. Fin dall’inizio i maestri della Fabbrica immaginarono due spazi simmetrici ai lati dell’abside, destinati a custodire la dimensione liturgica e simbolica della nuova grande chiesa milanese.
La Sacrestia Meridionale divenne così un piccolo gioiello architettonico e decorativo: un luogo di raccoglimento e insieme di meraviglia, dove la luce, la pietra e il colore si fondono in un racconto sacro.

A dominare l’ingresso è il portale monumentale di Hans von Fernach, realizzato alla fine del XIV secolo. Dedicato agli episodi della vita della Vergine Maria, rappresenta uno dei vertici della scultura gotica lombarda. Oggi, grazie a un intervento di restauro accurato e rispettoso, il portale ha ritrovato l’intensità originaria delle sue forme e cromie.
Prima del restauro e dopo.


Un restauro che svela e interpreta
Il restauro del portale, condotto da Aconerre (Marilena Anzani e Alfiero Rabbolini) sotto la direzione della Soprintendenza ABAP di Milano, ha utilizzato tecniche innovative basate sull’impiego del gel di agar-agar. Questo metodo, delicato ma efficace, ha permesso di rimuovere i depositi accumulati nei secoli e di recuperare tracce di policromia e dorature originali.
Le analisi condotte durante i lavori hanno rivelato dettagli sorprendenti: incarnati lasciati al naturale, ravvivati da leggere sfumature rosate; occhi delineati in nerofumo; abiti impreziositi da motivi dorati e colori vivi. Questi elementi, uniti a raffronti con la miniatura viscontea e con l’arte francese coeva, restituiscono un’immagine vivissima della cultura figurativa di fine Trecento.








Il portale rivela inoltre un complesso programma iconografico: tra le figure scolpite si riconoscono personaggi storici come Gian Galeazzo Visconti, papa Bonifacio IX e membri della corte ducale, testimoniando il legame tra l’arte del Duomo e la politica viscontea.
Una delle scoperte più affascinanti riguarda i motivi in oro a forma di formiche e ragni, rinvenuti nelle vesti della Maddalena e della Vergine: simboli rari e densi di significato, legati alla tradizione neoplatonica e al tema dell’Anima mundi, che conferiscono all’opera una dimensione filosofica e spirituale inaspettata.
Interni ritrovati: scultura, colore e materia
All’interno della Sacrestia, di fronte al portale, si trova il lavabo di Giovannino de’ Grassi, un capolavoro che fonde la precisione dello scultore con la raffinatezza del miniatore. Il recente restauro, curato da Lucchini Restauri srl con Francesca Siena, ha restituito alla superficie marmorea la sua leggerezza cromatica originaria, grazie a un delicato lavoro di pulitura con gel di agar-agar e laser controllati.





Le volte, decorate nell’Ottocento da Giuseppe Knoller e Gustavo Noyer, sono state oggetto di un intervento particolarmente complesso. Gli esperti hanno dovuto rimuovere strati di resina acrilica (Paraloid) applicati nel Novecento, che avevano alterato la leggibilità dei dipinti, restituendo trasparenza e profondità alle decorazioni. Il lavoro, condotto con impacchi assorbenti, solventi mirati e persino nanotecnologie, ha permesso di far riemergere le figure originali dei santi e di armonizzare i successivi rifacimenti storicizzati.
Completano l’intervento gli armadi lignei monumentali, restaurati da Luca Quartana, che custodiscono reliquie, paramenti e parte del tesoro del Duomo non esposto al museo.




La riscoperta condivisa
Il restauro della Sacrestia Meridionale non è soltanto un intervento tecnico, ma anche un percorso di conoscenza collettiva. Prima del ritorno alla sua funzione liturgica, tra il 15 e il 29 novembre 2025, la Veneranda Fabbrica offrirà la possibilità di visitare la Sacrestia Capitolare in compagnia dei restauratori, in un itinerario che unisce arte, storia e mestiere.
Per chi non potrà partecipare di persona, sarà disponibile un podcast speciale su Spotify, parte della serie “Il Duomo racconta”, dove studiosi e restauratori narreranno curiosità, scoperte e riflessioni emerse durante i due anni di cantiere.
Conclusione
La rinascita della Sacrestia Meridionale del Duomo di Milano è un esempio emblematico di come il restauro contemporaneo possa coniugare rigore scientifico e sensibilità artistica.
Attraverso un lavoro corale che ha unito maestranze, studiosi e tecnologie avanzate, questo progetto restituisce alla città e alla liturgia ambrosiana uno spazio dove la materia si fa teologia, la luce si fa narrazione e la pietra torna a parlare.









- Referenze fotografiche: Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Claudio Nelli, Roberto Arsuffi, Marilena Anzani ©Aconerre, Anna Lucchini
- Fonte: Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano
- Duomo di Milano, Duomo, Arte, Cultura, Restauro, Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Piazza del Duomo
Lavoro eccezionale. Magnifico report, congratulazioni!
Posso dire che una persona del 2025 che va a dipingere su un opera antica mi fa venire un colpo al cuore?