Milano Porta Venezia + Loreto.
Novembre 2025. Un aggiornamento fotografico dal cantiere per la riqualificazione di Corso Buenos Aires, la grande arteria commerciale lunga un chilometro e mezzo sita tra Porta Venezia e Loreto.
Abbiamo percorso l’intero tragitto, da piazza Oberdan a piazzale Loreto, cercando di documentare con fotografie ogni tratto del corso attualmente interessato dai cantieri.
Come avrete appreso dai quotidiani, in questi giorni non sono mancate le polemiche riguardo ai lavori per le nuove ciclabili e marciapiedi rinnovati: la nuova sistemazione finisce per “dividere in due” la città.
Da parte nostra, possiamo fare alcune considerazioni.
Anzitutto, il corso sta finalmente assumendo un aspetto più ordinato e dignitoso con le aiuole e i marciapiedi più ampi. Le piste ciclabili – e non ci sono scuse – risultano tra le più utilizzate della città, poiché collegano il centro con la popolosa periferia nord.
C’è chi sostiene che il Comune avrebbe fatto meglio a potenziare la ciclabile di via Morgagni o a realizzarne una nuova in via Benedetto Marcello, le due principali arterie parallele al corso. Peccato, però, che la direttrice più diretta fra piazza San Babila e corso Venezia da un lato, e piazzale Loreto e viale Monza con i suoi quartieri popolosi dall’altro, passi proprio per corso Buenos Aires – e non per le vie parallele.
Va ricordato, inoltre, che in via Morgagni una ciclabile esiste da almeno vent’anni, ma non è mai stata così frequentata come quella di corso Buenos Aires e ci sarà un motivo.
Seconda annotazione: il traffico su corso Buenos Aires c’è sempre stato nelle ore critiche, da che se ne abbia memoria. L’unica vera differenza – e problema, va detto – riguarda la scomparsa dei parcheggi e, soprattutto, la difficoltà delle operazioni di carico e scarico delle merci, oggi rese molto più complicate.
La strada è certamente diventata più sicura per i ciclisti, ma non mancano criticità: spesso la pista ciclabile viene usata per soste temporanee, oppure si creano situazioni di pericolo per via delle auto che svoltano a destra e non vedono arrivare i ciclisti.
In conclusione, forse a lavori ultimati si potranno correggere alcune di queste magagne, ma una cosa è certa: la ciclabile di corso Buenos Aires è utilissima.
Come si può vedere dalla mappa, in verde sono le uniche parti già consegnate e completate, mentre in blu troverete le parti attualmente in cantiere e in rosso le sezioni ancora da cantierizzare.

A – DA PIAZZA OBERDAN ai Viali Tunisia/Regina Giovanna
Da piazza Oberdan ai viali Regina Giovanna e Tunisia, la situazione è rimasta com’era: lato pari completato mentre il lato dispari è rimasto invariato.


B – Dai Viali Tunisia/Regina Giovanna alle vie San Gregorio/Omboni
Così partiamo dall’incrocio di Corso Buenos Aires con viale Tunisia e viale Regina Giovanna e risaliamo sino alle vie San Gregorio/Omboni dove è stato completato l’intervento sul lato pari. Mancano solo le piante nelle vasche, ed è partito da qualche settimana anche il cantiere per la riqualificazione del lato dispari.






C – Dalle vie San Gregorio/Omboni alle vie Boscovich/Redi
Dall’incrocio delle vie San Gregorio/Omboni alle vie Boscovich/Redi ora il cantiere riguarda il lato pari. Quello dispari, dove si trova l’OVS per intenderci, è stato completato. Avviato anche il cantiere nel tratto davanti al Palazzo Argentina (Muji).







D – DAlle vie Boscovich/Redi a PIAZZA LIMA
Proseguiamo verso Loreto, dove da via Francesco Redi e via Ruggero Boscovich raggiungiamo piazza Lima. Il tratto di Corso Buenos Aires sul lato dispari è stato completato, sia marciapiede, sia ciclabile e aiuole. In questo tratto il lato pari del corso non è stato ancora toccato dal cantiere, in pratica è rimasto invariato dal nostro ultimo sopralluogo.



E – DA PIAZZA LIMA all’incrocio con le vie Scarlatti e Ponchielli
Come abbiamo visto già dal mese scorso sono cominciati i lavori anche sul lato pari del corso in questo tratto, mentre il lato dispari è già stato completato da piazza Lima sino a via Scarlatti. Finalmente il marciapiede di piazza Lima è stato allargato e non si dovrà più fare la gimcana tra aiuola, edicola e totem-orologio per chi proviene dal Corso. Anche l’edicola è stata ruotata e ora rivolge il lato “aperto” verso il corso, non come prima che volgeva l’apertura principale verso la piazza.






F – Dalle vie Scarlatti e Ponchielli a via Petrella e Spontini
Da via Scarlatti-Ponchielli a via Petrella-Spontini, il cantiere è finalmente partito sul lato pari, mentre l’altro lato attende ancora.


G – Dalle vie Petrella e Spontini alle vie Pergolesi e Piccinni
Dalle vie Petrella e Spontini alle vie Pergolesi e Piccinni l’intervento migliorativo è stato completato ormai da mesi anche perché in questo tratto l’intervento è stato curato grazie agli oneri di urbanizzazione del complesso Le Corti Segrete.


H-I – Dalle vie Pergolesi e Piccinni a Piazzale Loreto
Congelato temporaneamente l’intervento urbanistico per piazzale Loreto, il tratto che va dalle vie Pergolesi e Piccinni, piazza Argentina, via da Palestrina e via Stradivari, sino a piazzale Loreto è ancora in attesa della riqualificazione (sperando parta). Temiamo che rimarrà così ancora per molto.





- Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi
- Loreto, Corso Buenos Aires, Architettura, Riqualificazione, Via Petrella, Le Corti Segrete di Baires, Via Scarlatti,
Da ciclista: si poteva fare un’unica corsia a doppio senso di marcia, risparmiando un bel po’ di spazio, con un muretto in meno e magari con una larghezza meno che doppia.
Questo l’unico errore di progettazione, magari dovuto a norme spesso demenziali, va detto.
E come gestisci tutte le immissioni dalle vie limitrofe? Le ciclabili bidirezionali in ambiente fortemente urbanizzato con molte immissioni sono terribili. A Copenhagen le uniche ciclabili bidirezionali sono sui ponti ciclopedonali o nei parchi, altrimenti mettere ciclabili da ogni lato (monodirezionali) è la soluzione più logica e sicura (con meno punti di conflitto).
sono della stessa opinione, visto e considerato che molti se ne infischiano del senso di marcia. Evidentemente chi progetta non ci va mai in bici
Non sono d’accordo, mille volte meglio avere corsie monodirezionali su entrambi i sensi di marcia. Le bidirezionali tipo Via Olona sono scomode.
Infatti la ciclabile di via Morgagni è bidirezionale e usata da pedoni (con molti cani). In Baires i larghi marciapiedi e aiuole son voluti proprio da Ascobaires
Da altro ciclista: le ciclabili sono generalmente meglio separate e ai lati della strada per minimizzare il numero di attraversamenti necessari e perchè alle auto che le attraversano (dritte e in curva) di dover controllare solo una direzione invece di due, che è la cosa più naturale e per questo più sicura. Per questo avere due corsie separate ai lati è quasi sempre meglio che averne una centrale (o in questo caso laterale) a doppio senso di marcia.
Per lo spazio visto il numero attuale di bici, e con speranza di aumento per il futuro, credo sia importante avere la possibilità per le bici di sorpassare senza rischiare un frontale con la parte opposta avendo 3 corsie totali invece di 4.
concordo in pieno.
E’ vero che ci sono tanti ciclisti, ma il 70% almeno sono fattorini che rischiano di falciar ei pedoni che attraversano col verde.
Negozi: con il metrò hanno perso la pubblicità gratuita data dalla visione delle vetrine che si ha passando su un tram; ora stanno perdendo i parcheggi vicini e la comodità dello scarico merci: non domandiamoci perché ci sono vetrine vuote.
Mezzi di soccorso: è vero anche per loro che quell’asse é comodo dal centro in fuori, peccato che ora non riescono più a passare: alllora vedremo presto ciclo-ambulanze.
A me piace ma ho perplessità sulla parte G (secondo il vostro schema della mappa riportata)
Che lì ci siano solo le aiuole basse inerbite e non anche le vasche alte per le piante era previsto da progetto e mi va anche bene, ma la cosa che risulta subito all’occhio è che hanno usato della terra di risulta, quasi fosse un resto di terra di cantiere, mentre in tutto il resto del viale la terra è buona e l’aiuola curata. Veramente la parte G è deprimente
Tutto molto bello, sarà perfetto solo quando si riuscirà a far andare La Russa in bici…
😂 lui ha detto di spostarle nelle altre vie, su! E’ un attimo!
Il problema dell’Italia è anche la demografia.
Che poi il figlio di La Russa è presidente dell’ACI Automobile Club Italia.
un disastro
Vi consiglio la lettura di questo articolo dell’Internazionale, tradotto da un articolo dall’Economist, su quanto sia importante aumentare le bici nelle città: “Saranno le bici a cambiare le città, non l’auto elettrica“
In Italia siamo semplicemente 10-20 anni indietro rispetto al resto dell’Europa ma la strada ormai è intrapresa e non si torna alle auto dove si sono ridotte le auto, salvo rari casi in cui si cavalca il dissenso per meri tornaconti politici.
L’auto elettrica non cambierà le città ma sicuramente la qualità dell’aria nelle città. E non mi par poco.
Comunque speravo in più coraggio, speriamo nelle prossime iterazioni
Il traffico auto è impazzito!!!
Piazza Lima è spesso bloccata..e I clacson si sprecano.
Ambulanze e VIGILI del Fuoco sono impedite.
Passano solo invadendo il contro mano ..CON GRAVI RISCHI DI INCIDENTI.
UNA FOLLIA DI MANCATA PREVISIONE DELLA SICUREZZA.
Concordo che si poteva fare la ciclabile a doppio senso solo da un lato.
I BAMBINII11!!! I BAMBINIII
NESSUNO PENSAH HAI BAMBINIIIII11!!!
Eh si è proprio colpa delle ciclabili se i negozi chiudono…
Negozi italiani, che crisi: Confcommercio lancia l’allarme. In 12 anni chiuse 140mila serrande, e il futuro fa ancora più paura
Confcommercio,dal 2012 spariti 140mila negozi: entro il 2035 a rischio un quinto delle serrande
Le serrande dei negozi italiani continuano ad abbassarsi inesorabilmente, un’emorragia che negli ultimi dodici anni in Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio in vista dell’iniziativa nazionale “inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi.
Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio. In pratica, oltre un quinto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.
In particolare, analizza l’Ufficio Studi di Confcommercio, dal 2012 al 2024 hanno chiuso quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture.
Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online. Non a caso, nello stesso periodo le imprese attive operanti prevalentemente su internet o nella vendita per corrispondenza sono aumentate di oltre 16mila unità (+114,9%).
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato ( 34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature ( 25%).
Molte città medio-grandi del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte a questo fenomeno, mentre per alcuni Comuni del Mezzogiorno il calo sarebbe più contenuto, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online. A fronte di questa emergenza Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato con l’obiettivo di creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.
Sangalli: “Nel 2035 rischio città fantasma, riqualificare oltre 100mila negozi sfitti”
“La desertificazione dei negozi è un problema economico, sociale e di coesione: ogni saracinesca abbassata significa meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività e meno socialità nelle nostre città. E senza efficaci e tempestivi interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 rischiamo di avere delle vere e proprie città fantasma”. E’ quanto dichiara il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’analisi diffusa oggi dalla Confederazione sulla desertificazione commerciale nelle città italiane.