Milano | Certosa – Nuove frontiere per l’housing sociale nella vecchia cascina

Aggiudicata la concessione, dopo la riqualificazione ospiterà famiglie in affitto a canone concordato o in emergenza. Rabaiotti: “Un modello innovativo che intercetta le sfide della città di domani”

La nuova vita della cascina Boldinasco passerà attraverso un’offerta abitativa in co-housing sociale per le famiglie, una “Locanda solidale per un turismo accessibile e sensibile”, un Pub musicale, letterario e culinario, spazi per lavorare e studiare insieme, laboratori culturali e di mestiere, la valorizzazione degli orti esistenti e iniziative pubbliche a vantaggio di tutto il quartiere. 

Il progetto “Abitare in borgo”, che grazie ai fondi europei stanziati con il programma Pon Metro prevede il recupero e il rilancio dell’antica cascina Boldinasco di via De Lemene nella zona Certosa, non lontano dalla via Gallarate, a ridosso del parco Monte Stella, è approdato a una svolta: attraverso una procedura negoziata, la cascina verrà affidata in concessione per quarant’anni anni all’Ati (Associazione temporanea di imprese) formata dall’impresa di costruzioni Giuppi srl e da Campesi Impianti srl, cui si aggiungono la società di sviluppo di iniziative immobiliari Tao 88, i partner tecnici MTA Associati, VI+M, Consult Engineering, e le cooperative sociali Spazio Pensiero Onlus e Altidea, oltre che lo studio professionale in tema di innovazione e sostenibilità Collectibus. Un solido insieme di imprese che garantirà la realizzazione di un servizio abitativo ‘giovane’ fondato sulla reciprocità e sulla collaborazione: un progetto di co-housing sociale che introduce in città un modello di intervento pubblico non ancora presente.

Nel complesso il preventivo dei lavori ammonta a circa 7 milioni di euro, cui il Comune contribuirà con quasi 2,5 milioni di fondi Pon Metro, e che comprendono il restauro dello stabile, il recupero delle corti, l’edificazione di un nuovo immobile per ampliare l’offerta abitativa, la riqualificazione di tutte le aree circostanti da destinare a verde pubblico ed orti urbani e la realizzazione di barriere antirumore verso viale De Gasperi. La partenza del cantiere è in calendario per i primi mesi dell’anno prossimo. 
 
“Siamo molto soddisfatti – interviene l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Dopo un percorso travagliato per la cascina Boldinasco, abbiamo lanciato una sfida alla città e questa proposta spinge anche oltre le aspettative che avevamo disegnato, aprendo nuove frontiere per l’abitare a Milano. Il contesto è stato interpretato come un modello carico di memoria da un lato ma dall’altro pronto a intercettare le sfide della città di domani. È una proposta composita, ricca di spunti e di funzioni: differenti forme dell’abitare si alternano all’educazione verso lo sviluppo sostenibile, agli spazi per nuovi mestieri e professioni a laboratori per il tempo libero in una cornice tenuta insieme dalla voglia di includere e di integrare”. 
 
La  storia
Il complesso edilizio è localizzato su un’area di proprietà comunale, la cui superficie complessiva è pari a 5.166 metri quadrati. È composto dalla cascina vera e propria (tre corpi di fabbrica con distribuzione a ballatoio intorno a due corti interne per una superficie di 2.397 metri quadrati), che storicamente si trovava al centro del piccolo borgo di Boldinasco attraversato dalla via De Lemene, cui si aggiunge un’area verde per 2.500 metri quadrati complessivi. 
 
Ultimato agli inizi del ‘900 intorno al nucleo originario, che risale invece al ‘700, dopo una prima vita da centro agricolo tradizionale, negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale il complesso ne ha conosciuta un’altra come azienda agricola zootecnica all’avanguardia, per poi venire conferito negli anni ’50 all’Amministrazione comunale e dedicato, fin da allora, ad alloggi sociali. Dal 2006 la cascina è stata abbandonata perché dichiarata inagibile.
 
Il progetto
Una volta restaurato e recuperato, il complesso sarà costituito da 45 alloggi per un inedito mix abitativo: la maggior parte rientrerà nell’edilizia in locazione a lungo termine a canone concordato, 9 saranno invece riservati a persone in emergenza abitativa indicate dall’Amministrazione. Verrà anche realizzato un nuovo edificio che sorgerà a fianco della cascina, si svilupperà su due livelli oltre al piano terra (solo parzialmente su un terzo nella porzione su via De Lemene) e conterrà 17 appartamenti dei 45 complessivi. 
 
Gli spazi al piano terra saranno dedicati ai servizi per gli abitanti: tra gli altri, sono previsti la Bacheca del tempo, nella corte della cascina, per promuovere la cultura del riuso e della condivisione; un centro di smistamento per un Gas (Gruppo di acquisto solidale); un servizio di lavanderia a gettone; un laboratorio per piccoli lavori di manutenzione; laboratori didattici e workshop per ragazzi e adulti su temi come la mobilità sostenibile, la cura degli spazi pubblici, l’integrazione sociale; una sala prove musicale, insonorizzata e attrezzata, accessibile su prenotazione; uno spazio per l’accompagnamento psicologico degli adolescenti; ambienti a libero accesso per lo studio e il lavoro; la Locanda solidale, ovvero 6 monolocali nella parte sud della cascina per un servizio di accoglienza alberghiera leggera gestito da persone con fragilità affiancate da supervisori; il Pub musicale, un nuovo spazio di aggregazione che potrà anche ospitare eventi live. Saranno infine valorizzati e gestiti gli orti interni (per una superficie pari almeno al 40% dell’area verde a uso pubblico), e il loro uso verrà assegnato per i 2/3 ai residenti della cascina e per il restante 1/3 ad altri cittadini del quartiere.

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3 commenti su “Milano | Certosa – Nuove frontiere per l’housing sociale nella vecchia cascina”

  1. Ma dire ‘alloggiamento sociale’ non andrebbe meglio? Housing sociale è proprio uno pseudoanglicismo, mettendo l’aggettivo dopo il sostantivo…

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  2. “Il progetto “Abitare in borgo”, che grazie ai fondi europei stanziati con il programma Pon Metro prevede il recupero e il rilancio dell’antica cascina Boldinasco ”

    Il programma “Pon Metro” prevedeva nel periodo 2014-2020 circa 25 milioni di Euro di Fondi Strutturali della Comunità Europea per progetti a Milano.

    Siamo ormai alla fine del periodo. Se a qualcuno interessa sapere come sono stati usati, l’elenco completo è qui:

    http://www.ponmetro.it/home/ecosistema/viaggio-nei-cantieri-pon-metro/elenco-progetti/?cm=MI

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  3. Grazie Tim,
    avrei potuto scrivere io il tuo commento.Ho notato che avranno anche un
    “Pub Musicale” e degli “Eventi Live”. E’ possibile che non si possa vivere
    con la nostra magnifica lingua senza storpiarla o scimmiottare una’ altra ?
    Vivo in Australia da 50 anni, Non ho mai pensato di rnovinare la
    mia lingua natia di cui vado fiero. Quotidianamente vedo amici, e non,
    che si danno da fare per imparare l’ Italiano od il Greco per poter apprezzare la compagnia di amici emgrati quaggiu’ da quei Paesi. Ho perso l’ abitudine di leggere quotidiani Italiani per non irritarmi con quella esterofilia che ha dato quella spinta di provincialismo gratuito alla vita
    dell’ Italiano medio.
    un caro saluto,

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