Milano | Navigli – Partita la sistemazione della Ripa

 Sono partiti stamattina i lavori per la risistemazione e messa in sicurezza di Ripa di Porta Ticinese. Si tratta di un intervento per   la rimozione dei binari tranviari dismessi e l’eliminazione del dislivello tra il marciapiede e la parte stradale che renderà la carreggiata a raso. I lavori sono previsti nel tratto tra viale Gorizia e via Paoli, la durata è di un anno.

“Dopo la sospensione dei cantieri per Expo riprendiamo gli interventi per la riqualificazione della città di Milano per renderla più bella e più funzionale. Quest’opera si inserisce nella riqualificazione dell’area dei Navigli con la nuova Darsena e Piazza XXIV Maggio e il rifacimento di Piazza Negrelli che partirà a fine anno. Ci scusiamo con i cittadini per i disagi, il Comune ha programmato i lavori per ridurne al minimo l’impatto”, lo dichiara l’assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza. 

I lavori, concordati con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici,  verranno svolti per microcantieri e verrà sempre garantito il transito dei veicoli, dei pedoni e l’accesso ai passi carrai. Complessivamente le superfici interessate sono 3425 mq di masselli e 1065 mq  di marciapiedi. 

L’intervento è stato deciso in accordo con Confcommercio e i commercianti della zona. La prima parte di lavori prevede la rimozione di circa 1,5 chilometri di binari, dei masselli e il loro accatastamento. E’ poi prevista la posa dei masselli e dei binderi (cordoli in granito richiesti dalla Soprintendenza in sostituzione dei binari) e il rifacimento del marciapiede.

L’importo dell’opera è di 600 mila euro.

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7 commenti su “Milano | Navigli – Partita la sistemazione della Ripa”

  1. Ma quindi, per intenderci… uniformeranno Ripa di Porta Ticinese all’Alzaia Naviglio Grande da poco sistemata, con lo stesso arredo urbano? Oppure semplicemente toglieranno i binari e risistemeranno senza rendere le due sponde omogenee?

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  2. Temo proprio la seconda che hai detto! Sarebbe stato troppo intelligente e scontato fare anche la ripa con gli stessi materiali della Alzaia e delle Vie Corsico e Casale. Qui si parla solo di eliminare i binari ed il dislivello per riposizionare i masselli. La cosa comica poi è che la sovraintendenza ha imposto di mettere dei blocchi di granito al posto dei binari per ricordarne la presenza! Ma ci rendiamo conto? Sono queste le cose da tutelare?! E mai una parolo sullo scempio dei sopralzi sui palazzi storici, l’ok al Burri, alla permanenza di expo gate, ecc. L’ufficio più inutile del mondo, sarebbe da abolire domani e licenziare tutti gli addetti. Scommetto che sono stati sempre loro ad imporre il riposizionamento del pavè anzichè fare anche qui la rizzata. Qualcuno ha notizia in merito? Finalmente dopo decenni di abbandono si sistema questa zona ed alla fine avremo una scarpa ed una ciabatta. Bravi.

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  3. ancora una volta il buonsenso è il grande assente, soprattutto presso la soprintendenza che prescrive sempre in base a valutazioni minimali e sembra priva di ogni capacità critica….
    Di per sè non era un’idea sbagliata, ma si poteva fare un intervento complessivo come quello realizzato sull’altra sponda, in modo da avere un’area omogenea con un richiamo antico più marcato (le rotaie non sono lì da sempre, ma solo dal 1884!!), e ricreare la traccia dei binari solo nel tratto dal civico 23 al 43, dove assumono una conformazione particolare che potrebbe avere una sua valenza storica.
    Peccato……

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  4. Anche io ho il grande sospetto che Davide abbia ragione, leggendo il comunicato della Rozza c’è poco da interpretare. Davvero un scelta senza alcun senso estetico, non vedevo l’ora che si mettesse mano anche a questa sponda del Naviglio Grande per avere finalmente ordine e decoro per tutto il quartiere ma se l’intervento sarà veramente questo avremo un mix senza senso di stili e materiali. E se veramente la scelta è stata imposta da qualche inutile burocrate pagato con i nostri soldi sarebbe ancora più scandaloso.

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  5. E qui ritorna il peccato originale dell’arredo urbano di Milano. Dove cavolo è l’abaco? Ed il piano delle pietra? Si continuano a fare interventi senza alcun tipo di filo logico, vogliamo decidere una volta per tutte quali sono i materiali e gli arredi adatti ai vari contesti, emanare delle linee guida e poi fare in modo che queste vengano rispettate? E’ innegabile che questa giunta abbia messo mano a moltissime situazioni degradate anche in ambiti storici importanti ma purtroppo lo ha fatto seguendo sempre il metodo meneghino ‘alla carlona’, ogni cosa è slegata dall’altra, ogni intervento è un caso isolato dagli altri. Per la Ripa sarebbe davvero interessante capire se la scelta del Pavè è stata presa in comune o imposta da altri. Se è stata imposta bisognerebbe ricordare alla sovraintendente che come giustamente faceva notare CM i binari non ci sono sempre stati e sono inutilizzati da moltissimi anni e che la rizzata è una pavimentazione molto più antica e più adatta la contesto dei masselli di pavè e che infatti è stata usata sull’altra sponda. Veramente un’occasione sprecata colossale!

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  6. Meno male che non mettono la rizzata. Sarà storica ma è di una scomodità immensa. I massello di pavé vanno benissimo e sono gradevoli, però avrei evitato il granito per ricordare i binari del tram. Inoltre la rizzare non è stata realizzata in modo storico, marciapiedi in granito ai lati della strada, striscia di rizzare, passatoia per le ruote delle carrozze, striscia centrale di rizzata, ma è stata fatta mettendo al centro i lastroni di granito.

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  7. Ma non ci credo… Roba da scendere in piazza.

    Va benissimo risistemare la Ripa ma, renderla diversa dall’alzaia e’ una scelta senza senso… Ma nel caso sistemassero anche Ascanio Sforza e l’Alzaia Naviglio Pavese cosa fanno, ci propinano altri due diversi arredi urbani? Concordo con Davide, questa storia dell’arredo urbano deve finire, e’ inaccettabile e stupido.

    Questa amministrazione ha fatto ottimi interventi, ma se le cose stanno cosi’, sulla Ripa ha proprio toppato. Bisognerebbe andare a bussare all’ufficio dell’assessore e agli uffici della soprintendenza e chiedere spiegazioni.

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