Aggiornamento dal cantiere che occupa mezzo isolato, per una completa ristrutturazione e trasformazione tra Corso Buenos Aires, via Scarlatti e via Tamagno nel distretto di Loreto.
Lo studio POLA si è occupato di riprogettare, ammodernare e unire tutti e quattro gli edifici qui presenti, proponendo una nuova struttura metallica che avvolge come in una maglia gli edifici.
Il progetto ha visto la fusione di un gruppo di edifici adiacenti di varia epoca e importanza: un palazzo di tre piani di edilizia semplice del primo Novecento di Corso Buenos Aires 51A; il bel palazzo dèco di via Scarlatti 2 che fa angolo con il corso; il palazzo dai decori liberty semplici di via Scarlatti 4; il palazzo d’angolo con via Tamagno 2 in stile tardo eclettismo diviso in due porzioni.
Qui di seguito le foto scattate in questi giorni dove si vede l’intervento dopo lo “spacchettamento” ancora in corso. La parte su via Tamagno è la più avanzata e, dove si trovava il palazzo demolito, al suo posto sta prendendo forma la facciata in lamine metalliche e cangianti che sicuramente caratterizzeranno anche l’edificio ancora impacchettato su Corso Buenos Aires.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Loreto, Corso Buenos Aires, via Scarlatti, via Tamagno, Studio Pola, Riqualificazione
Molto originale l’effetto. Preferisco di gran lunga un intervento di questo tipo, che mantiene l’aspetto eterogeneo “vero” caratteristico del tessuto urbano storico, che non i grandi lotti che cercano di dissimulare la loro sproporzionata ripetitività con escamotage quali finestre e volumi sfalsati, non riuscendosi e risultando in enormi monoblocchi per di più disordinati e senza alcun tipo di equilibrio estestico. Si percepisce che i progettisti poveri di idee non hanno nemmeno provato a fare qualcosa di piacevole, ma sconfitti in partenza hanno saputo solo concentrarsi sul nascondere la natura del loro intervento.
Concordo. L’intervento è curato ed arricchisce il tessuto urbano rifunzionalizzando gli spazi con originalità.
La cura del dettaglio e la raffinatezza della soluzione è lontana anni luce dai soliti scatoloni, dalle logge, dalle finestre sfalsate, dalle strutture reticolari metalliche replicate in serie in tutte le periferie di Milano.
Non è solo un problema di zona, perché i prezzi a cui sono venduti giustificherebbero i dettagli e la cura dei particolari. Sono per lo più il risultato di una formula matematica in grado di rispettare tutte le prescrizioni urbanistiche al minimo costo ed al massimo rendimento con greenwashing massicci.
Però ricordatevi che i pannelli sono in una lega che si ossiderà verso il grigio, quindi la percezione finale sarà diversa (sempre interessante, ma diversa)
Figo.