Milano | La Maddalena – Via Osoppo, gli alberi, il parcheggio, l’ex benzinaio e il mercato

Milano, La Maddalena.

In questi primi giorni di ottobre, il Comune di Milano sta effettuando importanti interventi di potatura e abbattimento di alcune alberature in via Osoppo, la strada che da piazzale Brescia conduce a piazza Velasquez, nel territorio della Maddalena.

La via, aperta a partire dagli anni Venti del Novecento nei quartieri in espansione oltre piazza De Angeli, l’antico borgo della Maddalena e le fabbriche della De Angeli-Frua — dove, tra l’altro, alla fine dell’Ottocento lungo la strada per Novara era sorta la Chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco — vide anche la demolizione dell’antica cascina Gallarana, situata all’altezza di via Caccialepori.

Di seguito alcune immagini degli anni Cinquanta di via Osoppo.

Realizzata molto ampia, via Osoppo formava e forma, insieme a via Domenichino, via Credi e, oltre piazza Velasquez, via Pisanello, un meraviglioso boulevard alberato che dava respiro ai nuovi quartieri in costruzione. Mentre via Domenichino ha avuto la fortuna di conservare un parterre centrale a verde, via Osoppo e via Pisanello, inizialmente anch’esse dotate di aiuole centrali, le persero in seguito all’insediamento del mercato settimanale del giovedì, che portò all’asfaltatura del parterre. A metà della via, all’altezza del civico 16, si trova ancora una delle molte pese pubbliche un tempo diffuse in città, oggi ormai in disuso.

Come accennato, sembra che alcuni platani si siano ammalorati, costringendo il Comune ad abbatterli per motivi di sicurezza. Tuttavia, sorge spontanea la domanda: verranno ripristinate le alberature dove erano? Troppe volte, in passato, dopo l’abbattimento degli alberi, i piccoli fori nel terreno sono stati chiusi con una colata di cemento, senza che gli alberi venissero mai rimpiazzati (come si può vedere nelle foto che seguono).

La convivenza tra mercato, aiuole e alberature non è certo un caso unico in città: esempi virtuosi si trovano in via Crema, via Fauché o via Ampère. Eppure, troppo spesso — a seconda delle zone e dei quartieri — tale coesistenza sembra difficile da gestire.

Non sappiamo se il deterioramento delle piante sia dovuto alle attività del mercato o alle auto parcheggiate quando il mercato non si tiene; tuttavia, basterebbe che il Comune provvedesse a proteggere le alberature, magari con cordoli o barriere metalliche, come accade in via Pisanello, dove il parterre in autobloccanti e le sbarre di protezione consentono di tutelare le piante.

Concludiamo infine il nostro percorso verso piazzale Brescia, dove da qualche mese è stato smantellato e rimosso il vecchio distributore di benzina. I lavori, tuttavia, appaiono fermi e non del tutto chiari, lasciando quest’angolo di città proiettato ad uno stato di degrado e abbandono, a pochi passi dalla parrocchia dei Santi Protaso e Gervaso.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, GoogleMap,
  • Le foto d’epoca sono immagini diffuse in rete e pertanto non di nostro possesso. Non si conosce autore e proprietario, a meno che non sia riportato sulla foto con watermark, che in quel caso noi segnaliamo.
  • La Maddalena, San SIro, De Angeli, Via Osoppo, Via Domenichino, Via Pisanello, Piazza Velasquez, Piazzale Brescia, Mercato Settimanale, Alberi, Degrado,  
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8 commenti su “Milano | La Maddalena – Via Osoppo, gli alberi, il parcheggio, l’ex benzinaio e il mercato”

  1. È incredibile che nel 2025 a Milano ci siano ancora scene del genere: auto parcheggiate sui marciapiedi, in mezzo agli alberi, davanti alle rampe o alle fermate. Uno spettacolo indegno per una città che si definisce moderna e “green”.

    Possibile che nessuno controlli, e che venga considerato normale distruggere il poco spazio pubblico rimasto a pedoni e alberi?

    Milano parla tanto di sostenibilità e mobilità nuova, ma poi basta guardarsi intorno per vedere quanto siamo ancora indietro, culturalmente e civicamente. Uno schifo, davvero.

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  2. Bisogna mettersi in testa che le macchine esistenti non possono sparire. Una soluzione, se non si vuole che si posteggi alla “sanfaso”, occorre una capillare pianificazione
    di parcheggi ,magari sotterranei, là dove è possibile.

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  3. Bisogna mettersi in testa che le macchine esistenti non possono sparire.Se si vogliono evitare i posteggi alla “sanfaso”, occorre un piano posteggi, magari sotterranei dove è possibile, diffuso e capillare

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  4. E di tutto ciò che è evidenziato, come al solito tirano giù alberi… Come se fossero colpevoli di chissà che cosa o si risolve ogni problema. Io farei la stessa cosa con la gente inutile e con tutti quelli che non sanno vivere e non hanno buon senso ne rispetto per niente.

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  5. Senza nessuna programmazione urbanistica e gestione degli spazi in una città densa come Milano il risultato non poteva che essere questo… il bello è che non si sente minimamente parlare seriamente di piano parcheggi o azioni per disincentivare seconde/terze auto… e in questa situazione si vanno a fare piste ciclabili.

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