Milano | Mobilità – Che succede nelle strade in città? Perché sempre più pericolose?

Milano, Mobilità.

Novembre 2025. Non intendiamo ergerci a esperti di ogni disciplina. Tuttavia, osservando quotidianamente la città – come facciamo noi di Urbanfile – rileviamo con crescente preoccupazione un trend negativo che riguarda la sicurezza delle strade urbane. Un trend che, invece di attenuarsi, sembra aggravarsi.

Le cronache degli ultimi giorni parlano chiaro: un pedone è stato travolto e ucciso in via Fratelli Bronzetti, in zona Monforte, e un bambino è finito in coma dopo essere stato investito da un furgone in via Verro, al Vigentino. A settembre un altro incidente mortale era avvenuto in via Porpora tra Loreto e Lambrate. Episodi gravissimi che ci hanno spinto a fare il punto della situazione, con l’auspicio che tali considerazioni vengano recepite anche da chi amministra la città, affinché si ponga un freno a questa deriva.

Dai dati riportati dai quotidiani emergono numeri allarmanti: nel 2024, a Milano città, si sono registrati 7.743 incidenti, con 39 morti e 9.585 feriti. Nel 2023 gli incidenti erano stati 7.812, con 47 morti, mentre nel 2022 i decessi erano stati 44. Tra i mezzi maggiormente coinvolti figurano moto (3.352 nel 2024, contro 3.335 nel 2022) e biciclette (1.656 nel 2024, rispetto alle 1.714 dell’anno precedente).

Spesso non ci si rende conto di quanto elevata sia la velocità dei veicoli lungo le nostre strade cittadine. La fretta – di consegnare, di arrivare, di muoversi più rapidamente possibile – spinge molti conducenti a premere sull’acceleratore. Ma lo spazio urbano è complesso e denso di variabili: pedoni che attraversano, auto che sbucano da portoni e parcheggi, moto che sorpassano da destra, biciclette che emergono da ogni intersezione.

Mi capita frequentemente, ad esempio, di percorrere le vie laterali di via Torino – come via Olmetto o via Santa Marta – strade strette e tortuose, e osservare veicoli che, quando trovano il tratto libero, sfrecciano come fossero in autodromo. La combinazione tra fretta, imprudenza e scarso rispetto delle regole elementari della convivenza stradale crea un contesto in cui prevale chi è più forte, più rapido o semplicemente più aggressivo.

Il problema non riguarda solo i comportamenti individuali. Le strade di Milano sono sovraccariche di veicoli privati, che congestionano il traffico, rallentano i mezzi pubblici e complicano la ricerca di parcheggi. Auto, moto e motorini sono spesso parcheggiati in modo improprio, contribuendo a generare disordine e ulteriore pericolosità.

Per ridurre drasticamente le vittime della strada, occorrerebbe agire su due leve principali: diminuire il numero complessivo dei veicoli in circolazione in città e ridurne significativamente la velocità. Ciò significa ridisegnare le strade per renderle meno rettilinee e più “calmate”, restringere o modulare le carreggiate, spezzare la fluidità nei punti critici, ma anche sanzionare in modo serio e frequente le infrazioni. Non basta mettere i limiti di velocità per fare sì che questi vengano automaticamente rispettati, bisogna prendere i provvedimenti necessari perché chi è alla guida non possa fare altro che rispettarli.

Ancora una volta l’Olanda è un ottimo esempio da seguire. Sin dall’inizio degli anni ’90, infatti, nei Paesi Bassi è attivo il programma ‘Vision Zero’ che si prefigge di adottare tutti gli interventi necessari per arrivare all’ideale obiettivo di avere zero morti e feriti sulle strade. Per perseguire questo scopo si parte dall’assunto che gli umani commettono errori, sia alla guida di un veicolo che come pedoni, e per cercare di evitare che questi errori diventino fatali bisogna lavorare perché sia i veicoli che le strade riducano il rischio di incidenti gravi. Questo comporta un continuo studio e una continua ricerca per migliorare di anno in anno i sistemi stradali, così da renderli totalmente sicuri (e molte cose a noi basterebbe copiarle da chi ha esperienza più che trentennale in merito). Ma di fondo, alla base di questo progetto, c’è l’idea che accettare morti e feriti sulle strade come un “normale” prezzo da pagare alla motorizzazione sia profondamente errato.

Trasporre questa filosofia e i conseguenti interventi in una città come Milano non è un compito semplice, soprattutto in un contesto culturale ancora fortemente orientato all’uso dell’auto privata. Parallelamente, i trasporti pubblici devono essere potenziati: maggiori frequenze, maggiore affidabilità e, in prospettiva, anche forme di incentivo economico. Nelle ore di punta, l’attesa non dovrebbe superare i cinque minuti; oggi, invece, alcune linee di autobus arrivano a intervalli di 25 minuti.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Andrea Cherchi
  • Testo di Roberto Arsuffi e Marco Montella
  • Traffico, automobili, viabilità, parcheggi, mobilità, società
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

6 commenti su “Milano | Mobilità – Che succede nelle strade in città? Perché sempre più pericolose?”

  1. Dunque, vediamo se ho capito bene… parlate di strade meno sicure e più incidenti, e poi citate dai dati dai quali emerge che tra il 2023 e il 2024 gli indicenti, i decessi, e le bici coinvolte sono DIMINUITI?

    L’unico dato leggermente aumentato è il coinvolgimento di moto.

    Quindi, di cosa stiamo parlando?

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    • …ma forse stiamo semplicemente parlando del fatto che i numeri dovrebbero calare e non rimanere nè costanti nè in lieve aumento e, comunque, della sensazione che abbiamo in molti (la maggioranza, forse ?!) che tra “normale” uso del cellulare a piedi, in bici, in monopattino o in auto, con in più bici, moto e monopattini a velocità normali sui marciapiedi, più furgoni sfreccianti per pressione sui numeri di consegne all’ora, etc. etc. (le basta ?…posso andare avanti…), le strade e pure i marciapiedi nonchè i pedoni (con la loro assenza dal luogo che frequentano) sono tutti pericolosi… e i numeri lo confermano. Se poi a lei và bene che siano e rimangano questi, bè direi che dovrebbe rimanere solo un suo problema.

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    • Di che parliamo? Di morti, persone che prima vivevano; la contabilità di questo tipo ha un senso solo se, come dice Urbanfile, si punta a zero persone che muoiono, altrimenti non c’è nulla di cui rallegrarsi; se un giorno le dicono che in una delle guerre in corso i soldati e i civili morti sono un po’ di meno rispetto agli altri giorni lei che pensa? Ah, ma allora è finita la guerra?

      Circa poi le cause del delirio quotidiano sappiamo tutti che:
      – il degrado generale del senso civico è in costante aumento; Milano (e provincia) sono sempre più abitate da persone che provengono dal terzo mondo e che lavorano molto spesso conducendo furgoni…ci siete mai stati a guidare in certe città in certi stati esteri?
      – la mancanza assoluta oramai della deterrenza che un tempo forniva la capacità sanzionatoria dell’ autorità comunale attraverso il proprio personale in divisa; viviamo in una città dove ogni notte esplodono fuochi pirotecnici illegali e a nessuno del comune frega niente, solo per fare un esempio.
      – la tendenza dei residenti di Milano (e non solo) ad acquistare automobili sempre più inutilmente voluminose, ingombranti, con a bordo una sola persona quasi sempre e infine, come dice Urbanfile, la vergognosa situazione attuale dei trasporti pubblici (atm) che, in un circolo vizioso, alimenta il numero di persone che scelgono di usare un mezzo proprio anzichè tram, metro ecc.

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  2. Strade troppo larghe, troppo spazio dedicato alle macchine in tutti i sensi (strade, parcheggi, incroci, svolte) e poi in tutta la città non c’è un dosso. Come si pensa di dimunire la velocità delle auto considerato che non si può diminuire la stupidità si molti al volante?

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  3. Approvo questo articolo al 100%.

    Poi però quando rifanno le strade del piazzale del cimitero maggiore stringendo il raggio di curvatura per fare rallentare le auto si sentono gli strilli di poiane urlatrici che gridano alla luna allo scempio urbanistico…

    Qui manca proprio la cultura di base dello spazio pubblico.
    Siamo a una popolazione ferma alla gondola sul televisore e al decoro dell aiuolina…

    Copiamo Amsterdam ma qualcosa bisogna pur fare siamo nel 2025.
    Non in boomerandia

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  4. Posso aggiungere (non so se è solo una mia impressione) che nelle ore notturne l’illuminazione led montata qualche anno fa ultimamente mi sembra più affievolita, tende ad “appiatture” la strada e a creare poco contrasto. Forse un’illuminazione più puntuale specie negli incroci e negli attraversamenti sarebbe auspicabile

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