Naviglio Pavese è per i milanesi il naviglio con i barconi dei locali. Un binomio oramai talmente consolidato che pare impossibile farne a meno. Già con l’ultimo restauro effettuato al naviglio di deflusso, quello che va verso Pavia, si erano perse le fronde rinfrescanti degli alberi nati spontaneamente nel corso degli anni di negletto ma che avrebbero potuto causare seri danni alle sponde del canale, così vennero estirpati. Ora, per volere dei giudici del Consiglio di Stato, pare che sia giunta l’ora finale anche per quei barconi galleggianti (a dire il vero sono ancorati al terreno e tenuti come palafitte), infatti la sentenza prescrive che: «Lo spazio acqueo occupato dal barcone costituisce un bene demaniale economicamente contendibile, il quale può essere dato in concessione ai privati, a scopi imprenditoriali, solo all’esito di una procedura comparativa a evidenza pubblica».
Il bello è che i barconi in questione (delle vecchie chiatte trasformate in dehor) sono solo tre; il quarto, ormeggiato oltre il ponte di via Pavia, cade in un’altra giurisdizione ed è esente da questa sentenza. Infatti il primo tratto del naviglio è di competenza del Comune di Milano, mentre il resto del naviglio Pavese è nella giurisdizione del Consorzio di Bonifica Est Ticino/Villoresi.
A quanto pare, il problema di occupazione di bene pubblico era già in fase di riordino da parte degli uffici comunali subito dopo che la Darsena venne restaurata e riqualificata, ma non il nuovo regolamento che non è stato ancora scritto.
La questione è delicata ed è in ballo da diversi anni. Inizialmente, quando furono concesse le licenze nei primi anni Ottanta, la faccenda era di competenza della Regione Lombardia. Dopo qualche tempo cominciarono i ricorsi da parte dei cittadini per far rimuovere i barconi, senza mai riuscirvi. Poi il passaggio delle competenze alla fine degli anni Novanta, dalla Regione al Comune e al Consorzio di Bonifica Est Ticino/Villoresi, che portarono altre complicanze. Nel 2014 un’interrogazione dell’allora Consigliere del M5S, Mattia Calise, portò a galla debiti pregressi delle tre società nei confronti dell’Amministrazione, 140mila euro in tutto (fonte Corriere della Sera). Debiti che i gestori stanno ancora sanando. Ora questo ‘ultimatum’ da parte del Consiglio di Stato che ha dato ancora 120 giorni di tempo per mollare gli ormeggi e spostare le chiatte.
Qui c’è in ballo anche l’immagine stessa di questo corso d’acqua che, deturpato per fortuna solo in parte da brutti palazzoni moderni, aveva nei barconi (e prima ancora anche negli alberi) l’unico punto caratteristico e distintivo, tanto da essere citati sulle guide turistiche in ogni lingua.
Ovviamente potrà essere fatto un bando di gara, come previsto dalla sentenza, e non è detto che i barconi vengano rimossi, o comunque vengano sostituiti da altri.
Ma quest’ultima vicenda sembra inserirsi di diritto nell’infinita guerra tra chi vive i navigli come divertimento e chi come casa, su posizioni quasi mai conciliabili. Vedremo come si risolverà la questione.
Uno …il cristal é totalmente abbandonato..mi chiedo sempre come mai…e ora mi date la risposta (debiti pregressi da pagare). Un vero peccato. Tra l’altro é quello davanti alle due palazzine residenziali del ventennio (con tanto di data EF sulla cancellata che sono secondo me una chicca della zona…ho sempre sognato di abitare li 😀 meriterebbero un articolo su Uf.
Ma come? I barconi caratteristici non vanno bene e invece il mercatino abusivo di merce contraffatta viene permesso ogni santo giorno???
O le leggi si fanno rispettare a tutti e allora si fanno sloggiare anche i bengalesi/africani (controllati dalla mafia sia chiaro) dalle strade e dalle stazioni del metrò, oppure si chiude un occhio per tutti…
Al di là della legalità o meno della cosa.
Ma questi barconi vi piacciono?
Su questo non riesco a farmi un’opinione in merito.
ma scherzate? Quei barconi sono incompatibili col naviglio. Sono enormi e e occupano totalmente il pelo dell’acqua da sponda a sponda. Inoltre sono fissi e occupano stabilmente la sponda del naviglio pavese. Sono stati ristrutturati per permettere l’accesso a quanta più gente possibile.. Barconi a due piani alti quasi come un condominio… un condominio piantato nel bel mezzo del naviglio… Niente di più lontano dal idea del barcone storico che passava lasciava la sabbia e spariva nella nebbia.
e sopratutto sono ABUSIVI…
Mai avuto permesso… e allora? IO vado al parco Sempione ci costruisco una rivendita di pesce fritto e nessuno può dirmi nulla. Un cittadino normale viene multato per ogni piccolo abuso edilizio.. (giustamente ) e poi si sopporta una ingiustizia simile?
Inoltre ultimo e non ultimo impediscono la navigazione.. nel caso in cui… si dovesse riaprire la strada d’acqua fino a Pavia…che sarebbe la cosa turisticamente più giusta da fare.. altro che barconi!
Non per deluderti ma la giusta comunale più “pro business” d’Italia che è Milano non si farà sfuggire l’occasione per mettere a bando tutto il Naviglio, col risultato di raddoppiare gli affitti (e probabilmente anche i barconi).
Del resto con la scusa dell’Europa e la foglia di fico dell’ANAC sta trasformando la Galleria in un centro commerciale delle sole firme del Lusso e dell’Alta moda (vd articoli sui giornali di questi giorni): non dico di mettere la macelleria popolare in galleria (tanto è un fake anche quella…) ma un po’ più di varietà non farebbe male.
togliete quegli obbrobri abusivi fissi che con l’idea del canale NAVIGABILE non c’entrano niente
lasciate che passino canottieri e germani reali che sono meglio di ratti e bottiglie buttate dalle sponde
aprite gli spazi pulite la scala che scende da v. gorizia e non ostruite la vista tra le due sponde e in lungoriva che chi si vuole bere una birra troverà spazi quanti ne vuole nelle decine centinaia migliaia di bar pub tabaccherie cafè trattorie ristoranti asporto baracchini e supermercati
Risposta ad Anonimo 1:_
Non so cosa farà il Comune, come non lo sai tu.. se metterà a bando altri barconi peggiorando la situazione, sbaglierà. Per ora è giusto che vengano tolti.Il Paragone con la galleria è molto approssimativo.
quella è una galleria commerciale e come si desume dal nome è giusto che il Comune faccia più soldi possibili. Il naviglio è un corso d’acqua navigabile, i barconi ostruiscono il passaggio oltre che la vista.
Risposta a Anonimo 2:
Lo dici tu che non c’entra niente la navigazione fino a Pavia.. è stato costruito per quello… per andare fino a Pavia. La restituzione del canale alla sua funzione originaria oltre che irrigua è un progetto assolutamente necessario che ogni Amministrazione dovrebbe avere in agenda.
Sarebbe un eccellente volano per un ulteriore sviluppo turistico con miglioramento anche dei trasporti locali.
Un progetto che va al di là delle piccole beghe politiche, o della mera manutenzione ordinaria come pulire le scale. Cosa che comunque va fatta.
Chiaramente.
Senza barconi i canottieri che dici potrebbero passare arrivare in poco tempo a Pavia. Che vuoi di più?
Poi per tornare.. è meglio che prendano il treno.
Hai inteso male non c era ironia sono del tuo stesso avviso
Togliere i barconi bar in questione e far passare i rematori o lasciar libero
L accenno alla scala lercia e solo perché e’ veramente lercio e dedita allo spaccio e vendita di cianfrusaglie
Ma gli Anonimi son tutti residenti a Catanzaro?
Nessuno che si sia mai accorto che sul naviglio pavese ci son le chiuse dopo 40 metri dai barconi e i rematori non ci possono passare ne ora ne mai? 🙂
Si dovette attendere il 16 agosto 1819 perché il Naviglio Pavese, finalmente completato, venisse ufficialmente inaugurato: su una barca appositamente predisposta, «alla vista di numerosa popolazione e al rimbombo delle artiglierie di Pavia», l’Arciduca Ranieri, Viceré del Regno Lombardo Veneto, il suo seguito di Autorità e gli Ingegneri del canale eseguirono felicemente per la prima volta la discesa e l’ascesa sugli ultimi tronchi costruiti. Il sogno plurisecolare di Milano era finalmente realtà…
Da quel momento ebbe inizio un periodo d’oro di circa 50 anni in cui il Naviglio fu percorso da un intensissimo traffico di imbarcazioni: le più comuni erano il magano,[20] il burchiello[21] e la corriera pavese destinata anche al trasporto passeggeri. Data la pendenza relativamente ridotta e l’elevato numero di conche (12), i tempi di discesa e di risalita erano più o meno uguali: per le merci pesanti ci voleva un giorno e mezzo circa e due cavalli per il traino, ad un costo compreso tra le 35 …
Anonimo, se leggi con onestà tutto l’articolo da cui hai copiato e incollato i due paragrafi (è questo: http://www.laputa.it/naviglio-pavese/#11/45.3106/9.1846 ), vedrai che il Naviglio Pavese è stato declassato a puro canale irriguo più di 50 anni fa e ci son pure le foto delle chiuse in disarmo e non più utilizzabili…
In ogni caso sarebbe bello restaurarlo!
Il naviglio Pavese ha l’incile alla darsena di Porta Ticinese, che lascia in direzione sud-sud-ovest proseguendo praticamente rettilineo fino a Binasco, al confine della provincia di Milano. Qui entra nel territorio del Pavese volgendo a sud-sud-est e prosegue di nuovo rettilineo sino a Pavia, che attraversa costeggiandone l’antico margine orientale fino a sfociare nel Ticino nella darsena di viale Venezia. Fino circa alla metà del XX secolo fu intensamente utilizzato per la navigazione mercantile; gli ultimi barconi da trasporto lo percorsero nel 1965, oggi viene utilizzato esclusivamente come canale irriguo, anche se si tenta di ripristinare un servizio di navigazione di diporto ed è tratto fondamentale per l’auspicata idrovia Locarno-Venezia.[3][4][5] Il tratto urbano milanese ospita diversi barconi, un tempo utilizzati per il trasporto, ora ancorati e riadattati a dehors di ristoranti e birrerie, frequentati da clienti soprattutto giovani fino ad ora tarda della notte.
x robertoq
la distanza tra darsena e via conchetta 800 metri
la distanza tra darsena e via valenza 800 metri
entrambi senza ostacoli fatti una remata se ti sembrano pochi
la canottieri era ubicata in darsena
volete i navigli in città e non volete mettere a posto quelli che avete
ps e adesso tutti a bere e far casino sui bellissimi cassoni che di casino e bar sui navigli nn ce ne sono…ovviamente senza pagare tasse che poi guadagno poco
Suvvia, il naviglio pavese com’è ora (nel 2017) non è navigabile e andarci in canoa sarebbe pericoloso (te le vedi le cause milionarie per il primo canoista che si impiglia nella chiusa?).
Poi possiamo volere o non volere i barconi (a me importa poco, i problemi dei navigli di oggi sono altri purtroppo) ma dire che se non ci fossero i barconi allora ci andresti in canoa è semplicemente ridicolo, a mio parere.
Ahhh “criptobenaltrismo”! Prendetelo e legatelo! A pancia in giù, mi raccomando.
Bravo Anonimo.. con tre post hai fatto la storia del naviglio pavese.
e spero che la storia continui..
te lo dico come direbbe crozza da ammico
tanto lì sono e lì rimarranno
lo sappiamo tutti
come il calcestre nel 2021 come dice maran
e il buco nel muro di porta genova che ancora nessuno vede
Una materia che andrebbe finalmente disciplinata, cosi’ come sono adesso sono da rimuovere. Siamo noi cittadini che dobbiamo tenere alta la “tensione” sugli argomenti che riguardano la comunita’ e non lasciarsi andare ai catastrofismi che hanno tanto segnato il modus vivendi Italiano.
“per volere dei giudici del Cxnsiglio di Stato” dè ròmma…
La solita invidia romanoide bizantinoide che noi c’avèmo i barconi e loro no, ner tevere nùn sce stanno dèi barconi così caratteristici… Ed ecco qua il cavillo burocratico romanoide bizantinoide per farli sparire… Guarda caso quei barconi dovrebbero essere tutelati dalla sovrxintendenza cioè non dovrebbero essere spostati considerando che sono li minimo da 60 anni, e in genere la sovrxintendenza tutela qualsiasi cosa che esiste da più di 50 anni, ma per questi barconi no, guarda caso. E lo sapete perchè? Perchè anche la sovrxintendenza è per la maggior parte amministrata da burocrxti dè ròmma… Sò tutti bizantini, sò dei poverxcci, ma che andasseero a rompere lì coglixni che ne so, a Istanbul, a Berlino, a Parigi, a Londra, a Madrid, le GRANDI CAPITALI europee, di GRANDI NAZIONI europee e di GRANDI NAZIONALISMI europei. Vadano a Parigi a far togliere i barconi lungo la Senna, o a Londra a farli togliere con decreto imperiale da Camden Lock come ai tempi del Vallo di Adriano. Facciano “lì romxni imperiali” come una volta invece di venire sempre qua a Milano a rompere il caxxo…
“Bolkestein” è in effetti un tipico cognome Bizantino, particolarmente diffuso a Roma…. 😉
Appena vanno a Bruxelles i bizantinoidi abbassano la cresta, diventano come cagnolini appena si trovano di fronte i tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli… Se l’Italia non conta nulla a Bruxelles è anche a causa della burocrazia bizantinoide, impresentabile in Italia figuriamoci all’estero. Quando ai tempi si dovevano fare le leggi europee, i tedeschi durante la pausa pranzo si portavano il panino da casa e mangiavano sul lavoro nelle sedi dell’Unione Europea, i bizantinoidi sciamavano per ore nei ristoranti di Bruxelles. Adesso avete capito perchè tutte le leggi europee sono fatte su misura della Germania? Semplice, qualità del legno, loro come burocrazia hanno i tedeschi noi abbiamo quei poveracci dei bizantinoidi frustrati…