Milano | Gratosoglio – Una passeggiata nel quartiere: 1

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Il Gratosoglio è il grande quartiere a sud di Milano, sinonimo di case popolari.

Da “Ordine degli Architetti”: Nei primi anni Sessanta l’Istituto Autonomo Case Popolari avvia la costruzione di un grande quartiere autonomo, su un’area di circa cinquanta ettari, all’estrema periferia meridionale di Milano, lungo una strada di secondaria importanza che per l’occasione viene trasformata in un asse viario che dal quartiere Chiesa Rossa si connette al Comune di  Rozzano. La soluzione iniziale redatta dal gruppo BBPR, ben presto abbandonata per problemi di fattibilità, prevedeva una ventina di stecche di ben sessanta metri di altezza, inserite in un grande parco attraversato da percorsi pedonali coperti. L’intervento realizzato, invece, è formato da otto torri alte 56 metri, disposte a coppie lungo via dei Missaglia, e che sono l’elemento riconoscibile a distanza, e cinquantadue edifici in linea alti 30 metri. Questi ultimi sono costretti dall’imposizione del sistema di prefabbricazione pesante Camus e Coignet a pareti portanti che crea un vincolo non solo tecnologico ma anche tipologico, obbligando i progettisti ad adottare uno schema distributivo molto semplice con corpi scala che servono due appartamenti per piano. Poiché le stanze di soggiorno sono sempre da un lato e i servizi e le scale dall’altro, I BBPR scelgono di applicare un rigoroso criterio basato sulla corretta esposizione secondo l’asse eliotermico. Il quartiere segue così una trama ruotata di quarantacinque gradi rispetto a via dei Missaglia, la cui monotonia è mitigata dall’andamento sinuoso della viabilità secondaria.

Nel tentativo di evitare ogni decorativismo e ogni altro palliativo per nascondere la dimensione di un intervento edilizio destinato a ben 20.000 abitanti, i BBPR ricercano «nuovi valori architettonici, tipici del disegno urbano, senza timore di usare anche della costante ripetizione di elementi di serie come fattore di caratterizzazione»: anche la  grandiosità e l’ imponenza, termini «negativi se riferiti alla retorica della monumentalità» possono diventare, almeno nelle intenzioni dei progettisti, fattori qualificanti. I servizi pubblici sono commisurati alla dimensione del quartiere e includono la chiesa, le scuole e le attrezzature sportive. I negozi sono ospitati al piano terra delle piastre attrezzate situate alla base delle torri, mentre al piano interrato si trovano i parcheggi e al piano superiore alcune attrezzature collettive. I principali esercizi commerciali, in questo modo, risultano allineati su via dei Missaglia allo scopo di  attrarre anche utenti esterni al quartiere, e il loro numero non è fissato ma può essere aumentato a piacere, nel tentativo di stabilire un legame territoriale che faccia da contrappeso ai limiti impliciti del quartiere autosufficiente.

Invecchiato male, forse esageriamo, ma certo non è curato: è stato realizzato tra il 1963 e il 1971 e un po’ si nota il passare del tempo. Noi abbiamo fatto un giro percorrendolo da sud a nord zigzagando qui e là, cercando di vederne i lati positivi e quelli negativi.

Anzitutto bisogna dire che molte periferie milanesi, tranne alcune eccezioni, sono ben tenute ed immerse nel verde (Gallaratese, Forlanini, Comasina o Quarto Oggiaro, per citarne alcune). Però la cura del verde è a volte tralasciata, come si vede bene dove ci sono aree pedonali, come qui in via Michele Saponaro, dove alcune piante non sono più state sostituite e oggi rimangono i buchi nella pavimentazione, per giunta un po’ pericolosi.

Molti negozi sono chiusi, forse perché il luogo non è più attrattivo e rendono l’aspetto di questi spazi urbani ancora più desolante. Alcuni edifici per fortuna sono stati restaurati, ma altri cadono un po’ a pezzi, specie le tettoie che fungono da collegamento con le portinerie.

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Immagine di Roberto Schena
Immagine di Roberto Schena

 

Purtroppo le architetture, abbastanza omogenee, rendono un po’ sterile e inespressivo il quartiere, coi suoi moduli ripetitivi e la disposizione di negozi, aree “pedonali” e casette per l’immondizia  ripetute allo stesso modo in ogni angolo della zona. Altro problema pare sia la presenza di amianto in alcuni manufatti di questi palazzi, problema che andrà sicuramente affrontato al più presto.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

1 commento su “Milano | Gratosoglio – Una passeggiata nel quartiere: 1”

  1. La realizzazione sarà quella che sarà, ma c’è da dire che in quegli anni vi era maggiore coscienza professionale nella progettazione. Benchè i materiali si siano degradati, sono comunque palazzi con alloggi dignitosi con doppia esposzione su verde ben distanziati fra loro per avere maggiore luce e aria. I palazzi ristrutturati sono infatti molto belli. Il confronto con certi progetti di edillizia popolare odierni è impietoso.

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