Spesso ci sono periferie e periferie, periferie degradate e periferie ben tenute. Questo è il caso di via Mecenate, la lunga arteria che segue l’andamento del primo aeroporto di Milano, quello di Taliedo.
Oggi al posto dell’aeroporto sorgono case, capannoni e magazzini. La via inizia da piazza Ovidio da dove su di un lato troviamo il quartiere Forlanini e termina, dopo viale Ungheria, nella tangenziale Est. Venne riqualificata nei primi anni 2000. Al centro della via la corsia preferenziale per la linea del tram 27 corre protetta, bordata ai lati da cespugli, mentre al centro l’erba cresce tra le rotaie. Ai lati i parcheggi sono stati ben incastrati coi marciapiedi e alternati con delle piccole aiuole con alberature, sistema che vorremmo fosse applicato a tutte le strade di Milano. Al contempo è stata costruita anche una pista ciclabile lungo tutta la via con autobloccanti e funghetti in granito (a dire il vero un po’ pericolosi secondo noi, visto che sono molto bassi) per impedire alle auto di parcheggiare dove non dovrebbero.
La via sorse sul tracciato del primo aeroporto o meglio, del primo campo d’aviazione di Milano realizzato nel 1910, infatti qui sorsero successivamente le industrie della ditta Caproni, che grazie anche all’inizio della Prima Guerra Mondiale si ingrandì e prosperò. La ditta Caproni fu una delle più importanti aziende aeronautiche italiane. Fondata da Giovanni Battista Caproni, dopo alterne vicende durante gli anni trentaassunse le dimensioni di un vero e proprio gruppo industriale. Ancora oggi ai lati troviamo i vecchi capannoni oggi convertiti in set televisivi, uffici e magazzini.
Io da ciclista,percorrendola,ho notato che l’avrei preferita con manto di asfalto liscio e non a mattoncini.
Comunque bella e comoda .In fondo girate a sinistra alla cascina Monluè e arrivate sul ponte che va al Parco Forlanini e poi all’idroscalo.E’ un bel giretto.
Cinema. L’omaggio di Miyazaki al genio di Caproni e l’anti-eroismo dell’Italia culturale
“Si alza il vento” (Kaze tachinu) di Hayao Miyazaki è un capolavoro. Un film sul progettistaCaproni del caccia Zero dove lo Zero entra in scena solo negli ultimi fotogrammi. Un film che parla della Storia dell’umanità e della storia degli uomini con un’etica nietzscheana del divenire storico rispetto al sentire e al destino individuale delle persone e perfino di popoli e nazioni. Ma al di là di ogni esegesi, per noi italiani c’è un motivo in più per appassionarsi e amare questo film. Si omaggia un grande compatriota, quel Gianni Caproni conte di Taliedo (1886-1957) che è fra i pionieri dell’aeronautica mondiale e che aveva il suo ritratto accanto a quello dei Fratelli Wright alla Casa Bianca. Eppure l’omaggio di “Kaze tachinu”, si trasforma nel requiem di un paese oramai morto.
Avete provato a leggere recensioni e commenti sulla stampa nazionale su questo capolavoro? Non è solo la solita fiera della banalità a cui siamo abituati, ma anche e soprattutto la totale e sistematica sottovalutazione del personaggio Caproni. Una negazione storica e cinematografica dentro la quale il grande italiano è completamente ignorato da giornalisti e critici italiani. E non è che sia esattamente una comparsa, nel film: è il personaggio a cui spetta la battuta finale, colui che dà senso ad un racconto che nel suo complesso si sviluppa al di là di bene e di male. Eppure, tale e tanta sembra essere oramai l’avversione degli italiani per la loro stessa identità, che tutti – e sottolineiamo tutti – coloro i quali si sono cimentati nel commentare questo film non si sono nemmeno presi il disturbo d’andare a leggere la pagina di Wikipedia (peraltro ottima) su Giovanni Battista Caproni.
saiv_11_20140822_1118365086Perfino la casa distributrice del film, la Lucky Red, nella cartella stampa sbaglia i riferimenti cronologici del grande industriale aeronautico italiano, “noto in tutto il mondo a partire dalla nascita dell’aviazione italiana negli anni ’30”, mentre la sua opera inizia molto prima, durante la Grande Guerra. Come peraltro il film ricorda benissimo.
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.barbadillo.it/28381-cinema-lomaggio-di-miyazaki-al-genio-di-caproni-e-lanti-eroismo-dellitalia-culturale/&ved=0ahUKEwjzv_WZk9PRAhUKC8AKHeTcCNYQFggcMAE&usg=AFQjCNF31OWo2pcJwD-voKbhTRZMg9cdHA
sono molto d’accordo con UF.
E’ una via molto spaziosa, ma quando fu riqualificata si fece un lavoro davvero ben curato e che a distanza di 15anni dimostra il successo di un progetto di qualità, che riadattato alle superfici disponibili andrebbe applicato anche altrove (ad es. giambellino, imbriani, o anche missaglia).