Poco più di un anno fa, nel dicembre del 2012, un gruppo di cittadini volontari amanti della propria città (tra cui lo scrivente), decideva di fare un regalo a Catania ripulendo una vasta aiuola e mettendo a dimora numerose piante, visto che fino ad allora, lì, erano presenti solamente erbacce, sterpaglie e spazzatura. Tempo e fatica messi a disposizione con gioia per migliorare un angolo della città.
Si trattava dell’intervento avvenuto in viale Africa e ampiamente documentato già in questo stesso blog. Non il primo intervento di questo tipo e non l’ultimo, ad opera dello stesso gruppo di ragazzi.
È già successo che fiori e piccole piante fossero stati asportati da ignoti, gente gretta capace di rovinare e vanificare così piccoli doni di bellezza per la città, in seguito a interventi analoghi effettuati anche in altri siti (ad esempio in via Caronda, nella rotatoria, o presso le fioriere di San Giovanni li Cuti).
Ma mai era successo che a essere rubati fossero addirittura degli alberelli, visto che in questo caso si tratta degli ulivi che, piantati già in dimensioni significative, qui avevano ormai messo radici profonde.
Significa che c’è stato un intervento premeditato, organizzato, da parte di gente che si è portata appresso tutti gli strumenti utili per poter asportare le piante con tutto l’apparato radicale, confidando nell’impunità e nel buio: l’area, già di per sé scarsamente illuminata, offre un’ulteriore barriera visiva per via di un muretto di cemento che corre lungo tutto il lato sud, residuo di un cantiere precedente. A proposito di questo muro, ricordiamo che esattamente un anno fa, l’amministrazione comunale di allora comunicava di averne richiesto la rimozione alla Ferrovia Circumetnea, proprietaria. Lo scopo era rendere visibile l’aiuola ed evitare che si vi si accumulassero i rifiuti sospinti dal vento. Ma questo muretto non è stato mai rimosso (anche l’amministrazione attuale era stata messa al corrente) e chissà che non abbia in qualche modo agevolato l’opera dei delinquenti, visto che un altro ulivo, più in vista perché dal lato opposto dell’aiuola, senza barriere visive, è stato risparmiato.
Quel che resta oggi, tristemente, sono le buche: eccole nelle foto che Daniele Trovato, uno dei volontari autori dell’intervento, ha scattato oggi, non senza comprensibile rabbia e disgusto.
C’era una volta un ulivo. Sullo sfondo, il muretto “complice del furto” |
Due buche si susseguono dove prima c’erano alberi |