Nel corso dei secoli (ma potremmo dire anche dei millenni) Roma ha subito pesanti modificazioni dovute all’antropizzazione del luogo già dall’antichità. Ciò ha trasformato i luoghi e ha creato delle inevitabili situazioni di dissesto.
Che il sottosuolo di Roma abbia delle caratteristiche particolari lo sanno tutti, quello che forse non è noto è che in alcune zone di Roma questa complessità si fa ancora più forte.
E’ il caso delle zone che orbitano tra Casilina e Prenestina, specificamente tra Villa Gordiani e il Casilino 23; un’area, infatti, che all’urbanizzazione selvaggia degli anni ’60 lascia spazio ad ampi appezzamenti di terra incolta e non edificata.
Questo è dovuto anche alle difficoltà sopracitate; non a caso, questa è una delle zone di Roma dove è maggiormente presente il rischio di cavità sotterranee, un problema che, nel corso degli anni, ha creato difficoltà anche per la posa dei sottoservizi.
Un caso particolare è quello di via Anagni dove a maggio, in seguito alla formazione di un avvallamento, è stata chiusa e transennata la strada per indagini geognostiche.
La via doveva restare chiusa circa una settimana ma, probabilmente, devono essere sorte delle complicazioni tali da farne slittare la riapertura.
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