Dopo mesi di lavori, anche la Porta Ticinese Medievale, liberata dalle impalcature, torna a risplendere.
Si tratta di una delle porte maggiori poste sul tracciato delle mura medievali di cinta della città dal 1000 al 1500 circa.
Porta Ticinese, assieme a Porta Nuova in via Manzoni, è l’unica superstite delle originarie sei porte della cinta medievale. La Ticinese aveva, rispetto alle altre, la particolarità dei essere costituita da un unico fornice a tutto sesto, perciò venne da subito conosciuta anche come Porta Cicca, dal momento che era l’unica delle porte cittadine ad avere una sola apertura, e in dialetto cicca significava piccola, piccina (dallo spagnolo chica, piccola).
La prima porta, costruita in legno attorno all’anno Mille, venne distrutta dal famigerato Federico Barbarossa nel 1162.
Fu, però, Azzone Visconti a ricostruirla integralmente dopo il 1329. Due torri in mattoni la fiancheggiavano e sopra l’arcone a tutto sesto in pietra venne arricchito sul lato di campagna da un tabernacolo gotico, dai più attribuito a Giovanni di Balduccio, che rappresenta in bassorilievo: la vergine in trono col bambino al centro, ai suoi piedi Sant’Ambrogio offre il modello della città, mentre dietro, sulla sinistra si scorge San Lorenzo con la graticola e dall’altro lato Sant’Eustorgio con accanto San Pietro Martire. Il 6 ottobre del 1499 sfilò sotto lo storico voltone il fastoso corteo che accompagnava l’ingresso di Luigi XII re di Francia e nuovo signore di Milano, momento che segnerà l’inizio della dominazione straniera per la nostra città. Venne pesantemente rifatta nel 1861-65 da Camillo Boito, che la liberò dalle case che vi si erano sovrapposte, aprì nelle torri laterali due passaggi ad arco acuto e sovrappose in alto merlature guelfe, di moda nei restauri ottocenteschi che evocano i caratteri di una città del Medioevo.
La precedeva verso la campagna un ponte sotto cui scorrevano le acque del naviglio. Ponte che venne restaurato nel 1866 fornendolo di parapetti in stile finto medievale in attesa di scomparire con la copertura della fossa negli anni Trenta.
I restauri hanno ripulito le pietre e i marmi dello zoccolo inferiore, i mattoni delle torri e il tabernacolo gotico (si vede un pezzo di fondo azzurro che sicuramente faceva da sfondo alla scena rappresentata). Sono stati aggiunti dei tiranti che terranno compattati i lati dell’arcone centrale.
Le seguenti immagini mostrano il bellissimo tabernacolo trecentesco di Giovanni di Balduccio, che rappresenta in bassorilievo: la vergine in trono col bambino al centro, ai suoi piedi Sant’Ambrogio offre il modello della città, mentre dietro, sulla sinistra si scorge San Lorenzo con la graticola e dall’altro lato Sant’Eustorgio con accanto San Pietro Martire.
Anche la vicina aiuola è sottoposta ad un “restauro”, era ora.
Qui di seguito alcune immagini e foto antiche che raffigurano la porta.