Come ogni città che si rispetti, anche Milano possiede fontanelle civiche per abbeverare i passanti e anche gli animali gratuitamente. Il flusso d’acqua continuo delle vedovelle non è utile solo per dissetarsi, ma svolge anche l’importante funzione di mantenere l’acqua sempre in movimento preservandone la freschezza e la buona qualità in corrispondenza delle tubazioni terminali cieche, le cosiddette “‘”teste morte”.
A Milano in genere sono chiamate Vedovelle a Torino i Torelli (torèt) e a Roma i Nasoni, tanto da renderle molto familiari tra i cittadini e molto identitarie.
Le fontanelle dell’acqua potabile di Milano sono comunemente chiamate Vedovelle o Drago-Verde a seconda delle frequentazioni dei vari quartieri o luoghi della città. Il nome di Vedovella deriva dal fatto che dal rubinetto esce acqua senza interruzione e quindi può sembrare una vedova solitaria che piange. Mentre Drago-Verde deriva dal fatto che la struttura in ghisa è in genere di colore verde con un rubinetto in ottone a forma di drago. Comunque sia cercare la storia di questi manufatti così caratteristici e che, strano ma vero, da quasi cent’anni sono fatti ancora alla stessa maniera, è molto difficile.
Diffuse in ogni angolo della città, le vedovelle sono delle fontanelle in ghisa, decorate e alte circa un metro e mezzo, dalla forma di pilastrino sormontato da un “cappellino a pigna”, munite di una bacinella semi-circolare alla base e con un rubinetto in ottone a forma di drago.
Leggenda vuole che la prima sia quella istallata in piazza della Scala verso la fine degli anni dieci, ma ci sono foto di fine Ottocento che mostrano la presenza di una fontanella proprio nello stesso punto, uguale a quelle attuali.
L’origine misteriosa delle fontanelle milanesi è alquanto strana, sicuramente tra i nostri utenti qualcuno riuscirà a raccontare dettagli aggiuntivi, ma per il momento non siamo riusciti ad avere informazioni attendibili.
Ora è di circa 500 il numero delle fontanelle sparse per il territorio comunale e crediamo siano una bella presenza che ci ricollega inequivocabilmente alla città in cui si trovano: infatti mentre lampioni, cartelli, pensiline dei mezzi pubblici cambiano loro – da quasi cent’anni – sono rimaste immutate e ben identificabili. Sarebbe bello ne venissero collocate altre, specie nel centro città dove le code al loro capezzale sono sempre lunghe (Piazza Mercanti, Piazza Duomo, Piazza Cordusio, Largo Cairoli, Piazza San Babila per citarne alcune).
da ricerche su internet in merito alla fontanella sopravvissuta ad Avola (SR) all’urbanizzazione selvaggia, sono incappato sul vostro blog…
Penso che possa essere di gradimento sapere che le stesse “vedovelle” sono state montate anche in Sicilia…
http://www.avolablog.it/2016/07/recuperata-la-fontana-di-mare-vecchio.html
Molto strano: qui (https://www.mmspa.eu/wps/portal/mmspa/it/home/mm-per-milano/servizio-idrico/acquedotto/fontanelle-e-case-acqua/!ut/p/z0/04_Sj9CPykssy0xPLMnMz0vMAfIjo8zifSzcPT0snA18gbS5gaOfcZCfpZeJgYmpoX5BtqMiAPW1ko0!/) si dice che sono un disegno del 1931.
Su un giornale on-Line locale è uscita questa notizia pochi giorni fa:
https://www.varesenews.it/2024/09/dagli-anni-30-firmano-le-fontanelle-drago-verde-le-fonderie-lamperti-si-trasferiscono-a-marnate/2038350/?output=pdf
Dicono che il disegno è degli anni ‘30, comunque potreste provare a sentire quell’azienda.