Milano | Quarto Oggiaro – Parco Franco Verga e il Borgo Porretta

Ma che bello è il Parco Franco Verga a Quarto Oggiaro?

Il parco è stato realizzato a scomputo oneri di urbanizzazione per le residenze Certosa Euromilano una decina di anni fa. Sorto al posto di industrie e di raffinerie (vi era l’ex Raffineria FINA), il parco è una distesa di prati verdi, rogge, viali di pioppi e gruppi di piccoli boschetti. Ricorda molto la campagna attorno a Milano ed è un vero polmone verde per la zona.

Al suo interno si trovano aree attrezzate per i bambini, realizzate anche con fantasiose strutture, come il castello medievale in legno.

Così come due spazi ristoro e svago affollati nei mesi estivi.

Il parco è circondato da nuove residenze in parte già costruite e in parte da poco ultimate, come le torri Tiziana e il quartiere del Borgo Porretta. Piccole costruzioni residenziali sorte a fianco di vecchi edifici di inizio Novecento che sono stati in parte recuperati. Il Borgo è molto bello, caratterizzato dal colore bruno-violaceo degli intonaci che fanno contrasto con parti intonacate di bianco candido. Gli edifici sono formati da case di tre piani, movimentate per forma e altezza. Il tutto circondato da spazi verdi e una piazzetta interna.

Mancano ancora dei pezzi da essere completati verso via Porretta e la ferrovia.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Quarto Oggiaro – Parco Franco Verga e il Borgo Porretta”

  1. Molto bello!
    Peccato quei due palazzoni neri che si intromettono in molte delle foto. Gli edifici così alti e pesanti rovinano tutto. Spero davvero che si metta un limite ai palazzoni. il degrado nei quartieri è sempre legato ad un’eccessiva densità di popolazione ed i palazzoni da 10\15 piani sono i primi responsabili. Se poi sono anche brutti…

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  2. Avendo visto l’area del Borgo Porretta negli anni settanta, denominata Corea per distinguerla dalla Bovisa, ma con essa accomunata dalla precarietà del paesaggio formatosi ai margini del Gasometro e della raffineria Purfina con casette, stalle e piccoli insediamenti artigianali mescolati a orti e sterpaglie tipici delle zone degradate della periferia milanese del dopoguerra, ora è irriconoscibile. Già era brutta cinquantanni fa, ma adesso è allucinante. Un complesso urbanistico pensato per i polli d’allevamento, omogeneo, alienante, con edifici cuboidali dalle finestrature orripilanti, privi anche dei minimi elementi di decoro, senza tratteggiature distintive. Una schifezza molto simile a quella realizzata a Figino nei pressi del Parco delle cave, sparsa tra giardinetti tutti drammaticamente uguali come fossero di plastica, artificiali, un habitat opprimente per automi replicanti. Era difficile fare peggio, invece ci siete riusciti alla grande.

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