Milano | Impressioni: il confronto con le altre città tornando dalle vacanze… arredo urbano

Ogni volta che si visita qualche città straniera specie nelle vacanze estive, al ritorno in città si ha sempre l’impressione che Milano abbia molto da imparare da quel che accade fuori dai confini nazionali.

Abbiamo appena visitato Boston, ma poco importa, perché la cosa vale allo stesso modo se si va a Parigi, Varsavia, Londra o New York.

La cosa che salta subito all’occhio è la sensazione di cura dell’arredo urbano che a Milano manca completamente e che fa spesso la differenza.

Anzitutto meno disordine urbano, meno auto parcheggiate ovunque e in ogni modo, poi le strade coi lampioni tutti uguali e dello stesso colore, così come i semafori, cartelli stradali o indicazioni turistiche ben organizzate e comprensibili. Quindi ci si domanda, come sia possibile che a volte ci siano luoghi ben più poveri di arte e architettura di Milano, ma che invece siano così ben confezionati da risultare molto più belli.

Percorrendo ad esempio Corso Buenos Aires o Corso Venezia, ci si rende conto della sciatteria di questa città. Una via commerciale, frequentata da migliaia di persone ogni giorno ma che non pare sia proprio curata, nessuna fioriera, nessun lampione ma cartelli e pali di ogni forma e genere, disordine e confusione paiono la sola regola.

A Boston ad esempio c’è il bel quartiere di Beacon Hill (ma potrebbe essere anche le Marais di Parigi), con le sue case di fine Settecento e primo Ottocento, con i marciapiedi in mattoncini e alcune strade in ciottoli di fiume, a Milano lo si potrebbe paragonare al quartiere di Brera o ai Navigli, ma la differenza sta nei dettagli, quei lampioni ottocenteschi che davano un sapore in più che a Milano manca sempre e meno cartelli inutili.

Altra particolare situazione che fa ogni volta la differenza con il paragone con le altre metropoli, sono le tag o scarabocchi sui muri dei palazzi che nelle città americane, compresa New York, pare siano un ricordo lontano di almeno una ventina d’anni e che da noi ancora infestano ogni angolo della città.

Insomma, fare paragoni è sempre poco carino, ma sorge spontanea una domanda, ovvero se chi si occupa di arredo urbano cittadino abbia mai avuto modo di visitare altre città (basterebbe andare anche solo a fare un salto a Torino che ha un arredo urbano molto migliore di quello milanese) e abbiano mai osservato l’arredo urbano.

Ecco alcune foto scattate da noi o prese da StreetView.

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Lampioni che fungono da supporto per altri cartelli o segnalazioni.

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Lampioni in stile decorati con fioriere.

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Anche qui, tra le casette di fine Settecento lampioni d’epoca e strade come un tempo.

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Qui invece nuovo arredo urbano, con lampioni in stile e sedute moderne, tutto rigorosamente dello stesso colore.

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Lampioni moderni che scimmiottano quelli d’epoca per il nuovo quartiere del porto. A noi il confronto viene spontaneo con la Darsena e i Navigli…

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Come quest’esempio che paragonerei alla Darsena…

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Per queste scale nel quartiere del porto colpisce particolarmente che la scala fosse ben tenuta e pulita, i muri dei palazzi non avessero tag, così come il sottostante muro del ponte… fosse a Milano, dopo due giorni sarebbe uno schifo, segno che oltre all’attenzione di chi amministra serve anche il senso civico di chi abita un centro urbano.

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Altro palo, semaforo e altro ancora tutto condensato in un palo solo e, assieme ad altri pali, tutto rigorosamente dello stesso colore.

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Saltiamo a Londra, dove l’arredo urbano è impeccabile, anche nei luoghi meno turistici.

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Così come a Parigi.

Illuminazione Parigi 1

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Ecco Milano… i commenti li lasciamo a voi…

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

19 commenti su “Milano | Impressioni: il confronto con le altre città tornando dalle vacanze… arredo urbano”

  1. Recentemente sono stato a Varsavia e almeno per quanto riguarda il centro storico (le dimensioni della città sono paragonabili) l’arredo urbano non è solo migliore, ma si nota anche una certa cura nella disposizione degli aredi. Se a questo aggiungi una pulizia delle strade “svizzera” e una cura dei parchi e delle aree verdi maniacale (con fioriere e aiuole presenti ovunque) si può ben capire perchè la città sia a misura di turista e migliori la “qualità della vita” del cittadino.

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  2. in via pacini verso lambrate hanno messo da qualche tempo auto elettriche share’n go, sosta motorini e un paio di postazioni per ricariche per auto elettriche: cinque pali con cinque cartelli di divieto di sosta in poco più di venti metri. siamo nelle mani della lobby dei segnali stradali.

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  3. Mi permetto di aggiungere che si tratta di un tema dai risvolti economici importanti. Senza buttare in caciara il risvolto estetico, questo patchwork di elementi e materiali fa impazzire i costi di (necessarie) manutenzioni, sostituzioni e ampliamenti.
    Proviamo a chiedere alla municipalità di Parigi, per esempio, quanto risparmiano con un modello unificato di semafori, lampioni, cestini e panchine. Spesso utilizzato anche nelle altre città…
    Noi siamo riusciti a “disunificare” le dotazioni della metropolitana. Perché gli elementi della M1, pur firmati da Noorda e BBPR, non piacevano al doge di turno! Pavimenti di piastrelle di Duomo, Cadorna e Loreto compresi.

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  4. L’altro giorno ho notato che esiste una quantità incredibile di indicazioni stradali per Pavia, ora, senza offendere nessuno, ma chi cazzo ci va a Pavia!!??

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  5. Dobbiamo lavorare sui fondamentali:
    1) Tenere pulito e in ordine quel che abbiamo
    2) Cambiare le stupidaggini del nostro codice della strada (guardate le foto: A Londra per dire divieto di sosta bastano due righe sul bordo strada – a Parigi per la zona 30 basta dipingere 30 sulla carreggiata, senza duplicare e triplicare tutto sui pali ogni due metri)
    3) Licenziare i burocrati comunali che fino ad ora non si son dati da fare per migliorare le cose (so che non è tutta colpa loro ma è doveroso per dar l’esempio…come nella Rivoluzione Francese ma senza usare la ghigliottina che non si può più 🙂 )

    Poi potremo pensare a abaco, arredo urbano e tutte le altre delizie di questa terra. Ma senza i fondamentali, anche l’arredo urbano più figo del mondo son soldi buttati temo.

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  6. Tenere pulito e in ordine quello che abbiamo.Cancellando le tag non appena appaiono.(all’estero fanno così e il fenomeno si abbatte).L’amministrazione adotti la vernice granulosa per i pali (gli adesivi non aderiscono).In Piazza Lima dei volontari di Retake Milano hanno fatto un test ed effettivamente gli adesivi non si attaccano.Si prenda coscienza che esiste la MANUTENZIONE della città che ha un costo ma che DEVE essere fatta.Altro che invitare la gente a cambiare città,se non piace!Viviamo in uno stato di diritto e paghiamo tasse anche per vivere in una città decorosa.

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  7. Milano è rimasta bloccata per 30 anni, cosi come l’Italia.
    Quando visito una qualsiasi città europea occidentale la prima cosa che mi balza agli occhi è: ma le auto dove sono?
    Quindi più metrò, che viaggiano fino alle alle 02:00 di notte e, soprattutto cambiare la mentalità e le abitudini dei cittadini che dovrebbero possedere meno auto e più biciclette.
    In generale tornare ad essere un popolo più educato, civile e con un senso di comunità elevato, virtù che abbiamo un po’ smarrito a favore della cafoneria e maleducazione.

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  8. Ok ragazzi, continuiamo a ripetere le stesse cose senza vedere però risultati, niente cambia, nessuno “ci nota”.
    Non c’è un modo per comunicare esplicitamente all’amministrazione che così non va? Non c’è un modo per andare da Maran, per esempio (anche se effettivamente non so di chi sia la responsabilità), e dirgli di far mettere questa benedetta vernice granulosa su tutti i pali, di eliminare questa foresta di pali e di trovare un modo per eliminare le tag dai muri?
    Secondo me dovremmo iniziare a chiedere poche cose ma mirate, in modo tale che non gli arrivi l’elenco infinito magari ritenuto da alcuni impossibile da mettere in atto.
    Chiedo scusa per questo sfogo e spero che qualcuno, magari anche qualcuno di Urbanfile, mi risponda.

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    • Visto che UF è ormai un punto di riferimento conosciuto potrebbe chiedere un incontro all’assessore competente. Io ci verrei di corsa, ho già una lista lunga così di idee di semplice e poco costosa applicazione (molte delle quali le ho lette anche nei commenti qua sopra, tipo la vernice granulare per i pali)

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      • Infatti! Se fattibile sarebbe un’ottima idea! Secondo me dovremmo scendere in campo, iniziare a farci sentire! Solo così prima o poi le cose cambieranno!

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  9. Siete voi (o i vostri genitori e nonni) che in questi ultimi 30 anni avete votato per le destre neoliberiste e anticomuniste leghiste e berlusconiane, e ora per la nuova destra PD di Sala. Per il comune e per il provinciale, il regionale e il nazionale. Siete voi che avete appoggiato politiche neoliberiste di dismissione pubblica, mancanza di sforzi su tutto ciò che riguarda il pubblico, privatizzazioni, amore per il liberismo sfrenato. E cosa pensavate che sarebbe successo? Che magicamente lo spazio pubblico sarebbe diventato più bello? All’estero lo stato c’è, il comune ha soldi e appoggi, la cultura del pubblico -del tutti insieme- è sviluppata, c’è la cura per il collettivo. E questo anche in quei paesi -Stati Uniti- che pensate essere culla del “io io io”. Siamo il paese delle case perfette e marciapiedi scassati.

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    • Se fosse come dici tu nei Paesi socialisti o sovietici le città sarebbero perfette e ordinate, invece tutt’altro, mentre per esempio la Gran Bretagna che è presa come esempio positivo è la culla del liberismo e del capitalismo.

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