In questi giorni alla Darsena sono comparsi i primi due dei quattro chioschi previsti e approvati in aprile, che andranno ad incrementare il servizio commerciale del “porto” rinato nel 2015 della Darsena.
Lo stile dei chioschi è quello previsto dalla Sovrintendenza: colore verde scuro nel nuovo formato voluto nel 2010 dalla giunta Moratti, e che pian piano dovrebbe sostituire tutte le edicole, un ibrido moderno dal sapore retrò, come le vecchie edicole dei primi decenni del ‘900.
I nuovi chioschi ospiteranno due bar, un negozio di souvenir e un fioraio.
Ma come era immaginabile, all’arrivo dei nuovi punti commerciali (bar soprattutto) c’è chi protesta, e sembra siano in molti, come gli abitanti della zona dei Navigli che lamentano: “Siamo assolutamente contrari a qualsiasi installazione permanente, che rappresenta una svendita di questo luogo che dovrebbe essere destinato invece a una valorizzazione turistica incentrata su storia e cultura, non su una movida basata sull’alcol come ora” e “Ci domandiamo se a Palazzo e alla Sovrintendenza delle Belle Arti ci sia ancora qualcuno che ami questa zona (sotto vincolo!!) e ne voglia preservare il valore storico. Perché è sempre più indecente”, commentano amari quelli di “Svendesi Darsena”.
Ricordiamo che i chioschi servono anche per coprire in parte, i costi esorbitanti per mantenere pulita tutta l’area della Darsena, che solo per la raccolta dei rifiuti costa all’AMSA circa un milione di euro l’anno.
Sarà che sono giovane quindi non mi spiace la movida, ma è possibile che qualsiasi cosa si faccia in zona navigli venga contestata dagli abitanti della zona??? Anche la pedonalizzazione dell’alzaia sul naviglio grande! Volete vivere nella zona chic? Bene, godetevene le consequenze!
Sicuramente dei nuovi chioschi si poteva anche fare a meno, a me la Darsena com’era all’inizio piaceva e non è che l’offerta di cibi e bevande in zona fosse scarsa.
Comunque le cose si stanno muovendo e da Barcellona in giù sta partendo una nuova consapevolezza su come movida e vita delle città possono convivere meglio. Un giorno il dibattito arriverà anche nella nostra sonnolenta e provinciale città e allora potremo forse parlare in modo sereno su come in questi anni stiamo desertificando un intera zona storica che ormai ha solo bar e ristoranti. Per ora, applausi al Comune che almeno coi soldi dei chioschi ci fa le pulizie…
I residenti possono fare una colletta e pagare loro 1 milione di euro all’anno.
Col ritmo di oggi, fra un paio di anni in zona ci saranno solo Airb&B e studenti figli di papa’ ad abitarci e il problema non si porra’ piu’…
Bene la chioschizzazione della zona, questo inverno può venire fuori un bel mercatino di natale. Procedere anche con una maggiore tavolinizzazione d’estate. Creare anche parcheggi sotterranei in zona in modo da guadagnare la sera con la movida. Per quanto riguarda la zona vanno realizzate molte piccole torri residenziali all’interno rispetto alla strada, nei cortili delle case attuali, nascosti rispetto alla strada e con tutte le insonorizzazioni del caso, come in “Porta Vercellina – L’architettura banale: Via De Alessandri 11”. Questo consentirebbe di riportare un pò di famiglie in zona, le vecchie case invece si specializzerebbero in attività commerciali e legate alla movida. Teniamo sempre presente la “direttiva Draghi”, ossia più appartamenti, più famiglie, più figli anche sui navigli.