Forse non tutti sanno che in molti luoghi di Milano, dove oggi ci sono strade, piazze, case e negozi un tempo vi erano cimiteri. Piazza Archinto e via Jacopo dal Verme si trovano, ad esempio, esattamente dove un tempo vi era un cimitero, il vecchio cimitero della Mojazza, sostituito a sua volta da uno più grande sul lato opposto di via Borsieri, dove oggi ci sono via Perasto e piazzale Lagosta.
In principio i luoghi di sepoltura erano attorno alle chiese importanti come Sant’Eustorgio, San Babila, Sant’Ambrogio e altre.
Ancora nel 1500 a Milano vi erano tantissimi camposanti un po’ più grandi, come vicino a Santo Stefano e all’Ospedale Maggiore, uno di fronte la basilica di San Lorenzo, detto della Cortina, uno in San Pietro in Campo Lodigiano, uno di fronte alla chiesa di Santa Eufemia, un altro presso San Carpofaro, o a Santa Maria della Scala e persino dietro il Duomo, tant’è che si chiamava Piazza del Camposanto.
Fuori Porta Garibaldi (all’epoca chiamata Porta Comasina) fu aperto nel 1685 – a cura della Congregazione della veneranda fabbrica della Santa Croce – un cimitero chiamato San Giuseppe alla Mojazza, dal nome di una cascina della zona che a sua volta prendeva il nome dalle marcite che si formavano facilmente nella zona (non lontano vi era il laghetto con fonte della chiesa di Santa Maria alla Fontana). Questo acquitrino andava a formare quello che in dialetto veniva definito un “terren moisc”, da qui Mojazza.
Al centro del piccolo camposanto vi era un oratorio costruito già a metà del XVII Secolo, attribuito addirittura alla mano di Francesco Maria Richini (o Ricchino) assieme al figlio: una bella costruzione barocca formata da un’aula a pianta quadrata con quattro fronti identici coronati da un timpano e sormontata da una piccola cupola.
Purtroppo, dopo la sconsacrazione, l’edificio dell’oratorio venne utilizzato per i più disparati scopi, soprattutto come magazzino. Furono aggiunte pareti, solette e parti esterne tanto da renderlo quasi irriconoscibile. Venne demolito completamente forse negli anni Trenta o Quaranta. Oggi al suo posto si trovano gli edifici tra via Jacopo dal Verme e via Angelo della Pergola, all’altezza di piazza Archinto. E’ un peccato che sia andato perduto.
Un po’ per la particolarità del terreno, troppo umido, e un po’ per esigenze di spazio, il vecchio cimitero della Mojazza venne chiuso nel 1786 per venire sostituito da un nuovo camposanto poco distante, al di là della via Borsieri dove il Comune acquistò un terreno dai padri minimi di San Francesco da Paola (della vicina chiesa di Santa Maria alla Fontana). Nacque così il 17 febbraio 1786 il nuovo cimitero di Porta Comasina (poi Garibaldi) che andava a soppiantare il precedente su un’area compresa fra gli attuali piazzale Segrino e piazzale Lagosta.
Sull’area sconsacrata del vecchio cimitero andarono a sorgere ben presto diverse abitazioni private; all’interno della vecchia chiesetta della Congregazione si insediò invece l’Osteria del Buongiorno.
Nel 1793 venne realizzata all’interno del nuovo cimitero una cappelletta con un altare sul quale troneggiava una pala raffigurate le anime del purgatorio liberate dalle loro pene. Il campo cimiteriale, non troppo vasto, era caratterizzato da due viali che si incrociavano nel centro dove si alzava una colonna votiva. I morti venivano di volta in volta sotterrati senza una precisa regola. Le persone di censo più elevato avevano il privilegio di poter essere sepolte lungo il muro di cinta, che andò man mano coprendosi di numerose lapidi che ricordavano patrioti, scienziati, legislatori, letterati e artisti.
Tra i nomi importanti che hanno riposato in questo cimitero troviamo Cesare Beccaria, Melchiorre Gioia, Giuseppe Parini, Francesco Melzi d’Eril e molti altri. Un ultimo ampliamento del cimitero fu eseguito nel 1817, con l’aggiunta di una zona incolta sul lato orientale, che andò ad aumentarne la capienza. Venne soppresso definitivamente il 22 ottobre 1895.
Il cimitero della Mojazza fu soppresso nel 1895, quando vennero costruiti il Monumentale e il Maggiore. La collocazione esatta delle spoglie di Parini, come quelle degli altri milanesi illustri, a quel tempo era già stata probabilmente dimenticata. Per molti il corpo del Parini giace ancora sotto piazzale Lagosta, mentre la sua lapide è ancora presente sul muro del secondo cortile di un grande caseggiato, costruito nel 1925 in Largo Lagosta 1.
Di seguito ecco cosa è stato costruito al posto del grazioso Oratorio di San Giuseppe alla Mojazza.
Articolo molto interessante.
Gran bel lavoro, grazie.