Siamo tornati a vedere a che punto sono le villette in costruzione in via Lampugnano al Gallaratese al posto della vecchia e decrepita cascina Maura. Le costruzioni ci piacciono, unica pecca, ora che sono a buon punto, è che ci sembrano così fuori contesto, collocate ai piedi degli enormi edifici realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta e che schiacciano le casette, soprattutto sul lato pari, quelle più a ridosso dei condomini.
Essere fuori da un contesto di grossi condomini anni ’60, non è proprio una pecca…
Al di la dei dettaglii, anche a me piacciono, lo considero un esempio di edilizia da valorizzare, più umana e vivibile rispetto alla solita colata di cemento… vedi Cascina Merlata.
La villetta a schiera e’ una terribile divoratrice di suolo oltre a desertificare le zone (vedasi grandi sobborghi usa o anche inglesi). Va bene in determinati contesti come questo (forse)
Sarà… ma le colate di condomini a Milano hanno distrutto la qualità della vita della città. Ora a fatica si cerca di mettere ordine.
E’ evidente che non puoi fare villette ovunque, ma tra le villete e i mega blocchi in serie da 10\20 piani ci sono diverse strade… a meno che l’unico obiettivo è il profitto del palazzinaro, che poi magari vive in una la villa fuori città.
I condomini di Milano venuti su per necessità e per profitto negli anni del grande boom demografico e dell’immigrazione interna degli anni 50-60 non rendono bella Milano (e quasi nessuna altra città europea)
Ma ai giorni d’oggi il “profitto del palazzinaro” non c’entra niente con la decisione di fare torri, caseggiati, palazzine o villette a schiera: dati i mq del terreno edificabile, la cubatura che ci puoi fare è stabilita per legge (e spesso anche la tipologia). E quindi se vai in altezza o tappezzi fino all’ultimo centimetro disponibile di villette col cane lupo (hinterland style) non cambia poi molto per il profitto del “palazzinaro” (anzi a Milano con le villette fai forse più soldi perchè ce ne son di meno e quindi la domanda è maggiore).
Il punto vero è fare buona architettura. Poi la densificazione ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi rispetto al modello anglosassone dell’espansione a macchia d’olio con piccole casette, questo è vero.
Delle villette con poche finestre, e per di più piccole, non le avevo mai viste prima. Più che villette, dei cubetti di mattoni. Fanno il paio con le finestre feritoia nei grattacieli in voga in questi anni. Ma cos’è, avversione per la luce e l’aria?
Probabilmente dipende da come sono messi i locali all’interno, che oggi vengono disposti il più possibile “a incastro” per ottimizzare l’uso dello spazio.
Comunque nelle foto 7 e 15 si vedono anche delle finestre grandi.
Può darsi che abbiano tenuto in conto anche il fattore sicurezza. In un contesto un po’ defilato come questo (uso un eufemismo), balconi e porte-finestra sarebbero un invito a nozze per i topi d’appartamento.
Si va be’, adesso si progetta senza balconi e portefinestra per paura dei ladri…
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ma non si poteva recuperare la cascina invece?
Erano rimasti 4 miseri muri, un rudere irrecuperabile purtroppo.
Inoltre queste case sorgono anche sui resti di ciò che resta del locale Onda Anomala, che era davanti al rudere.
Fortunatamente, 500m più avanti, a Lampugnano (in fondo a via Natta), è in corso un bel lavoro di recupero della cascina Cotica.