Milano | Cimiano/Crescenzago – Rizzoli: un quartiere senza negozi

Gli abitanti della zona che si sviluppa lungo le vie Civitavecchia e Rizzoli (poco più di un chilometro di lunghezza), tra le zone Cimiano e Crescenzago, hanno un problema fondamentale che conosco bene, la carenza di sazi commerciali e negozi. Per trovare un bar, ad esempio, tutti gli abitanti della zona hanno solo una possibilità, recarsi all’altezza di via Narni, dove si trovano gli unici sette negozi del circondario, altrimenti gli tocca attraversare via Palmanova attraverso i sottopassi e raggiungere la più fornita zona a settentrione della grande arteria che porta fuori Milano.

Gli unici negozi presenti in zona, in via Civitavecchia

Ma forse finalmente ci siamo. Dopo anni di richieste da parte dei cittadini del quartiere Crescenzago-Rizzoli e di duro lavoro da parte del CdZ 3 prima e del Municipio 3 ora, pare si sia giunti ad una soluzione. Le mancanze della zona non sono solo fisiche, in quanto incuneato tra via Palmanova, il Parco Lambro e gli svincoli autostradali a nord, ma anche di mancanza di servizi del territorio. Nel quartiere mancano negozi di prossimità, ambulatori medici, scuole.

Qui si trovano le residenze dei dipendenti Rizzoli.

Le residenze delle casette per gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale sorte lungo la via Canneto,

e le residenze sociali di Via Civitavecchia, progettate nel 2006 dal gruppo  Consalez Rossi architetti associati

 

Lunedì 18 dicembre 2017, nella sala della parrocchia di San Gerolamo Emiliani sono stati presentati, su iniziativa del Municipio 3, tre progetti che cambieranno il volto del quartiere e indirizzeranno i tre temi problematici che più stanno a cuore ai cittadini della zona: la mancanza di negozi di prossimità per alimentari e consumi primari, la mancanza di servizi medici e sanitari e il degrado del territorio intorno al fiume Lambro. (fonte Municipio 3)

La Presidente del Municipio 3 Caterina Antola e l’assessore all’urbanistica Antonella Bruzzese, introducendo l’incontro, hanno sottolineato come appunto si stiano concretizzando alcuni dei progetti che riguardano questo territorio:  la ristrutturazione della ultima parte dell’edificio ex Rizzoli-RCS ancora abbandonata (messa in sicurezza solo recentemente), gli edifici di edilizia convenzionata di Rizzoli 47 e il progetto ReLambro di riqualificazione dell’area verde intorno al fiume Lambro nel tratto tra l’edificio Rizzoli e la Cascina Gobba. L’amministrazione municipale, che ha insistito perché il quartiere Rizzoli fosse inserito nel piano periferie del Comune di Milano. è stata già presente nel quartiere con la riqualificazione del sottopasso di Crescenzago, con una bella collaborazione con l’assessorato alla mobilità, e si sta impegnando per usare le monetizzazioni provenienti dalla ristrutturazione dell’edifico ex RCS per realizzare protezioni intorno alle case di Via Civitavecchia al piano terra, che vivono problemi di sicurezza.

Francesca Bellandi per Prelios-Integra, società di consulenza immobiliare del Gruppo Prelios, che si occupa della gestione di patrimoni immobiliari e che ha acquistato da RCS la maggioranza della quota proprietaria dell’edificio abbandonato, ha illustrato la situazione della parte non ancora ristrutturata dell’edifico RCS-Rizzoli. L’area, di circa 77.000 mq, è interessata fin dal 2004 da un piano di lottizzazione che prevede tre fasi. La prima fase è stata attuata da tempo e sono stati costruiti gli edifici attualmente sede di RCS, tra cui quello “simbolo”,  la torre di 12 piani progettata da Stefano Boeri. La fase due ha visto la realizzazione degli edifici più centrali, mentre la fase tre non è stata attuata e interessa quegli immobili che sono rimasti inutilizzati, abbandonati e più volte occupati creando insicurezza in particolare nelle case prospicenti di Via Cazzaniga.

Il previsto parco dietro gli uffici Rizzoli già completati non è ancora stato realizzato per problemi di bonifica e verrà realizzato nell’ambito del progetto che coinvolgerà il Lambro.  Mentre la terza fase è ferma per problemi legati ai vincoli imposti dal piano (ricordiamo che all’interno vi è ancora una stupenda scalinata progettata da Piero Portaluppi). Innanzitutto è prevista la possibilità di demolire fino a un massimo del 40% della SLP (superficie lorda di pavimento) esistente. Se si aggiunge il vincolo di ricostruire mantenendo la sagoma originaria, non c’è corrispondenza con le esigenze degli operatori interessati a quest’area, tra cui Siemens.

Lo scalone progettato dal grande Piero Portaluppi nel 1955-57

 

Il Comune e il privato che hanno compreso le esigenze non solo del costruttore ma anche della comunità  hanno lavorato alla variante che verrà approvata a breve e la cui adozione è prevista a febbraio. Essa prevederà una modifica delle attività ospitate, prima previste solo di tipo produttivo o compatibile mentre adesso si ragiona anche su strutture di commercio  e vendita di cui la zona sappiamo essere carente. Inoltre la variante elimina il vincolo di demolizione del massimo del 40%, quindi sarà possibile demolire tutti gli edifici esistenti e ricostruirli anche fuori sagoma, potendo giocare molto su volumi e costruire così anche con operatori differenti. Si dovrà mantenere il vincolo di allineamento lungo via Rizzoli, mentre è stato eliminato il vincolo di allineamento lungo via Cazzaniga, proprio perché l’idea è quella di creare sul retro una piazza pedonale privata ma di uso pubblico che possa diventare un elemento attrattore per insediare attività commerciali a piano terra.  Gli  edifici dovranno avere gli accessi principali da questa piazza perché questa piazza dovrà essere vissuta.
Sottoscritta la convenzione ci saranno tre anni per completare le opere pubbliche e cinque anni per completare le opere private.

Mentre per la questione del fiume Lambro, vi rimandiamo ad un altro articolo che seguirà a breve.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

3 commenti su “Milano | Cimiano/Crescenzago – Rizzoli: un quartiere senza negozi”

  1. Sembra di leggere la trascrizione del testo di un Documentario dell’Istituto Luce degli anni 30 🙂 ma l’iniziativa è molto utile!

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