Milano | Cinque Vie – Le gallerie di Milano: Galleria Torino e Unione

Prosegue il nostro viaggio nelle gallerie di Milano. Viaggio che denota come, ad eccezione di alcune di esse, la maggior parte versa nella desolazione e nel degrado quasi totale.

In via Torino, quasi invisibile, c’è un passaggio che unisce la via commerciale con la via Mazzini attraverso una serie di gallerie.

Il passaggio, a dire il vero è formato da due gallerie (una terza è la Galleria Mazzini che tratteremo più avanti), la prima si chiama Galleria Tonino e prosegue nella Galleria Unione. Entrambe vennero realizzate dopo le ricostruzioni post belliche della Seconda Guerra Mondiale all’interno dei nuovi palazzi. La prima, la Galleria Torino, non aveva velleità estetiche, fondamentalmente è un brutto passaggio ricavato dal piano commerciale dell’immobile per unire via Torino con via degli Arcimboldi, e qui, proprio di fronte allo sbocco nella via, ci troviamo di fronte all’ingresso della Galleria Unione, decisamente più “galleria” della prima.

La Galleria Torino, come dicevamo, è stata ricavata successivamente all’interno del palazzo di via Torino e di via Arcimboldi, e si vede, non ha un percorso lineare e le altezze sono quelle di un semplice negozio, per giunta ad un certo punto ci si trova davanti ad una colonna. Venne sistemata negli anni Novanta del Novecento, marmi colorati come andavano di moda all’epoca, controsoffitti e nuove vetrine. Da qualche anno la Galleria Torino è in abbandono, resistono all’interno un calzolaio e un negozio di Piercing e tatuaggi, gli altri negoziati sono tutti chiusi, una desolazione.

E’ notizia recente l’annuncio di un imminente riqualificazione della galleria con una probabile buon’uscita per il calzolaio. L’intenzione è quella di poter aprire al suo interno grandi marche (?).

La Galleria Unione venne realizzata anch’essa nel periodo della ricostruzione post bellica. In questo caso però, il palazzo venne realizzato già con una galleria al suo interno.

Il palazzo venne progettato secondo il Piano Regolatore (1953) dell’epoca che prevedeva la realizzazione di una grande arteria che tagliando il centro come un by-pass permettesse l’accesso alle automobili nel cuore della città e a due passi dal duomo. Via che come abbiamo più volte narrato, per fortuna naufragò lasciando purtroppo una serie di vittime per decenni, risanate in parte solo negli ultimi anni (Palazzo Gorani e Palazzo di via Torino-Palla).

Infatti il palazzo della Galleria Unione ha una facciata principale sul cortile che la separa dall’ex  Monastero dei Barnabiti di piazza Sant’Alessandro, mentre le altre facciate sono meno imponenti e più arretrate.

Al contrario dell’altra galleria, la Galleria Unione è un po’ più animata e tenuta meglio, anche se ugualmente in abbandono. Ha due ingressi principali (Arcimboldi e Unione) e un terzo chiuso ormai da anni. Entrando da via Arcimboldi troviamo un corridoio pieno di vetrine ma anche qui alcune inesorabilmente serrate. A metà troviamo un incrocio dove la galleria si divide in tre rami, lato Arcimboldi, lato Unione e lato “cortile”. In teoria il terzo lato, quello ora chiuso, doveva essere il principale e si sarebbe affacciato sulla grande arteria che avrebbe unito piazza Missori con via Torino, ma non essendo mai stata realizzata, rimase come passaggio aperto per molti anni, chiuso solo da poco più di un decennio, dopo l’ultima ristrutturazione. All’interno troviamo due bar, una libreria e un antiquario, per il resto, come dicevamo solo serrande chiuse. La Galleria attraversando via Unione, si collega con la Galleria Mazzini, altra galleria che tratteremo in un apposito articolo.

E’ incredibile come, pur trovandosi collegate a Via Torino, le due gallerie continue, non funzionino. Forse è la ricerca da parte dei proprietari di grandi marchi che però non hanno intenzione di aprire punti vendita al loro interno a lasciarle vuote? Forse se gli affitti fossero più contenuti, magari si riempirebbero di negozietti originali, di artigiani, che diverrebbero un punto di attrazione differente.

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4 commenti su “Milano | Cinque Vie – Le gallerie di Milano: Galleria Torino e Unione”

  1. Il vostro servizio dimostra ancora una volta quanto ci sia ancora da fare per il centro storico di Milano, specialmente in una città che ha intrapreso la strada della vocazione turistica. Il quartiere delle 5 vie e’ un esempio di potenziale totalmente inespresso da anni. Spesso le persone, non solo i turisti ma anche i milanesi, quasi non sanno della sua esistenza e quindi non vi transitano. Se si pensasse ad un vero piano di rilancio, pedonalizzando alcune delle sue zone ed attirando attività commerciali di marca o particolari la zona diventerebbe una delle più belle e vive della città ,tutti potrebbero godere della sua unicità e rappresenterebbe un ulteriore punto a favore per la vocazione turistica della città ricordando che in quest’area pochi metri una dall’altra si trovano la chiesa di San Maurizio, la basilica di Sant Ambrogio e Santa Maria delle Grazie

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  2. Ma come si vede dalla cartina non é he le gallerie sono luoghi di per sé. E soltanto per se stesse.
    Conta cosa cè prima e dopo l’ingresso e l’uscita.
    Da una parte cè via Torino ok, molto vivace.

    Ma dallaltra parte cè piazza missori e via Mazzini, veri e propri buchi neri, anneriti, e desolati…

    Solo quando diventerà attivo e vivace questo secondo “polo” del collegamento nel cavo passerà la “corrente”.
    Sennò non cè elettricità nel circuito…

    A via Mazzini qualcosa dpsi muove in tal senso?

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    • Secondo me invece la galleria aveva senso se li di fronte ci fosse stata una via di passaggio e di transito, come previsto quando fu costruita.
      Posto che il progetto è stato accantonato e di fianco ci son solo appartamenti per ricchi e quella specie di rudere del pensionato di fianco a Sant’Alessandro, non credo la galleria abbia alcun futuro.

      In ogni caso, anche la Galleria Passarella o peggio ancora quella che collega Corso Vittorio Emanuele con Corso Matteotti (di cui manco ricordo il nome) sono dei non luoghi abbastanza evitati da tutti come la peste, anche se collegano luoghi frequentati.

      Detto questo, sistemare via Mazzini è doveroso.

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  3. Definire “rudere di pensionato” i chiostri barocchi del monastero dei Barnabiti e delle ex scuole Arcimbolde, ora sede della Statale, mi sembra un grande offesa. Il problema è il palazzo della galleria Unione, un ecomostro ante litteram, costruito sulla sagoma del vecchio isolato (salvabile) che getta ombra sulle strette vie che lo delimitano, rendendole buie e fredde. Non si può demolire, ma ha senso ragionare su via Mazzini e piazza Missori per renderle poli altrettanto attraenti come viaTorino.

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