l progetto GreenLivingLabSanSiro contribuisce a rivitalizzare il complesso di edilizia popolare Aler in zona San Siro

Domenica mattina il sindaco Giuseppe Sala e gli assessori Marco Granelli (Mobilità e Ambiente), Lorenzo Lipparini (Partecipazione), Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Casa e Lavori Pubblici) hanno preso parte all’inaugurazione della nuova veste di via Abbiati, nel cuore del quartiere di edilizia popolare San Siro.
Un’intera giornata di attività, laboratori e attività ludiche per festeggiare l’intervento di riqualificazione urbana, denominato GreenLivingLab San Siro, frutto di un patto di collaborazione per la cura condivisa dei beni comuni siglato tra il Comune di Milano, il gruppo di Ricerca-Azione Mapping San Siro del Politecnico di Milano, il Municipio 7 e le associazioni Temporiuso.net, Alfabeti Onlus, Genera e Imby, con la collaborazione di Retake Milano.
Via Abbiati – 300 metri di marciapiede per una superficie totale di 1.300 metri quadri – si presenta al quartiere con una grafica colorata con disegni a zebra e giochi per asfalto a disposizione dei bambini sul lato sinistro, selezionati con la partecipazione dei residenti e realizzati con vernici stradali non indelebili; tre piccole oasi, delle vasche per il giardinaggio condiviso accanto agli spazi delle associazioni Alfabeti Onlus, Spazio Trentametriquadri/Mapping San Siro e a uno dei luoghi d’incontro della Custodia sociale del Comune di Milano; lungo la strada sono state installate nuove rastrelliere per biciclette, dissuasori e parapedonali come protezione delle aree riqualificate e contro la sosta irregolare che invadeva il marciapiede. Il tutto è incorniciato da una grande scritta decorativa in metallo che compone la frase “ABBI CURA”. La rivitalizzazione dell’area prevede anche un programma di attività da parte delle associazioni che si prenderanno cura dello spazio.
“Oggi festeggiamo la restituzione di via Abbiati ai suoi residenti – ha commentato l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data Lorenzo Lipparini – possibile grazie agli strumenti innovativi dell’urbanismo tattico e dei patti di collaborazione per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Questo intervento, insieme a molti altri che stanno maturando in città, fa parte di una sperimentazione che da un anno consente la collaborazione concreta tra Comune di Milano e cittadini attivi sul territorio. Attraverso l’intenso lavoro congiunto di tantissime realtà finalmente quest’area della città potrà tornare a vivere e animarsi portando un miglioramento della qualità della vita e della fruizione dello spazio pubblico a beneficio dei cittadini del quartiere”.
Qualcuno può spiegare a questa giunta che riqualificare le periferie non significa imbrattare con quattro pennellate muri e marciapiedi?
grazie
Mo’ glielo spiega Pierre e Wf, tranquillo mauro???
In via Abbiati hanno messo oltre cento dissuasori di sosta e diversi stalli x le bici… solo questo spiega perchè l’intetvento è ottimo.
E che dire della grande scritta in metallo ABBI CURA? Fantastica. Geniale esempio di riqualificazione urbana.
Forse qualche invito al senso civico visto che in questo paese scarseggia spesso?
Ah, giusto, non ci avevo pensato.
Questo sono gli interventi che mi piacciono. Ne vorrei vedere di più! Colori, creatività, giovani e tanta passione. Le persone si devono prendere cura dello spazio pubblico e non è questione di soldi.
Se questo è quello che passa il convento….ce lo teniamo.
Però è giusto e sano sperare anche in qualcosa di più concreto e meno effimero.
Mi sembrano le proverbiali brioches di Maria Antonietta prima della ghigliottina!
Ottimo.
Pensando che poi tutto il temporaneo diventa permanente.
E bisogna strutturare e far crescere una opinione pubblca riguardo i supporto a questi ridisegni della carreggiata, modifiche strutturali, interventi anti sosta selvaggia, etc.
Mi era piacuto molto l’intervento che avevano fatto in piazza Dergano. In una città spesso grigia e inquinata il colore ha un effetto molto positivo sulle persone e i quartieri. Poi l’inclusione dei giovani è cruciale. Se hanno la possibilità di incidere sulla loro città la trattano in modo diverso. Speriamo bene!
D’accordo il colore ma servono interventi strutturali, riqualificazione dei marciapiedi e delle aiuole, studio attento dei percorsi in particolarmodo per l’accessibilità di disabili motori e visivo -uditivi, arredo urbano di qualità, realizzazione di filari alberati con cordolature doppie in pietra a tutela delle radici, illuminazioni funzionali al tipo di uso che si deve fare degli spazi, regolamentazione della sosta, cestini per la raccolta differenziata, pulizia e manutenzione costante degli spazi, decoro di facciate e negozi, uniformazione e ridefinizione della segnaletica con drastica riduzione di quella su palo verticale ecc
Concordo pienamente su questo. A Milano negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi avanti non piccoli, ma rimane ancora tanto da fare. A volte però soffriamo il fatto che non abbiamo a disposizione il budget di Vienna, Londra o Copenhagen. E che non facciamo parte di uno stato virtuoso, con problemi continui di liquidità e debito. Come prima cosa il nuovo governo aveva tagliato il fondo periferie… per dire.
TRAFFICO
Milano, sosta selvaggia, tremila foto in due anni: la sfida dell’imprenditore
al «bullismo stradale»Roberto Fortunato, imprenditore di 51 anni, si batte contro il malcostume al quale molti residenti ormai si sono abituati. «Il Comune intervenga»
Nei suoi «diari» registra ogni infrazione. «I furgoni delle consegne, forse perché si notano di più, sono sicuramente quelli che posteggiano peggio». Oppure: «In via Vittor Pisani i parcheggi delle moto sono occupati dalle auto — annota l’imprenditore — e gli scooter vengono allora lasciati sotto i portici». «Perché non si mettono i dissuasori della sosta come in tutte le città europee?», chiede Roberto. «Non sono casi isolati. È un fenomeno che una città come Milano non può più tollerare — conclude —. Servirebbe una forte campagna di comunicazione, per tramettete comportamenti di legalità e rispetto».
https://milano.corriere.it/19_marzo_25/milano-sosta-selvaggia-tremila-foto-due-anni-sfida-dell-imprenditore-72c8bdf2-4ecb-11e9-ad2b-d4651f1d6fda.shtml
L’avevo letto anch’io. La sosta selvaggia va veramente combattuta. Con rimozione forzata delle auto sul marciapiede, sulle strisce pedonali, in seconda fila. A parte che la sosta selvaggia è bruttissima da vedere ed è un assalto arrogante e prepotente al decoro della città – è anche pericolosa per pedoni, ciclisti, bambini e anziani.
?
La sosta selvaggia è arrogante. Aggettivo perfetto. Aggiungo che è anche da cattivi, egoisti e ladri, perché si ruba lo spazio che è di tutti per occuparlo con una proprietà individuale. E i ladri (di suolo pubblico in questo caso) meriterebbero di essere trattati come tali e disprezzati come tali.
Un altro termine è bullismo automobilistico.
Nei confronti di tutti gli altri soggetti deboli pedoni, ciclisti, disabili, carrozzine, bici, etc.
Bullismo automobilistico rende bene anche latteggiamento di chi parcheggiamsu marciapiede o aiuola o pedonale.
Nonché l’atteggiamento medio del partito dell’automobile.
il “ciclista” soggetto debole si poteva dire 8 anni fa. Adesso (purtroppo) i ciclisti sono peggio dei piccioni, e purtroppo non se ne rendono nemmeno conto.
Ciclista e automobilitsa e scuterista sono la stessa figura… italiani abituati a far come è più comodo perchè tanto le regole possono essere derogte, e se multato puoi fare ricorso e comunque c’è troppo traffico, poche piste ciclabili, pochi parcheggi ed io non ho tempo per rispettare tutti.
Non sono categorie diverse, è il contesto che permette di fare ciò che si vuole.
Un commento per i detrattori di iniziative simili. L’intervento è costato poche migliaia di euro. Con poche migliaia di euro si rifanno, in pietra e sistemando i sottoservizi, una manciata di metri quadri. Riqualificare in modo permanente ha costi altissimi, qua si è fatto qualcosa di bello sfruttando al massimo le risorse a disposizione e facendo passare un messaggio: la città può essere altro che un immenso parcheggio di auto. Secondo me è un messaggio dirompente e molto positivo. Va fatto in ogni quartiere.
I fondi ci sono, basta dirottarli dal centro alle periferie dove vive la gente:
non deve passare il messaggio che ai meno abbienti non occorrano bellezza e qualità dell’ambiente.
C’è il bicchiere mezzo pieno (il commento sopra) e il bicchiere mezzo vuoto: “nozze coi fichi secchi”.
E’ come quando ristrutturi un appartamento, puoi fare le cose sul serio o fare qualcosa che lascia a bocca aperta gli incompetenti e dura il tempo che dura (nel frattempo hai venduto ed incassato i soldi)
I fondi ci sono, basta dirottarli dal centro alle periferie dove vive la gente:
non deve passare il messaggio che ai meno abbienti non occorrano bellezza e qualità dell’ambiente.