Milano | Loreto – Una questione di colore

In via Rodolfo Farneti, una traversa di Piazzale Bacone e viale Abruzzi, a Loreto, si è sollevato un gran polverone per una questione di colore. Il colore è l’antracite, grigio molto scuro, che dovrebbe tinteggiare la facciata della graziosa casa ristrutturata al civico 8.

Onestamente non demonizzerei questo colore, molto elegante anche se poco consueto a Milano. Un esempio lo si può facilmente vedere in un hotel recentemente riqualificato, in via Vitruvio.

L’edificio in questione è un grazioso esempio eclettico del primo Novecento, con piccoli particolari liberty. composto da due piani in linea di facciata e due arretrati a terrazzo.

Il Municipio 3, dove si trova l’immobile, ha sottoposto un quesito agli abitanti della zona per raccogliere impressioni.

Il progetto venne approvato nei mesi scorsi e prevedeva inizialmente una classica facciata giallo ocra. Ora e’ arrivata una richiesta di modifica per passare al nero antracite. La variante sarà esaminata nelle prossime settimane.

Nel frattempo pare sia partita una raccolta firme contro la scelta di colore per la nuova facciata, giudicato un po’ troppo d’impatto e abbastanza decontestualizzato.

Il contesto della via, come per il resto della zona, è stato realizzato più o meno a partire dal 1900 in poi. Molte case sono in stile identico all’edificio in questione.

Entrando da viale Abruzzi non possiamo non notare lo splendido esempio liberty del palazzo d’angolo con ingresso su viale Abruzzi 35 tra le vie Stradella e Farneti, dove si trova l’altro ingresso al numero 14.

Di fronte altri esempi eclettici ed eleganti.

Il numero 11 della via è stato anch’esso sottoposto ad una ristrutturazione che prevede un sopralzo ancora nascosto da impalcature.

Confinate col civico 8 in ristrutturazione di via Rodolfo Farneti, al numero 6 si trova un altro esempio di palazzo eclettico. Forse il più interessante architettonicamente. Con ogni probabilità venne realizzato nei primi anni Venti, purtroppo non siamo riusciti a trovare alcuna informazione.

La facciata è caratterizzata da due bovindo unite e eleganti decorazioni dèco. La parte più bella è senza alcun dubbio però l’ingresso.

Le decorazioni del cancello ricordano molto lo stile del Portaluppi. Due identiche figure formano le due ante del cancello. Per ognuna troviamo la decorazione di una casetta stilizzata, sormontata da due lettere, R T, che compaiono dietro la struttura architettonica e un sole raggiante, collocata al centro di una serie di righe e quadrati che fungono da fulcro al disegno del portone.

Nell’androne si possono osservare due graziosi putti ad altorilievo, ancora in stile liberty, che accolgono i visitatori. Un bel lampadario ad ombrello (anch’esso ricorda lo stile del Portaluppi) e una stupenda vetrata colorata con disegni geometrici illuminano l’ingresso.

Non mancano gli inserti moderni, costruiti a partire dagli anni Cinquanta. Nulla di particolare. Purtroppo la via è devastata, come si vede, dalle devastanti tag dagli imbrattamuri.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

16 commenti su “Milano | Loreto – Una questione di colore”

  1. La via? Milano – tutta – è devastata dalle tag degli imbrattamuri.
    Ma, a parte UF, nessuno dice, e fa, nulla. Va bene così?

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    • E pensare che Viale Abruzzi è una delle zone dove sono più attive le associazioni anti graffiti… o chissà, magari è presa di mira proprio per questo…

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  2. Scriveva Stendhal a proposito di Milano:

    “Qui esiste una commissione d’ornato; quattro o cinque cittadini noti per il loro amore per le opere e le belle arti, e due architetti, compongono tale commissione, la quale esercita le proprie funzioni senza compenso. Essa dà il proprio parere. Se il proprietario vuol fare eseguire qualcosa di esageratamente brutto i membri della commissione ridono di lui nelle conversazioni. Presso questo popolo nato per il bello, … ci si occupa un mese di seguito del grado di bellezza della facciata di una casa nuova.”

    Adesso abbiamo le Commisioni Urbanistica, l’approvazione del Comune, la Soprintendenza, la Commissione Paesaggio e quando il costruttore decide di cambiare progetto…salta pure fuori il “referendum” del Municipio (immagino perchè il Municipio essendo abbastanza inutile non ha altro modo di dire il suo parere?)

    Il problema non è il colore, ma il modo assurdo con cui si prendono le decisioni sull’edilizia. Mio personale parere, a me il colore scuro non disturba….mi occuperei piuttosto di far pulire i muri.

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  3. Ma i membri della Commissione Paesaggio di Milano chi sono e soprattutto chi li sceglie?

    Nello specifico di questo edificio mi sembra di cogliere una sostanziale sfiducia di un organo di governo di Milano sulle loro capacità di decidere per il meglio sul colore di un edificio o la sua variante.
    Questo è cosa abbastanza seria visto che un motivo per cui i membri della Commissione Paesaggio stanno li è per decidere al meglio su queste cose, altrimenti facciamo la raccolta firme o il referendum su facebook per qualsiasi cosa….

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  4. Come al solito aspettiamo di vedere quale cammello uscirà dall’ennesimo comitato….:D
    Poi tutti si incazzeranno ma almeno vuoi mettere che la ciofeca proviene dal basso contro i poteri forti?

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  5. La commissione per il paesaggio ha approvato il progetto di recupero del sottotetto in deroga alle norme morfologiche del PGT nel 2017 ma non si vede sul sito dello sportello unico quale colore sia stato approvato, se quello giallo ocra preesistente o quello antracite e bianco del cartello sulla facciata e del sito internet.
    I vicini ritengono questo colore incompatibile con il colore delle case vicine e in generale con le case d’epoca di Milano. A Milano non ci sono case d’epoca con questo colore. Sono d’accordo con loro.
    Ora i proprietari hanno deciso di cambiare il colore e di verniciare la facciata interamente di nero, compreso il piano terreno, i cornicioni delle finestre e le decorazioni floreali e hanno presentato in Comune la richiesta relativa che sarà esaminata dalla commissione del paesaggio.
    Se il grigio antracite era già funereo il nero totale è chiaramente incompatibile con la natura dell’edificio e della via.

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    • “il nero totale è chiaramente incompatibile con la natura dell’edificio e della via.”

      Magari è vero, magari no (Milano non è un sonnolento ed immutabile borgo dell’Italia centrale, grazie al cielo).

      Si parla tanto di populismo, ma poi nella pratica quotidiana tutti a delegittimare la capacità della Commissione Paesaggio di decidere in modo corretto. Poi ovviamente tutti a lamentarsi e a fare i veri democratici quando questo metodo diventa prassi su tutto in Italia..

      Bah… in fondo Umberto Eco su internet aveva proprio ragione.

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  6. I have a dream: la scomparsa del giallo Milano.
    Mi starebbe bene pure un rosa shocking pur di non vedere più questo giallo triste e falsamente storico.

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    • Quello sarebbe un incubo, altro che. Milano è pieno di cromie terribili: dal grigio cemento di tante nuove costruzioni, al marrone scuro dei palazzi anni 60/70, a improponibili beige e verdi militare. Meno male che c’è il giallo Milano. Anzi, ci sono città come Parigi che hanno mantenuto il loro bianco in tutte le costruzioni. Quand’è che anche noi obbligheremo gli architetti a rispettare la tradizione del giallo Milano?

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  7. senza banalizzare il grigio e`molto mitteleuropeo di architetture contemporanee super minimalist….anche se siamo in Lombardia la luce ed i colori piu`caldi richiedono altro….basta fare uno studio delle facciate dell`isolato e del quartiere….basta poco…..non siamo in contesto super contemporaneo….

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  8. E nessuno credo abbia avuto modo di vedere la realizzazione celata dai ponteggi relativa a via Farneti 11, un esempio di come nonostante la Commissione Paesistica, possa essere deturpato un palazzo storico!!!
    Un’articolazione dei volumi senza senso, dettagli di pluviali posizionati ove il costo di realizzazione è il minore….a scapito dell’impatto paesaggistico, comignoli prefabbricati anche questi realizzati al minor costo, mi chiedo proprio come si possa autorizzare un così impattante inserimento nel contesto urbano di una via così ricca di facsino e storia!!!!!!!!!!

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  9. Per quanto riguarda il numero civico 6 di via R. Farneti, le lettere R.T. ricavate sulla cancellata, corrispondono alle iniziali del suo costruttore ed ex proprietario, che la costruì nel 1905. Si tratta del Cav. Riccardo Tornaghi (perito industriale edile) e titolare della ditta di costruzioni civili ed industriali che portava il suo nome. La sua abitazione occupava tutto il secondo piano e contava su una camera da letto padronale e una per il maggiordomo, più 2 bagni. Un salone doppio e una sala da concerto per la moglie che suonava l’arpa alla scala. Più cucina e tinello. Il tutto con elementi decorativi raffinatissimi. Dal mosaico di parquet, ai soffitti decorati e con incastonature di dischi in oro zecchino. Citofoni collegati con la portineria ( siamo nel 1905!) , vano pattumiera che dal tinello scorreva in un deposito nelle cantine, e caloriferi in ghisa con scaldavivande.
    Una casa decisamente moderna ed elegante per l’epoca.

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