Milano | CD Gioia – Gioia 20: la proposta di Atelier(s) Alfonso Femia

In attesa di scoprire quali siano le modifiche richieste dalla Commissione Paesaggio del Comune di Milano per il progetto vincitore per Gioia 20, dello studio Antonio Citterio – Patricia Viel and partners, ecco le immagini di uno dei partecipanti al concorso: la proposta di Atelier(s) Alfonso Femia. Un progetto che ci piace molto e che a questo punto speriamo di vedere utilizzato in qualche altra parte di Milano.

GIOIA 20
superficie totale: 32 000 m2
committente: Coima SGR spa
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia

Toccare il cielo con un dito Gioia 20 si trova in una posizione peculiare all’interno di una nuova identità urbana dove il progetto deve rispondere contemporaneamente a diversi temi, non solo architettonici, e deve farlo proponendosi come architettura che dialoga e allo stesso tempo porta un valore aggiunto al rapporto corale della città, diventandone parte integrante.

Abbiamo scelto di portare in fondo ognuno dei temi fondativi di un progetto: il programma, la funzionalità, la sostenibilità, il rapporto urbano e le sue regole e ovviamente l’architettura.
L’edificio conquista così la sua massima dimensione verticale, caratterizzandosi in maniera differente nei suoi diversi prospetti e conseguentemente nella relazione con il contesto. Estremamente verticale a ovest, volumetricamente racchiuso tra una linea verticale e una diagonale a sud, stratificato a est.
Una superficie che via via diviene linea e si conclude in un punto, rarefacendosi verso il cielo, divenendo con esso un tutt’uno.
La successione di piani si alterna lungo la verticale e la diagonale, in una sequenza di spazi speciali collettivi (sale riunioni, conviviali, punti break, etc), a doppia o tripla altezza sulla verticale, o come scatole di vetro appoggiate sulla linea di pendenza laddove la superficie è trattata a ceramica in continuità con la tradizione e l’eredità di Gio Ponti.
Una volontà di portare la percezione della torre in un limite tra interno ed esterno, in una condizione unica di relazione visiva con la città e il suo paesaggio.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

20 commenti su “Milano | CD Gioia – Gioia 20: la proposta di Atelier(s) Alfonso Femia”

  1. Milano va densificata, anche molto. Per evitare il consumo di suolo e rammendare tra i tanti quartieri della città, che sono quasi delle ferite. Importante è solo di circondare le nuove costruzioni con un sacco di verde, vie alberate e parchi. Perchè a Milano la qualità dell’aria è ancora pessima e durante l’estate ce poco spazio per dare ossigeno e ombra. Per non dire che bissogna assolutamente togliere del catrame che sigilla il terreno.

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    • Ci puoi spiegare cosa intendi per “densificare”? Se intendi costruire e poi auspicare parchi e vie alberate, direi che la cosa faccia a pugni.

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      • Intendeva costruire in altezza, densificare in altezza, spostare gli abitanti dal livello 0, vedi villette fuori Milano, a livelli più elevati, vedi i grattacieli a Milano e nel mondo. Quindi costruire grattacieli, che poi lasciano spazio a alberi e parchi. Quindi doppia densificazione tramite i grattacieli, di abitanti e di alberi e prati.

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  2. Conoscendo il minimalismo spinto di Citterio & Viel, sono abbastanza certo che il loro progetto sarà molto meno ‘iconico’, come si usa dire ora, di questo.

    Aspettiamo e vediamo.

    Peccato, questo era davvero bello. (e ‘iconico’ LOL).

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  3. Questo era un bel progetto.
    Probabilmente troppo costoso però. Non mi stupisce che abbia vinto un progetto più middle of the road.

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  4. ma non capisco, non era meglio attendere e accordare tutte le volumetrie di COIMA li attorno in modo da poter realizzare una torre di 300m veramente iconica e soprattuto in grado di valorizzare adeguatamente tutti i soldi spesi anche per comprare gli immobili del Comune? chiaramente raccordando il tutto con una piastra sopraelevata in grado di svincolare la circolazione pedonale e creare una nuova gae aulenti?

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  5. Uno Shard alla Milanese, veramente bello e originale (senza essere una brutta copia)! Migliora ancora di più lo skyline oltre ad essere bello in se’..tuttavia, conoscendo i miei polli”, temo che non lo faranno mai, o ci sono privati come COIMA ecc o gli Arabi o a Milano non si fa nulla di “cool”, è stata un’eccezione il grattacielo di Pelli (UniCredit), temo non avremo mai altri progetti realizzati (allo stesso livello). Inutile illudersi

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  6. per fortuna che questo progetto non ha vinto…..

    assoluto egocentrismo….si ti giri a guardarlo….molto particolare…
    dopo qualche mese non ti giri piu`….

    venustas, firmitas, utilitas…..qui abbiamo una “bellezza volgare“….si impone nel contesto….non lo valorizza

    i grattacieli devono essere timeles….senza tempo….impattano nel paesaggio urbano in maniera forte….basta con questi rendering di facciate appiccicate tutte diverse…..fatevi un giro per le aree urbanizzate cn grattecieli….questi tutti sbilenchi e strambi non hanno successo…

    andate a guardare tutti questi edifici anche molto ridicoli in citta`come Rotterdam, zuidas ad Amsterdam….diventano un carnevale dell`architettura….

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  7. se non lo utilizzano per gioia 20 lo utilizzino come torre 4 o 5 a citylife
    non sarebbe male “scippare” i grandi progetti non realizzatisi in altre parti del globo
    il tulipano londinese (una versione moderna della velasca stelo lungo globo al vertice) a citylife la piramide parigina al posto del pirellino e parallelepipedo
    su gioia concedendo anche spazio a bam

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  8. caro P. non si può densificare ed avere aree verdi. E’ una contraddizione. C’è un indice di edificabilità che deve mantenere un rapporto giusto tra i metri cubi costruiti e lo spazio destinato a verde e servizi. Altrimenti si torna agli anni 50 dove su vie strette come viottoli del centro hanno costruito palazzi di 20 piani. Con il risultato opprimente che vediamo.

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  9. Dal rendering sembra interessante. Temo però che il progetto di Citterio sarà molto più banale. Nello stile ‘sobrio milanese’ che non sa osare e annoia.
    Penso che a Milano tra committenza e commissioni comunali uno studio come BIG possiamo anche scordarcelo. E già tanto che non fanno fare tutto ai professori del Politecnico fondamentalisti dell’architettura sovietica.

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