In via Paolo Uccello 22 resiste un muro in mattoni che pare posto a difesa di un piccolo castello (inesistente) viste le merlature. Questo muro, oltre ad esser terribilmente degradato e sormontato da cartelli pubblicitari, cela una delle storie più bizzarre di Milano degli ultimi anni.
Nel 2010-11 molti cittadini passando da piazzale Lotto (San Siro), da viale Paolo Onorato Vigliani e da via Paolo Uccello non poterono non notare la strana “demolizione” di una di quelle villette in stile medievale facili da trovare sparse nelle periferie di Milano. La curiosa demolizione stava avvenendo a mano: pezzo dopo pezzo la piccola casa in mattoni munita di torretta merlata veniva demolita e stoccata nel cortile-giardino.
Qualcuno segnalò la cosa, confondendola con la dirimpettaia Villa Triste (cosa che avveniva spesso), la famosa villa Fossati dove si trova l’antica chiesetta di San Siro alla Vepra. Comunque furono in molti a indignarsi per la misteriosa demolizione.
La storia va fatta risalire a dopo la guerra quando il proprietario del terreno posto ad angolo tra le vie e la piazza sopra indicate, recuperando alcuni elementi degni di nota dalle macerie dei bombardamenti della guerra che venivano trasportati nella vicina area dove sarebbe sorto il Monte Stella, incominciò a costruire una sua villetta. Nel frattempo acquistò anche altri elementi da inserire nel suo progetto.
Così nei primi anni Cinquanta risultò un rifacimento di un piccolo castello “Incantato” come molti lo soprannominarono, circondato da un bel giardino ricco di alberi.
Una costruzione in mattoni in cotto, munita di un piano rialzato, un primo piano e una graziosa torretta merlata che sovrastava la villetta di un piano.
Bifore e trifore graziate da colonnine decorate in pietra, stemmi in marmo, mensole in pietra e blocchi in marmo erano stati incastrati nelle murature ricreando una meravigliosa atmosfera d’altri tempi.
Nel giardino sparsi a decoro, altri frammenti architettonici, sempre recuperati dalle macerie della guerra, capitelli, colonne, altorilievi. Frammenti incastonati anche nel muro di cinta.
Perché allora questo bel castelletto è stato demolito?
Come raccontato in un cartello, oggi sparito, affisso sul muro di cinta nel 2010, i proprietari, disperati per il problema della staticità della villetta, trovarono l’unica soluzione nello smontare l’edificio e ricostruirlo successivamente a modo.
Il cartello diceva più o meno:
Cari concittadini
Negli anni Cinquanta, il proprietario e costruttore dell’edificio (sicuramente considerato un ricco e stravagante che comprava cose da buttare) aveva raccolto i mattoni anctichi recuperati presso la vicina discarica oggi Monte Stella. Con i mattoni gli erano stati venduti anche moltissimi reperti di varie epoche storiche recuperati dalla città bombardata, alcuni incastonati nella facciata e molti conservati in giardino.
Abitiamo in questa casa da più di 35 anni e nessuno più di noi ne è affezionato.
Ma abitarci è diventato impossibile: la struttura realizzata nel dopoguerra con materiali poverissimi; la malta priva di cemento o quasi che col tempo sta tornando sabbia; i muri portanti in mattoni pieni che poggiano direttamente sul terreno (la casa non ha fondamenta né cantine); il piano terreno inagibile per umidità; l’impossibilità di scaldare la casa e adottare anche un minimo contenimento energetico.
Autorizzato con licenza n°000149 del 10 febbraio 2010 alla costruzione nel sottosuolo di box auto, tanto necessari alla zona, stiamo smontando la casa recuperando tutti i pezzi incastonati ed i mattoni per poi rimontarla identica.
Il nuovo edificio sarà costruito in classe energetica A e rivestito degli stessi mattoni, degli stessi pezzi incastonati in facciata nelle stesse posizioni, e manterrà uguale ogni più piccolo particolare dalla base al tetto. 2000 foto digitali sono state scattate per fornire all’esecutore materiale modello per la realizzazione identica!
Siamo talmente affezionati alla «nostra» casa da sobbarcarci le spese non indifferenti di smontaggio e rimontaggio dell’edificio ma del resto non accetteremmo di vederla, una volta ricostruita, esteticamente differente come è adesso.
Confidiamo dunque nella vostra comprensione e pazienza per contribuire e risanare una prestigiosa dimora, lasciandola, almeno esteriormente e, così come l’aveva voluta negli anni Cinquanta il precedente proprietario.
Dal 2011, anno della completa demolizione della villetta, tutto pare si sia fermato e anzi, anche il bel boschetto che circondava la casa è stato eliminato (sicuramente in vista dello scavo per il parcheggio sotterraneo).
Dopo tanti anni, ancora nulla, né parcheggi interrati, né villetta ricostruita tale e quale, quindi che dire di questa bizzarra storia? Chi troppo vuole nulla stringe?
Di seguito una villetta dirimpettaia e l’ingresso a Villa Triste con la lapide ai caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Un’operazione del genere è senz’altro costosissima e per poter essere sostenuta da una sola famiglia non basta che questa sia agiata, deve proprio essere ricca.
Le difficoltà economiche ad affrontare un progetto del genere mi sembrano la spiegazione più logica
Beh, se l’è cercata lui la ricostruzione…
Ma che storia incredibile. Peccato non ci siano state più foto di come appariva la casa in precedenza.
Spero che prima o poi possa veramente ritornare, perdere una bella architettura è sempre un duro colpo per Milano. Noi non abbiamo mari o grandi laghi, ciò che principalmente abbiamo di valore sono le belle architetture ed è ciò che non possiamo permetterci di perdere.
…nel cartello…in fondo….vedo una mail.. la proprietà..info@pernice.it…??
Magari si possono contattare i proprietari per informazioni.
Vi manca un pezzo della storia. Il “castello incantato” fu realizzato senza licenza di costruzione e non passò MAI i normali controlli previsti per i fabbricati milanesi. Non chiedetemi come e perché. Era il dopoguerra e i funzionari comunali avevano altro a cui pensare.
Lo smontaggio-demolizione, diversamente da quanto scritto nel cartello, avvenne su diffida dei Vigili del Fuoco che più volte avevano contestato la totale precarietà dell’edificio, prossimo al crollo. Fatto ovvio, visto che era del tutto privo di fondamenta.
Quanto all’ipotizzato garage, è un sogno impossibile, visto che tutto il sottosuolo è in prossimità della stazione Lotto della M5 di cui, evidentemente, minaccerebbe la stabilità. E non è un caso che il cartello che lo annuncia risalga a ben prima del cantiere dalla M5.
In sintesi. Dei sognatori da generazioni, definiamoli così, che purtroppo hanno trasformato il (fu) bel giardino della villa in un brutto deposito di materiali da costruzione e campano coi proventi dei tabelloni pubblicitari.